• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile


Commento di Vito Enzo Salatino

su Inceneritore Acerra: a Londra l'alternativa


Vedi tutti i commenti di questo articolo

Vito Enzo Salatino 2 marzo 2011 16:16

@F. DINICOLI

Rispondo alle osservazioni specifiche del suo commento:

1. Il gassificatore catalitico per rifiuti solidi urbani e/o biomasse determina gli stessi effetti della combustione.

Non è assolutamente vero.
Non c’è affatto combustione nel gasificatore catalitico a 900°C, in presenza di catalizzatore, di vapore acqueo per il reforming dell’ Idrogeno, e in difetto di Ossigeno puro per la produzione di Ossido di Carbonio (CO, non CO2).
Si ha, come dice il nome dell’impianto, la conversione della massa (rifiuti di ogni genere contenenti Carbonio e/o biomasse e/o insieme) in un gas detto "di sintesi" o syngas che serve a sintetizzare cataliticamente nuovi prodotti chimici organici, nel caso specifico carburanti sintetici, ma può servire anche per prodotti chimici industriali come metanolo, etanolo, alcoli superiori, dimetiletere, acetaldeide, acido acetico, etc.
Il syngas purificato è un gas speciale che deve avere proprietà chimico-fisiche definite, costituito da Idrogeno (H2) e Ossido di Carbonio (CO) in proporzioni precise più alcune impurezze non importanti, come tracce di CO2 e metano.
Le impurezze maggiori di natura diversa vanno invece tassativamente eliminate nel secondo stadio dopo il gassificatore (purificazione o cleaning a caldo e a secco) prima dello steam reforming per produrre altro Idrogeno e della sintesi a carburanti liquidi.

Il syngas è anche un potente combustibile (analogo al metano), che può essere bruciato (sprecandolo inutilmente) per ottenere calore e/o energia elettrica, a dimostrazione del fatto che il gassificatore catalitico non fa combustione, ma genera un gas adatto sia per la combustione che, opportunamente condizionato, per la sintesi di carburanti e molto altro.

La combustione nel gassificatore è impedita dalla iniezione di quantità precise in difetto di Ossigeno puro e di vapore (acqua) per trasformare il Carbonio delle masse in CO (non in CO2, che è la combustione e che rappresenta il classico esito finale della combustione, che finisce in atmosfera e che ora non si può più scaricare perchè genera effetto serra e gloabal warming con mutamenti climatici catastrofici).
In estrema sintesi, nel gassificatore si ha:
- C (Carbonio) + 1/2 O2 = CO
- CnH(2n+2) + nH2O = nCO + 3nH2 ---------> ( totale Syngas CO + H2 e inizio nuove reazioni). 

nel termovalorizzatore o inceneritore (Acerra) si ha:
- C + O2 = CO2 (Combustione totale fino a CO2 inerte e fine di ogni reazione).

Nel gassificatore l’energia delle masse viene trasferita per oltre il 95% al syngas, pronto non per la combustione, ma per la sintesi di carburanti liquidi o altri prodotti chimici.

2. Non si può mettere a confronto l’ìnceneritore di Acerra con l’impianto "Waste to Fuel".

Infatti sono due cose completamente diverse per le ragioni di cui al punto 1.
L’inceneritore fa solo combustione a CO2 consumando tutta l’energia delle masse e generando una serie enorme di sostanze inquinanti tossiche e cancerogene, che non si riesce più ad eliminare adeguatamente e che vanno a finire dappertutto, nel gas in atmosfera insieme all’enormità di CO2 (ora proibita), nelle acque reflue contaminate dalle stesse sostanze tossiche e cancerogene, nelle ceneri volatili (fly-ash) e nelle scorie solide
 (30%) gravemente contaminate anch’esse da sostanze tossiche e cancerogene, che finiscono abitualmente in discariche abusive.
Queste sostanze tossiche generarte dai termovalorizzatori sono una componente importante responsabile dei 2,4 milioni di morti all’anno causati in tutto il mondo dalla contaminazione atmosferica e ambientale.
Il termovalorizzatore produce calore con rese energetiche irrisorie e fallimentari, pari a nemmeno il 25% dell’energia contenuta nei rifiuti, per produrre acqua calda e/o energia elettrica che servono a poco o niente (ce n’è ad abundantiam) buttando un mare di soldi dalla finestra.
Per giunta è una macchina incentivata e finanziata dallo stato (CIP 6) con una beffa pazzesca, perchè assimilata alle rinnovabili, e che invece accoppa le persone statisticamente e non produce nulla di buono.
(Ed è per questo modo di fare e ragionare che in Italia siamo sempre mezzi-falliti).

