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 Home page > Tribuna Libera > Il Fatto: "giornale dichiaratamente di sinistra"

Il Fatto: "giornale dichiaratamente di sinistra"

 

A detta del giornalista 59enne di Panorama Renzo Rosati "il Fatto Quotidiano è un giornale dichiaratamente di sinistra".
 
Questo egli asseriva stamattina, 18 novembre 2009, nel corso di "Prima pagina", la rassegna stampa di Radio 3, che questa settimana il giornalista stesso ha in sorte di condurre, e noi la sfortuna di dover tollerare.
 
 .....................
 
Una premessa: uno che lavora in un magazine di proprietà del premier, un premier plurinquisito plutocrate e monopolista dei media, non ha alcun titolo morale per dare giudizi ad altri.
 
Dovrebbe limitarsi a dare le notizie, sebbene quelle quelle poche e organiche al volere dell’editore padrone, senza arrossire di vergogna e, soprattutto, senza giudicare gli altri, specie i "colleghi".
 
E ciò perché Rosati è direttamente a libro paga del potere, visto che Berlusconi, proprietario di Mondadori, proprietaria di Panorama, gli paga lo stipendio.
 
Inoltre è indirettamente a libro paga del potere, poiché il regime presieduto dal suo datore di lavoro destina ai mainstream come Panorama un sacco di milioni di euro ogni anno sotto forma di "aiuti all’editoria".
 
Rosati insomma è uno al servizio di chi gli paga lo stipendio. 
 
Se chi lo paga fosse una parte terza e/o indipendente dagli interessi e dagli oggetti trattati potremmo avere una qualche fiducia nel suo lavoro di "giornalista", ma siccome, al contrario, chi lo paga è un plurinquisito sul cui capo pende il conflitto di interessi più grande del pianeta è lecito nutrire dei dubbi. Dei seri dubbi.
 
Su Rosati e sui (numerosissimi) "giornalisti" come lui, pesa insomma l’onere della prova: sono quelli come lui che devono (dovrebbero) dimostrare, col loro lavoro, di essere indipendenti e non servi del foglio d’ordini padronale che gli da i soldi.
 
 ..........................
 
La conduzione della rassegna stampa di questa settimana ci offre il modo per verificare se quello di Rosati è giornalismo oppure servilismo prezzolato, misto ad una ferrea autocensura ideologica.
 
E’ un esperimento che può condurre chiunque possegga un minimo di obiettività. Basta ascoltare Prima pagina a Radio 3 (bellissimo programma di grande valore sociale) dalle ore 7 sino alle 8.30, tutte le mattine. (E non è una marchetta).
 
Oggi, per esempio, il Nostro, oltre a leggere solo i giornali che vuole lui, senza lasciare eguale spazio a tutti, sproloquia per la prima mezz’ora sulla ventilata ipotesi di "elezioni anticipate", ovviamente in risalto su Il Giornale e Libero. 
 
La lotta intestina tra il premier e Fini assurge per Rosati ad argomento di primaria importanza per il popolo italiano.
 
Non solo. I due fogli d’ordini filo berlusconiani (Il Giornale addirittura di proprietà della famiglia Berlusconi) sono definiti dal dipendente della Mondadori come "giornali di area moderata".
 
I killer mediatici prezzolati come Feltri, che si avvalgono di veline anonime per assassinare mediaticamente i "rivali" come l’ex direttore di Avvenire Boffo, sarebbero quindi dei "moderati".
 
Se un killer mediatico come Feltri è un "moderato", ci domandiamo allora: chi sono gli "estremisti"?
 
Dopo una buona mezz’ora passata dal Rosati a leggere tali house organ di regime, ecco che, sorpresa, si passa ad una fugace incursione sul Foglio, il nuovo giornale indipendente (poiché senza editori politicanti o plutocrati e senza aiuti di stato).
 
In tale occasione il servilismo e la piaggeria del dipendente berlusconiano eruttano come un vulcano: Il Foglio di Padellaro e Travaglio viene classificato, senza spiegazioni né prove, come "giornale dichiaratamente di sinistra".
 
