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Commento di Mariateresa

su Mamme lavoratrici: non sempre è possibile


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Mariateresa 23 settembre 2011 12:23
Finalmente qualcuno discute dell’ennesimo diritto negato alla donna, peccato che se ne parli ancora troppo poco. 

Tuttavia volevo dire che l’ ex alunna dell’ articolo può dirsi persino ’fortunata’’ rispetto alle donne che oggi hanno tra i 20 e i 30 anni. Donne che perlopiù non hanno mai visto un contratto a tempo indeterminato e alle quali, in caso di gravidanza, l’ennesimo contrattino di due - tre mesi non viene più rinnovato. A queste donne non solo non viene corrisposto alcun contributo di maternità ma viene somministrata una doppia dose di umiliazione, perchè nel calpestare i loro diritti di madri, i loro datori di lavoro non hanno dovuto violare nessuna legge e il loro torto rimane solamente di natura morale. Quando una collega rimane incinta verrebbe quasi da consegnare le condoglianze alla sua realizzazione professionale oltre che alle congratulazioni.

A tal proposito, mi vengono in mente le considerazioni di una ex collega donna, senza figli, arrabbiata col capo, colpevole di selezionarsi sempre segretarie giovani e carine. L’ex collega notava pragmaticamente che era una scelta molto inefficiente perchè era ovvio che queste giovani segretarie, precarie e in età da famiglia sarebbero nel giro di poco state ’lasciate a casa’ alla prima gravidanza, così disperdendo il capitale di conoscenza a loro consegnato! 

Al tempo mi è venuto da pensare che siamo così abituate a non vedere i nostri diritti da non riuscire a ribellarci né tantomeno ad identificare i ’colpevoli’. L’ex collega non considerava infatti che se il capo avesse rispettato le sue dipendenti, o se perlomeno la legge l’avesse costretto a farlo, quel ’capitale’ non sarebbe andato tanto facilmente perso. è così le donne che ancora nutrono speranze devono sorbirsi oltre tutto l’antipatia di chi ai propri diritti ha già rinunciato da tempo. 

MT

PS non vedendomi in questo scenario mi sono recentemente opposta all’ennesimo mini-rinnovo e ildesiderio di una famiglia futura me lo sono portato in Svezia.


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