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Commento di David Incamicia

su La strage infinita delle morti bianche


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David Incamicia David Incamicia 24 luglio 2011 09:56

Vede, gentile Daniele, se le "tragiche fatalità" capitassero solo durante il normale espletarsi del quotidiano di ognuno, al di fuori di contesti che dovrebbero essere regolamentati a monte certamente sul piano dei diritti e dei doveri ma pure su quello dei controlli e della prevenzione (in nome di quel principio e valore che risponde al nome di "legalità" e che pare da troppo tempo, almeno da tre lustri, finito nel dimenticatoio), sono come lei sicuro che le statistiche si rivelerebbero meno crude. Non sono altrettanto sicuro, invece, del fatto che sia superfluo o semplicemente "non obbiettivo" rivendicare nei confronti delle autorità preposte alla sicurezza dei cittadini (compresi i lavoratori), condizioni idonee a preservarne l’incolumità e a tutelarne la dignità. Protestare affinchè si tuteli la vita delle persone (magari non soltanto quando si tratta di un feto o di un soggetto attaccato ai fili di un respiratore artificiale), lo considero un obbligo civile oltre che un dovere morale. A prescindere dal nome dell’autorità (dal governo) di quel dato momento. Grazie per l’appunto, e auguro a tutti i lavoratori di questo nostro strano Paese, in particolare ai disperati sfruttati (immigrati, minorenni, precari, lavoratori in nero) di avere la sua stessa fortuna e/o responsabilità in quanto ad osservanza dei requisiti di sicurezza sul lavoro.


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