Chi ascolta resta basito, pietrificato....
Dare del "comunista" a un giornalista come Marco Travaglio (poiché è lui l’anima del Fatto e quindi l’obiettivo del Rosati), che è cresciuto alla scuola di Montanelli, il più "destro" dei giornalisti italiani è cosa che da la misura della disonestà intellettuale, della distorsione deliberata dei fatti, della malafede, degli pseudo-giornalisti come il Rosati.
 
Quelli come Renzo Rosati tradiscono la loro professione, la discreditano, la disonorano.
 
Non che dagli scherani mediatici del monopolista mediatico al potere ci aspettassimo nulla di diverso.
 
Sappiamo che i media oggi, in Italia, servono solo per la propaganda, servono ai ricchi editori per farsi la guerra l’un l’altro, servono per fare soldi con la pubblicità e i lettori sono la carne fresca da vendere agli inserzionisti. Editori puri non ne esistono più e forse la gente ha persino dimenticato cosa siano, nell’attuale bancarotta morale e culturale.
 
Ma dover sentire, nel servizio pubblico, tali sesquipedali menzogne, che disonorano non solo chi le vomita, ma anche chi le ascolta, è veramente insopportabile.
 
Per la cronaca, dopo aver parlato per quasi tutto il tempo sulle beghe di palazzo e su cronaca nera (senza contesto e senza imparzialità), il Rosati chiudeva la rassegna stampa accennando ad un argomento evidentemente (secondo lui) privo di importanza come i licenziamenti e la crisi connessa.
 
Il Rosati si è ben guardato, nella sua scheda anagrafica, di informarci su quanto è pagato.
 
Dare 45 minuti di spazio ai proclami di Schifani, Berlusconi, Belpietro e compagnia e tre minuti tre a decine di operai che perdono il lavoro (stabilimento Yamaha Italia) fa ben capire quali siano le priorita di questo "giornalista", molto più interessato a difendere il regime e dare spazio alle sue insulse beghe che ai problemi reali dei poveri cristi.
 
Tralasciamo la sua scandalosa, surrettizia e dissimulata difesa della privatizzazione dell’acqua, perché non vogliamo scendere nel turpiloquio.
 
Torna a scrivere su Panorama, Rosati Renzo. Nessuno, in radio, sentirà la tua mancanza e, per di più, ci rovini la colazione, coi tuoi servili e penosi peana di regime.
 
Tu non sei fatto per Radio 3. Il tuo futuro, in questo paese, è quello di direttore di rete. Magari dopo Minzolini. Devi solo pazientare ma i "numeri" li hai tutti.
 
 
 
 
 

Commenti all'articolo

  • Di rickylg (---.---.---.64) 19 novembre 2009 14:24
    rickylg

    Penso che la definizione di Travaglio come uomo di sinistra, vicino al PdS, così come del Fatto (che raccoglie diversi ex del Giornale) sia un sintomo del ribaltamento dei ruoli che iniziò negli anni ’80, quando, non mi ricordo chi (qualche membro del PSI credo), definì Scalfari, il gruppo di Repubblica e la parte del PCI berlingueriano "la nuova destra".

    Oggi nel PdL e negli organi di informazione ad esso vicini troviamo numerosi ex comunista ed ex socialisti, mentre dall’altra parte troviamo ex missini, ex liberali, ex repubblicani, ex montanelliani. Si, c’è un pò di confusione, tanto che Brunetta dice di stare a destra perchè il PdL è riformista, mentre il PD, in effetti, non fa altro che difendere lo status quo. 
    Dunque credo che parlare di destra o sinistra in italia non abbia molto senso. 
    Anch’io potrei scrivere diverse motivazioni per definire il governo Berlusconi, le sue televisioni e i suoi giornali come la peggior espressioni della cultura comunista italiana.
    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 16:06
      maurizio carena

       Per evitare confusione sara’ forse meglio fermare un paio di punti.