3. L’impianto Waste to Fuel o Biomass to Fuel necessita di rifiuto selezionato, cioè l’organico dei rifiuti.

Non è affatto vero.
Qualunque rifiuto di origine organica (naturale, artificiale e sintetica) viene trasformato in syngas, basta che contenga Carbonio, dai pneumatici, gomma, cuoio, pelli, tessuti, legno e sostanze cellulosiche, polimeri, plastica, residui di cartiera, etc.
Evidentemente i metalli rimangono tali o in forma di ossidi purificati vendibili alle industrie metallurgiche del recupero, cementiere e ceramiche.
L’importante è la preparazione fisica dei rifiuti e/o biomasse per facilitare il processo di gassificazione catalitica, tanto più preciso e completo quanto più la massa alimentata è di piccole dimensioni, miscelata e uniforme (in pratica pellets inferiori a 3 cm).
Esiste un processo brevettato di micronizzazione dei rifiuti in Italia brevettato dal CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) denominato THOR per ottenere polveri e pellets di rifiuti e biomasse di ogni genere, che è abbinabile per la parte preparazione e non altro, al processo Waste to Fuel, che è variamente brevettato anch’esso all’estero e per il quale in Italia esiste solo lo zero assoluto, a parte THOR, per incompetenza e insipienza croniche.

La preparazione del rifiuto e/o biomasse consiste sinteticamente in:
- Frantumazione (con separazione di parti ingombranti che non entrano nei frantumatori).
- Separazione magnetica delle parti in ferro e acciaio.
- Separazione elettrica/elettrostatica delle parti in alluminio.
- Vagliatura in funzione delle dimensioni delle particelle.
- Classificazione ad aria in funzione del peso e della densità delle particelle.
- Frantumazione secondaria e riciclo.
- Miscelazione e pelletizzazione.
- Eventuale essiccazione con contemporanea miscelazione delle particelle e dei lotti.

4. Perchè produrre carburanti anzichè compost e concime ?

Perchè questi rifiuti miscelati di natura diversa non sono adatti per compost e concime (si mettono i pneumatici nel compost o nel concime?).
I rifiuti per questo impianto possono contenere, oltre al resto, sostanze organiche non adatte per il compostaggio o la concimazione (gomma, residui di cartiera, plastica di ogni genere, che però sono tutte sostanze contenenti Carbonio utile per la gassificazione, come pure la miscelazione con legno e residui vegetali, agricoli e forestali cellulosici non o difficilmente biodegradabili, alghe, microalghe e residui di piante oleose da produzione di biodiesel e bioetanolo cellulosico, etc.).
In sostanza si gassifica a CO e H2 tutto quanto contiene Carbonio.
Se nei rifiuti ci sono residui metallici o minerali e inorganici, si otterranno le scorie relative sotto forma di ciotoli purificati ad alta temperatura, vendibili come sopra detto.
Se la componente inorganica e metallica è preponderante nei rifiuti, si applica nel fondo del gassificatore (speciale) un arco al plasma costituito da due torce ad altissima temperatura (5.000°C) per fondere, fluidificare, purificare e scaricare sotto forma di ciotoli i metalli relativi in forma ridotta, puri, richiesti dalle industrie metallurgiche del recupero.

4. L’impianto Waste to Fuel o Biomass o Fuel ha un impatto negativo sull’ambiente.

Non è assolutamente vero, perchè tutto è stato progettato nell’ottica prevista dalle normative americane (EPA) ed europee per il rispetto dell’ambiente, della salute e della vita di persone, animali e vegetali (lasciando perdere le miserie italiane in merito, che fanno veramente pena !), con la finalità di contrastare l’effetto serra, adolire le emissioni di CO2 e di ogni tipo di emissione tossica, contrastare il global warming e relativi mutamenti climatii catastrofici, contrastare la contaminazione atmosferica e ambientale con 2,4 milioni di moti all’anno su scala planetaria, dare sicurezza energetica e salvezza alle popolazioni coinvolte, ridurre le importazioni di petrolio e di combustibili fossili sostituendoli con combustibili sintetici come previsto dalle normative europee, recepite dall’Italia, che però, come d’abitudine, quando c’è di mezzo la protezione dell’ ambiente, della salure e della vita, fa finta di niente perchè non sa mai che pesci pigliare e da che parte girarsi nell’immondezzaio nazionale.

