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Commento di maurizio carena

su Il Fatto: "giornale dichiaratamente di sinistra"


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maurizio carena maurizio carena 19 novembre 2009 19:27

 Credo che le idee e i valori siano tra le componenti fondamentali e piu’ importanti di una persona. E credo che dalle idee e dai valori discendano le azioni e gli esempi, che sono cio’ che veramente disvela chi siamo.

 Non dovremmo confondere tutto cio’ con la propaganda (vedi, si torna sempre li). Quando "l’energumeno tascabile" si spaccia per "socialista" puo’ solo tentare di darla a bere a chi non sa cos’e’ il socialismo.
Pertini era socialista (ex partigiano, ex prigioniero delle galere fasciste), Matteotti era socialista. Craxi (brunetta e’ un craxiano, non dimentichiamolo) e’ stato il traditore del socialismo, il padrino dello psiconano, fuggito latitante dal paese che ha contribuito a corrompere e degenerare.
 Non confondiamo, per favore, l’etichetta (creata dalle pr e dai mainstream) con la realta’.

 Io credo invece (purtroppo) che decenni di propaganda berlusconiana stiano cominciando a dare i loro frutti. Avvelenati.

 Se siamo un paese sempre piu’ fascista e razzista ci sara’ un motivo. Ormai esistono solo piu’ i modelli della tv; per lo meno essi sono maggioritari, fanno parte del comune sentire. E non credo si debba tirare in ballo (per esempio) la teoria della spirale del silenzio.

 Agenda setting, controllo delle fonti, monopolio prpprietario: solo un popolo ignorante come quello televisivo puo’ non vedere il lavaggio del cervello che e’ evidente e sotto gli occhi di tutti.

 Ma ti rendi conto che ci hanno tolto pure la preferenza elettorale e andiamo a votare lo stesso per la casta? Come in Cina e in Corea del Nord. Ma ti rendi conto? Ma la massa, che segue la tv, non se ne rende conto e legittima la casta col voto.
 Questo e’ il lavaggio del cervello. Qui. Ora.

 Permettimi di "correggerti" su Montanelli. Io me lo ricordo bene perche’ all’epoca leggevo (saltuariamente) il Giornale del grande Indro.
 Non e’ tanto che lo rifiuto’ come rappresentante della destra, anche se la destra di Indro non aveva niente a che vedere con quella di quel nanetto corrotto.
 Ma fu piuttosto il fatto che lo psiconano si permise di andare in redazione, senza avvertire Montanelli, a cercare di corrompere i redattori, promettendo investimenti e quant’altro se avessero accettato di trasformarsi in foglio politico al servizio della sua imminente discesa in campo.
 Solo un omuncolo del suo calibro avrebbe potuto abbassarsi ad un tale vigliaccata.
Il vecchio direttore capi’ a quel punto che tutto era cambiato e se ne ando’, perche’ era un uomo libero, fondando poi La Voce (nel solco di Prezzolini), bellissimo giornale, seppur conservatore, che pero’ sara’ boicottato nella distribuzione da quell’orrendo nano e dopo circa un anno e mezzo dovra’ chiudere. (E’ questa la "concorrenza" che piace ai capitalisti alla berlusca).
 E NON e’ stato Montanelli a diventare "di sinistra". E’ stato l’ulivo a reclutarlo virtualmente ttra le sue fila, avvicinandosi alle sue posizioni. L’ulivo degli anni 90 non aveva nulla a che fare col pci di Berlinguer ( e verrebbe quasi da dire: purtroppo).

 Nel 94 pochi si rendevano conto del pericolo democratico rappresentato da B. al potere. Nemmeno lo stesso Ulivo che, quando sara’ al potere nel 96 con Prodi si guardera’ bene dal fare una seria legge sul conflitto di interessi, bensi’ tentera’ il vomitevole inciucio "bicamerale" tra D’Alema e il Nano. Si delineava gia’ quel monopartitismo competitivo, quella inamovibile casta di potere che oggi capeggia il regime.
 Ricordo bene che il vecchio Indro, alle elezioni del 94, sostenne il centrosinistra, non perche’ diventato improvvisamente comunista, ma solo perche’ vedeva nello psiconano un pericolo per la democrazia.

 Del resto solo l’ignoranza del popolo italiano gli impedisce di vedere che uno che controlla tutto e’ un tiranno. Secondo le categorie di Montesquieu, non quelle di Marx.
 E, inversamente, un popolo di ignoranti si merita un regime. E’ cosi’ in tutto il mondo e cosi’ sara’ sempre, (come diceva Jefferson).

 Di Pietro e’ uno sbirro, pero’ e’ uno sbirro onesto e, in un paese di corrotti, amorali, menefreghisti, la sua onesta’ brilla di luce sua. Poi non sapra’ l’italiano, pero’ che sia onesto e idealista mi pare fuori discussione.
 Credo che la sua maggiore qualita’ sia quella di essere un outsider, un fuoricasta. Infatti lo temono quasi piu’ a "sinistra" che a "destra" (intese come "etichette" usate dalla casta).
 Io, per quel che vale, lo voterei gia’ solo per questo.
 
 Non so chi definisca Scalfari "componente della nuova destra". Io per nuova destra penserei a uno come DeBenoist, che conosco poco ma, da quel poco, trovo che alcune delle sue idee siano di buon senso e condivisibili. Ma non credo che Scalfari (che ho letto per molti anni) vorrebbe farsi accomunare a questo autore.

Non sono d’accordo neppure sul fatto che Scalfari e il gruppo L’Espresso siano una "pietra miliare di(...) disvalori e brutto giornalismo che poi a portato al potere B.
 B. lo portano al potere, secondo me, le tette e i culi di Drive In, di Striscia la Notizia, i Mike bongiorno e i Gerri Scotti che lobotomizzano le schiere di telerincoglioniti coi loro quiz del cazzo.
Il medium e’ proprio il messaggio e la tv, evidentemente, produce queste schiere di deficienti catodici telecomandati, che poi portano al consolidarsi di regimi come il nostro, coi postfascisti e i razzisti al governo e un tipo che c’ha 3 (oppure 6) tv in tasca. Il 90% dell’etere.

 Non credo che di questo sia responsabile il gruppo L’Espresso che, con pubblicazioni come per es. Micromega, ha costituito, e costituisce tutt’ora, uno dei pochi baluardi intellettuali al completo sfascio culturale, morale, civile di questo paese di merda.
 Certo, e’ stata La Repubblica ad introdurre i gadget e gli allegati nel mercato dei quotidiani e a dare inizio a quella perversa spirale che ha trasformato le edicole in bazaar.
 Inoltre DeBenedetti non e’ un editore "puro", anche se prima, con Caracciolo, la cosa era diversa.
 Se devo dirla tutta a me Repubblica fa schifo. I Ciai che sputano sul Venezuela socialista e le marchette per gli inceneritori mi danno la nausea. Ma quando l’editore e’ uno che ha altri interessi e’ normale.

 Quando ero giovane ricordo che si potevano trovare edizioni di Einaudi (Giulio), Feltrinelli (Giangiacomo) e poi altri editori "minori" come (vado a memoria) Samona’ e Savelli, La Salamandra, Marsilio.
 Altri tempi...
Forse si credeva nelle cose sbagliate, pero’ si lottava per qualcosa. Ci si crdeva. E i primi a crederci erano proprio gli editori, personaggi mitici.

 Oggi, se penso che Mondadori ed Einaudi (!!!) sono in mano allo psiconano, sic...ma vaffanculo tutto.

 Forse non c’e’ piu’ speranza.

 scusa la lunghezza del mio intervento.

saluti
 


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