       Numero 1- La casta al potere puo’ , e pratica, quello che tu chiami il "ribaltamento dei ruoli". D’Alema che inciucia con lo psiconano, mastella che sta una volta col centro destra e la successiva col centrosinistra etc. Con la moderna propaganda e’ facile portare il popolo bue al guinzaglio.
       Pero’ non cadiamo nel tranello: non esiste una opposizione, perche’ viviamo in un regime (catodico), e il "ribaltamento dei ruoli" non e’ altro che fumo negli occhi per il popolino, per fargli mettere la croce sul pezzo di carta la prossima volta. In realta’ si tratta di monopartitismo competitivo catodico, se mi permetti la categoria.
       Del resto, solo perche’ il regime ha eliminato dal parlamento la sinistra (cio’ che ne restava) con lo sbarramento al 4%, non penseremo mica che le istanze popolari, i problemi sociali, il bisogno di giustizia sociale siano stati ipso facto cancellati

       Numero 2- oggi nei mainstream, a parte rarissime eccezioni, NON esistono "organi di informazione", bensi’ organi di propaganda. Propaganda sistematica, capillare, scientifica, senza eguali nel mondo occidentale e con poche similitudini nel pianeta.

       Numero 3- riguardo alla dicotomia che tanti, tra cui anche tu mi pare, reputano fuori moda, mi permetto di consigliarti la lettura di un celebre pamphlet di Norberto Bobbio, intitolato proprio "Destra e sinistra".

       Gia’ Platone ci ricordava che "nella citta’ vi sono due citta’, quella dei ricchi e quella dei poveri, inconciliabili tra loro".

       Ecco perche’, almeno secondo me, avra’ sempre senso parlare di destra e sinistra.

       Senza dialettica democratica, senza lotta, senza conflitto, non ci sara’ mai progresso verso la democrazia. Democrazia da cui siamo, oggi in Italia, molto, molto lontani.

       saluti

  • Di rickylg (---.---.---.64) 19 novembre 2009 17:00
    rickylg

    Il libro di Bobbio è già nello scaffale delle prossime letture!


    Comunque io parlavo più di uomini e atteggiamenti che di idee e valori. Sono convinto che, per la gente comune, i valori di destra e sinistra non siano cambiati rispetto a 20 anni fa. 
    Ma per la classe politica e per quella giornalistica si.
    Prendiamo Brunetta: ex socialista, si è subito messo al servizio della destra, ma non rinuncia a definirsi ancora di sinistra.
    Montanelli: storico giornalista di destra, quando Berlusconi si butta in politica lo rifiuta come rappresentante della destra e vota per l’Ulivo, diventando un eroe della sinistra.
    Scalfari: rappresentante storico della sinistra liberale, negli anni ’80 viene definito componente della "nuova destra".
    Di Pietro: uomo indiscutibilmente di destra, non ha trovato della CdL alcuna comprensione e si è sempre schierato con la sinistra.
    Ferrara: da ex comunista a ex socialista a ministro berlusconiano.

    Come vedi sono numerosi gli esempi di persone con una certa cultura che però si spostano dall’altra parte della barricata. E’ una cosa che è avvenuta spesso in Italia, ad esempio tra i terroristi (Mario Merlino, uno per tutti).
    Io inoltre ho una teoria che vorrebbe proprio in Scalfari e nel gruppo Repubblica-Espresso degli anni ’70 e ’80 una pietra miliare del sistema di brutto giornalismo e di disvalori che poi ha portato al potere il berlusconismo.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 19:27
      maurizio carena

       Credo che le idee e i valori siano tra le componenti fondamentali e piu’ importanti di una persona. E credo che dalle idee e dai valori discendano le azioni e gli esempi, che sono cio’ che veramente disvela chi siamo.

       Non dovremmo confondere tutto cio’ con la propaganda (vedi, si torna sempre li). Quando "l’energumeno tascabile" si spaccia per "socialista" puo’ solo tentare di darla a bere a chi non sa cos’e’ il socialismo.
      Pertini era socialista (ex partigiano, ex prigioniero delle galere fasciste), Matteotti era socialista. Craxi (brunetta e’ un craxiano, non dimentichiamolo) e’ stato il traditore del socialismo, il padrino dello psiconano, fuggito latitante dal paese che ha contribuito a corrompere e degenerare.
       Non confondiamo, per favore, l’etichetta (creata dalle pr e dai mainstream) con la realta’.

       Io credo invece (purtroppo) che decenni di propaganda berlusconiana stiano cominciando a dare i loro frutti. Avvelenati.