Nel caso specifico si passa da rifiuti solidi a carburanti liquidi, senza scaricare nulla in atmosfera, nè inqinanti tossici e cancerogeni nè CO2 (il processo è assolutamente carbon neutral). Non si scarica acqua all’esterno del’impianto ma viene tutta riciclata e reagita nei reattori. 
Tutte le direttive americane ed europee vengono rispettate da questo processo, a prescindere da quanto si dice e predica a vanvera in Italia sull’inquinamento ambientale e atmosferico pro e contro i gassificatori. 
L’unico spottroprodotto sono ciotoli metallici e di ossidi metallici, in dipendenza delle caratteristiche chimiche del rifiuto, comunque purificati e vendibili.

5. Costi dell’impianto Waste to Fuel
 

Si considera un impianto da 2000 ton/giorno di rifiuti preparati in pellets da 3 cm e condizionati, che produce 504.000 litri/giorno di carburanti, pari a 184 milioni di litri/anno.
La preparazione dei pellets è l’operazione più costosa, ma anche ogni termovalorizzatore deve essere dotato da un impianto di preparazione, altrimenti qualunque impianto di qualsiasi genere per rifiuti va fuori servizio e in semidistruzione in tempi brevissimi, giacchè risulta che si caricano spesso televisori interi e addirittura blocchi interi di motori di automobilii.
Quindi lasciamo perdere per il momento la preparazione, che però ha una soluzione disponibile in Italia presso il CNR con l’impianto di preparazione THOR, a prezzi al momento non dichiarati, ma ipotizziamo regolari.

I prezzi indicativi sono:
- Gassificatore catalitico: $ 67 milioni.
- Purificazione, steam reforming e condizionamento syngas: $ 164 milioni.
- Sintesi di Fischer.-Tropsch: $ 29 milioni
La resa energetica di questi impianti è 52-57%.
Rispetto ad un comune termovalorizzatore che produce acqua calda e corrente elettrica con rese energetiche irrisorie che non arrivano al 30%, e a pari quantità di masse caricate giornalmente, benchè nel caso di termovalorizzatori non si superino le 1.000 ton/giono e quindi ci vorrebbero due termovalorizzatori per un gassificatore Fischer-Tropsch, si puiò dire a spanne che i prezzi si assomiglino.

Il prezzo di vendita minimo del carburanre prodotto è ca. $ 0,46/litro, pari a ca. € 30,33/litro, inferiore al prezzo all’origine di un litro di benzina da petrolio, prima delle accise di stato.

Questi impianti hanno diritto a incentivi e finanziamenti statali ed europei, perchè rispondono alla direttiva 2009/28 E.U. sulle energie rinnovabili, perchè sono carbon neutral senza emissioni di CO2 e inquinanti in atmosfera, riduzione nel consumo di combustibili fossili da petrolio e risparmio energetico.
Sono comunque economicamente convenienti rispetto ai derivati dal petrolio anche perchè godono di materia prima quasi gratuita, nel caso dei rifiuti, e risparmio di costo di tariffe di discarica.
Ripuliscono e bonificano tutto, producendo combustibili utili e di pregio, carbon neutral rispetto al petrolio, ripuliscono i territori dalle ecoballe e rifiuti accumulati a destra e a sinistra, svuotano tutte le discariche, ed i rifiuti sotto foma di carburanti spariscono altrove sottoforma di liquidi ambiti e richiesti ovunque dalle comunità, con l’aria negativa che sempre tira sui prezzi e disponibilità di benzina da petrolio, lasciando il petyrolio là dove si trova.

Cosa si può pretendere di più dai rifiuti, dopo tanta monnezza che ci è stata scaricata addosso dall’insipienza di chi ci governa ? 

Saluti
Vito Enzo Salatino
 
 






Vedi la discussione






Palmares