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Commento di Luciano B. L.

su L'Aquila, nuova direttiva di Cicchetti: “Se non vai al progetto Case, addio Cas”


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Luciano B. L. Luciano B. L. 19 gennaio 2012 13:10

Occorre premettere che la scelta d’attuare il Piano C.A.S.E. venne accettata dal Sindaco de L’Aquila alla condizione di realizzazione le costruzioni, provvisorie ma "durature", già predisposte dai tecnici di Berlusconi in Protezione civile, prevalentemente "presso le frazioni" (cioè lontano dal centro della città. Così, i 19 insediamenti per l’emergenza post sisma, furono realizzati in aree poco appetibili dalla speculazione fondiaria locale e con abitazioni costosissime ma pochissimo idonee ad una permanenza prolungata delle persone sfollate perché disperse e senza servizi urbani. Il numero di queste costruzioni standard - tutte previste per 80 persone cadauna - venne progressivamente aumentato, in corso d’opera, fino a raggiungere il limite massimo di 183. Quindi, nel complesso, le new town accolsero solo (80x183) 14.640 persone colpite dal sisma. Tuttavia, essendo i senza tetto molto più numerosi, si convenne di sistemarne alcuni negli alberghi e nelle caserme, mentre per quelli in grado di trovare abitazioni libere non danneggiate venne concesso un C.A.S. (Contributo di autonoma sistemazione) oppure qualche facilitazione nel pagamento dell’affitto. Infine, si costruirono anche per L’Aquila i M.A.P. inizialmente riservati alle persone colpite dal terremoto, residenti nei comuni del cratere.


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