       Se siamo un paese sempre piu’ fascista e razzista ci sara’ un motivo. Ormai esistono solo piu’ i modelli della tv; per lo meno essi sono maggioritari, fanno parte del comune sentire. E non credo si debba tirare in ballo (per esempio) la teoria della spirale del silenzio.

       Agenda setting, controllo delle fonti, monopolio prpprietario: solo un popolo ignorante come quello televisivo puo’ non vedere il lavaggio del cervello che e’ evidente e sotto gli occhi di tutti.

       Ma ti rendi conto che ci hanno tolto pure la preferenza elettorale e andiamo a votare lo stesso per la casta? Come in Cina e in Corea del Nord. Ma ti rendi conto? Ma la massa, che segue la tv, non se ne rende conto e legittima la casta col voto.
       Questo e’ il lavaggio del cervello. Qui. Ora.

       Permettimi di "correggerti" su Montanelli. Io me lo ricordo bene perche’ all’epoca leggevo (saltuariamente) il Giornale del grande Indro.
       Non e’ tanto che lo rifiuto’ come rappresentante della destra, anche se la destra di Indro non aveva niente a che vedere con quella di quel nanetto corrotto.
       Ma fu piuttosto il fatto che lo psiconano si permise di andare in redazione, senza avvertire Montanelli, a cercare di corrompere i redattori, promettendo investimenti e quant’altro se avessero accettato di trasformarsi in foglio politico al servizio della sua imminente discesa in campo.
       Solo un omuncolo del suo calibro avrebbe potuto abbassarsi ad un tale vigliaccata.
      Il vecchio direttore capi’ a quel punto che tutto era cambiato e se ne ando’, perche’ era un uomo libero, fondando poi La Voce (nel solco di Prezzolini), bellissimo giornale, seppur conservatore, che pero’ sara’ boicottato nella distribuzione da quell’orrendo nano e dopo circa un anno e mezzo dovra’ chiudere. (E’ questa la "concorrenza" che piace ai capitalisti alla berlusca).
       E NON e’ stato Montanelli a diventare "di sinistra". E’ stato l’ulivo a reclutarlo virtualmente ttra le sue fila, avvicinandosi alle sue posizioni. L’ulivo degli anni 90 non aveva nulla a che fare col pci di Berlinguer ( e verrebbe quasi da dire: purtroppo).

       Nel 94 pochi si rendevano conto del pericolo democratico rappresentato da B. al potere. Nemmeno lo stesso Ulivo che, quando sara’ al potere nel 96 con Prodi si guardera’ bene dal fare una seria legge sul conflitto di interessi, bensi’ tentera’ il vomitevole inciucio "bicamerale" tra D’Alema e il Nano. Si delineava gia’ quel monopartitismo competitivo, quella inamovibile casta di potere che oggi capeggia il regime.
       Ricordo bene che il vecchio Indro, alle elezioni del 94, sostenne il centrosinistra, non perche’ diventato improvvisamente comunista, ma solo perche’ vedeva nello psiconano un pericolo per la democrazia.

       Del resto solo l’ignoranza del popolo italiano gli impedisce di vedere che uno che controlla tutto e’ un tiranno. Secondo le categorie di Montesquieu, non quelle di Marx.
       E, inversamente, un popolo di ignoranti si merita un regime. E’ cosi’ in tutto il mondo e cosi’ sara’ sempre, (come diceva Jefferson).

       Di Pietro e’ uno sbirro, pero’ e’ uno sbirro onesto e, in un paese di corrotti, amorali, menefreghisti, la sua onesta’ brilla di luce sua. Poi non sapra’ l’italiano, pero’ che sia onesto e idealista mi pare fuori discussione.
       Credo che la sua maggiore qualita’ sia quella di essere un outsider, un fuoricasta. Infatti lo temono quasi piu’ a "sinistra" che a "destra" (intese come "etichette" usate dalla casta).
       Io, per quel che vale, lo voterei gia’ solo per questo.
       
       Non so chi definisca Scalfari "componente della nuova destra". Io per nuova destra penserei a uno come DeBenoist, che conosco poco ma, da quel poco, trovo che alcune delle sue idee siano di buon senso e condivisibili. Ma non credo che Scalfari (che ho letto per molti anni) vorrebbe farsi accomunare a questo autore.

      Non sono d’accordo neppure sul fatto che Scalfari e il gruppo L’Espresso siano una "pietra miliare di(...) disvalori e brutto giornalismo che poi a portato al potere B.
       B. lo portano al potere, secondo me, le tette e i culi di Drive In, di Striscia la Notizia, i Mike bongiorno e i Gerri Scotti che lobotomizzano le schiere di telerincoglioniti coi loro quiz del cazzo.
      Il medium e’ proprio il messaggio e la tv, evidentemente, produce queste schiere di deficienti catodici telecomandati, che poi portano al consolidarsi di regimi come il nostro, coi postfascisti e i razzisti al governo e un tipo che c’ha 3 (oppure 6) tv in tasca. Il 90% dell’etere.

       Non credo che di questo sia responsabile il gruppo L’Espresso che, con pubblicazioni come per es. Micromega, ha costituito, e costituisce tutt’ora, uno dei pochi baluardi intellettuali al completo sfascio culturale, morale, civile di questo paese di merda.
       Certo, e’ stata La Repubblica ad introdurre i gadget e gli allegati nel mercato dei quotidiani e a dare inizio a quella perversa spirale che ha trasformato le edicole in bazaar.
       Inoltre DeBenedetti non e’ un editore "puro", anche se prima, con Caracciolo, la cosa era diversa.
       Se devo dirla tutta a me Repubblica fa schifo. I Ciai che sputano sul Venezuela socialista e le marchette per gli inceneritori mi danno la nausea. Ma quando l’editore e’ uno che ha altri interessi e’ normale.

       Quando ero giovane ricordo che si potevano trovare edizioni di Einaudi (Giulio), Feltrinelli (Giangiacomo) e poi altri editori "minori" come (vado a memoria) Samona’ e Savelli, La Salamandra, Marsilio.
       Altri tempi...
      Forse si credeva nelle cose sbagliate, pero’ si lottava per qualcosa. Ci si crdeva. E i primi a crederci erano proprio gli editori, personaggi mitici.

       Oggi, se penso che Mondadori ed Einaudi (!!!) sono in mano allo psiconano, sic...ma vaffanculo tutto.

       Forse non c’e’ piu’ speranza.

       scusa la lunghezza del mio intervento.

      saluti
       

  • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 18:08
    maurizio carena

    ERRATA CORRIGE: per un imperdonabile refuso (poi ripetuto) nella riga n 41 il "nuovo giornale indipendente " e’ IL FATTO, non il Foglio, come erroneamente scritto dall’autore.
     mi scuso coi lettori.

  • Di (---.---.---.158) 19 novembre 2009 18:16

    Leggo "Il Foglio" ma forse volevi dire "Il Fatto". E’ un lapsus ovviamente, che tuttavia toglie vigore alla tua perorazione su Rosati.
    Ti consiglierei di correggere.

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 19 novembre 2009 20:05
      maurizio carena

       piu’ chedi "perorazione" parlerei, al limite di "invettiva"...
      comunque mi sembrava di aver gia’ fatto ammenda dell’imperdonabile refuso con un post di ERRATA CORRIGE. Ho fatto le scuse. Piu’ di cosi’ non so che fare... e credimi, brucia di piu’ a me che a chiunque altro.

  • Di Paolo Praolini (---.---.---.111) 19 novembre 2009 22:14
    Paolo Praolini

    E’ evidente che Berlusconi paga bene i suoi dipendenti non disposti a perder il posto ma piegandosi ai voleri del capo, Rosati ne è testimonianza.
    Forse l’unico fu il carissimo e insostituibile Montanelli che non si curava di salvaguardare la sua paghetta mantenendo fede alla pubblicazione del suo libero pensiero.

  • Di (---.---.---.133) 20 novembre 2009 01:06

    Io penso che in Italia siamo arrivati (o meglio retrocessi) ad un punto tale che non possiamo più PERMETTERCI di preoccuparci della destra o della sinistra.

    Destra e sinistra rappresentano due sistemi diversi per far progredire uno stato (che sia più giusto l’uno o l’altro, poco importa, ora come ora).

    Se è più utile una politica di destra o una di sinistra è un problema che può riguardare stati moderni e democratici; quindi, non è il nostro caso.
    Noi dobbiamo solo preoccuparci della moralità di chi và al governo.

    Siamo a un tale sfascio della "figura del politico" che ormai destra, sinistra, centro o esterno, non è più molto importante.

    E purtroppo siamo ancora troppo ancorati a vecchie radici (di destra e sinistra) che non ci permettono di vedere il marcio che si annida ovunque.

    GranchiF

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 20 novembre 2009 08:31
      maurizio carena

       sbagliato.
       la destra e’ la tutela degli interessi dei ricchi. La sinistra e’ (dovrebbe essere) la tutela degli interessi della maggioranza della popolazione.
       tu credo che parli cosi’ perche’ in Italia la sinistra non esiste quasi piu’, essendo stata espunta legalmente dal parlamento ed essendo stata cancellata dai cervelli della gente da decenni di tv commerciale, ignoranza e quella patina di (falso) benessere che ha fatto credere agli italiani che fossimo alla "fine della storia" e che le istanze sociali non avessero piu’ ragion d’essere.
       oggi che non esiste piu’ la "classe operaia", ma dove esiste sempre la pletora di poveri cristi (precari-operai, precari-impiegati, etc), tutta questa massa fottuta dal sistema non ha piu’ nemmeno gli strumenti concettuali, le categorie, per reagire al pensiero unico neoliberale.

       Affermare, come ci impone la tv, che la dicotomia "destra/sinistra" e’ una "vecchia radice", non fa altro che perpetuare questo moderno (e mai visto prima) sistema di sfruttamento globale chiamato "democrazia liberale", che non ha niente di democratico ne’ di liberale. Ma e’ un facile slogan ad uso e consumo delle masse catodicamente eterodirette.

       Su un punto sono d’accordo con te: che l’Italia e’ un paese marcio.
      Io aggiungerei, vecchio, corrotto, in via di putrefazione. Un cadavere della storia. Irriformabile.

       Ma per fare la rivoluzione bisogna spegnere la tv perche’, come cantava il poeta "the revolution will not be televised". Sotto questo aspetto, purtroppo, la rivoluzione e’ molto, molto in la da venire. E poi, le rivoluzioni le fanno i popoli orgogliosi, intelligenti e coraggiosi, non le nazioni di camerieri.
       saluti.

    • Di (---.---.---.153) 20 novembre 2009 09:05

      Non penso che le differenze tra dx/sx siano irrilevanti, ma la questione della moralità la trovo molto attuale. Il problema (che in parte si collega alla prima affermazione) è che la stragrande maggioranza degli elettori vota da tifoso, vota cioè il colore della casacca e niente altro.

      I voti dati al colore della casacca (qualsiasi esso sia) non solo sono inutili, ma contribuiscono attivamente allo sfascio.

    • Di (---.---.---.133) 20 novembre 2009 20:54

      Non sono d’accordo.
      Io mi ritengo di sinistra ma non mi sembra giusto dire che la sinistra è il bene e la destra è il male.
      E’ una visione troppo semplicistica; sarebbe troppo facile se fosse così.

      Ripeto che, secondo me, la destra e la sinistra sono due approcci diversi per ottenere lo stesso risultato. E, se uno è migliore dell’altro, dipende solo dalla situazione di uno Stato sotto tutti gli aspetti: storici, attuali, economici, legislativi, etc...

      Voglio fare un esempio talmente banale che quasi mi vergogno ma che però dovrebbe far capire il mio pensiero (per quel che vale):
      paragoniamo lo Stato ad un’industria e mettiamo come fine ultimo il miglioramento delle condizioni di lavoro e di guadagno degli operai ma anche del/dei datori di lavoro.
      Io ho 2 modi per farlo:

      1- quello di sinistra prevede l’aumento dei salari degli operai i quali aumenteranno i consumi e, di riflesso, aumenteranno le vendite dell’azienda e quindi l’utile stesso;

      2- quello di destra prevede sgravi fiscali, incentivi, bassa burocratizzazione, etc... verso il/gli imprenditori; in questo modo il datore di lavoro riuscirà ad ottenere un maggiore utile, ingrandirà l’azienda e ci saranno minori probabilità di perdere il lavoro per gli operai e ci sarà la probabilità che aumentino gli stipendi per tutti.

      Ovviamente sono esempi molto semplicistici però penso che siano sufficienti a far capire il mio punto di vista.

      E ripeto un’altra volta che (in Italia), finchè non ci togliamo tutti da questo pantano "destra, sinistra" non ne usciremo assolutamente.
      Dobbiamo votare seguendo la moralità.
      In Italia, ormai, siamo arrivati a questo punto.

      GranchiF

  • Di RosiRay (---.---.---.127) 20 novembre 2009 12:09
    RosiRay

    Una sana conversazione, non è nient’altro che salutare; affrontare discorsi tondi, ragionarci arrivando a vari punti, trovare punti comuni, arrivare al fine, al problema, all’esame .... va più che bene, per carità! Ma arrivando a questo punto, ora come ora, in quest’attualità, in questa politica che ci è stata schiappata in faccia, senza chiedere  ed accertarsi  ulteriormente di  chiarimenti per constatare se tutto questo va bene o meno, per tutti o no ...... ma dico, non vi sentiti offessi, delusi, incazzati .... In nome dei veri valori, in nome di ideologie importanti, in nome della nostra terra, della nostra vita e di quella delle persone che ci stanno accanto, a cui teniamo particolarmente .... dopo l’esame dovrebbe esserci l’azione; mettiamo, quindi in atto, tutto ciò che si dice e che si sostiene fermamente, manifestandolo orgogliosamente; mettendolo in atto.

    Scusate non vi sono messaggi sublimi a questa mia affermazione, e chiedo scusa se vi siete sentiti offesi, non era mia intenzione; dico solo che per amor della nostra vita e della nostra società, dovremmo un pò rivedere le vari eventualità presenti, e prendere i nostri diritti in quest’immenso regime.

    La nostra vita è importante, essendo cittadini di questa società dovremmo mettere un pò più in atto ciò che sosteniamo fermamente!

    Rosi

    • Di maurizio carena (---.---.---.230) 20 novembre 2009 13:27
      maurizio carena

       cara RosiRay, devo confessarti che mi hai risollevato un po’ il morale.
      Di solito su questo social network vengo considerato un "estremista" e i miei pezzi per AV vengono ampiamente criticati (com’e’ giusto), derisi, sbeffeggiati, ignorati, a volte (per fortuna poche) anche censurati; e tutto cio’ da chi, evidentemente, non ha mai letto non dico Robespierre o Fidel Castro ma neppure Pippo Fava o Luttazzi. Vorrei ben essere "estremista" come loro. Purtroppo non sono nemmeno lontanamente bravo come costoro.
       Non so se ti riferivi (anche) a me, ma dirci che "serve l’azione" e che bisognerebbe "mettere in atto" non so che mi pare un po’ fuori bersaglio.

       Questo e’ uno spazio di scrittura, di comunicazione e di analisi, almeno io cosi’ lo interpreto.

       Non ci puo’ essere rivoluzione senza prima un’analisi e una strategia.
      Ma credo che oggi la vera guerra, la vera RIVOLUZIONE, semmai vogliamo farla, si puo’ (e si deve) fare solo con le parole.
       Oggi l’AK47 e’ il computer e le vere bombe sono i libri, i blog, gli spazi di partecipazione on-line.

       E’ col logos che si combattono i regimi moderni. Col logos e col web.
       Perche’ la storia non e’ mai finita, (in culo Fukuyama), e il regime puo’ esistere solo se c’e’ gente ignorante.

       Forse e’ per questo che perdo il mio tempo a scrivere per AV.

       Se tutti mandassimo, oggi, adesso, ora, un e-mail allo psiconano con su scritto VAFFANCULO nano di merda, il regime cadrebbe dopo due ore.
       Ma dovremmo essere TUTTI. Capisci a cosa servono la tv e i giornali? A lobotomizzarci e tenerci buoni. Ma non ci riusciranno ancora per molto.

       ps. lo conosci questo video?
      http://www.youtube.com/watch?v=8Hft...

      saluti (incazzati) e grazie per il commento.

  • Di Skirru (---.---.---.130) 2 dicembre 2009 17:18

    Grandissimo Carena (che scopro solo oggi), raramente ho incontrato commenti così lucidi e rigorosi, grazie per le tue parole che mi fanno sentire meno solo.

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