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Commento di Marina

su SuperBrunetta spaventa di nuovo parassiti e malati immaginari


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Marina 5 novembre 2009 11:04

I fannulloni sono sempre esistiti e sempre esisteranno, ovunque, nella P.A. come nel settore privato. Quella del fannullone è una impostazione mentale, una logica di vita adottata in qualsiasi situazione, lavorativa e non. Il fanullone è colui che cerca di ottenere il massimo vantaggio dal minimo impegno, quando non nullo, sul lavoro, così come nell’adempimento di impegni privati e/o affettivi, dando sempre per scontato che debba essere sempre qualcun altro a farsene carico. Una tipologia umana abbastanza diffusa.

Poichè un attacco di stampo terroristico è rivolto ai dipendenti della P.A., sorvolando su polemiche e contestazioni anche troppo ovvie, chi appartiene alla categoria sa molto bene che i primi furbetti fannulloni che si ritengono in pieno diritto di aggirare orari, timbrature di cartellini e quant’altro rientri nel codice di comportamento, sono i dirigenti, i primi a considerare dei gran rompiscatole i dipendenti rigorosi e seri che a volte, non per delazione, ma per dovere d’ufficio, si trovano costretti a segnalare inadempienze e scorrettezze ai propri superiori. L’eventuale can can che talora ne può conseguire è solo formale, da vetrina. Difficile venga applicata qualche sanzione anche nel caso vengano richiesti provvedimenti disciplinari. Le connivenze evidentemente devono esserci, altrimenti lo strano fenomeno non è spiegabile. 

E’ anche vero che dirigenti che hanno sempre fatto scuola in campo di assenteismo, orari truccati e quant’altro non possono certo godere di autorevolezza e credibilità e si rendono anche facilmente ricattabili.

Chi è protetto a dovere può permettersi tutto, proprio tutto: di fare carriera senza merito, magari rubacchiando qua e là pezzi sostenziosi di quello altrui, scomparire per settimane bianche risultando presente, e meglio fermarsi qui per non vomitarsi addosso.

Chi protetto non è è esposto al rischio di quotidiana crocifissione: se chiede di andare in vacanza è un lavativo, se si ammala è sicuramente un alibi per non lavorare, se va a fare pipì è sparito per mezza giornata, etc. ...meglio ancora fermarsi qui sempre per non rischiare ancora di vomitarsi addosso.

E’ molto, troppo squallido e triste tutto questo.

C’’è gente che, sempre opportunamente protetta dai superiori che li devono autorizzare, scrocca straordinari senza fare assolutamente nulla: gli spettano per diritto di categoria; e, se a te non spettano, ma resti in servizio senza retribuzione solo per portare a termine uno o più lavori, nessuno ti apprezzerà mai come persona scrupolosa e responsabile, ma nella migliore delle ipotesi ti diranno pietosamente che, povera, evidentemente non hai niente di meglio da fare nella vita. Da incazzarsi come una bestia, no!?

Certo, bisogna pur considerare che, con i magri stipendi di base, come si fa a negare qualche ora di straordinario per arrotondare, che è una goccia nel mare rispetto alle indennità e ai premi di produzione (di che non si capisce mai) delle dirigenze, che pure spesso esercitano in privato una professione milionaria, additando il dipendente che fa l’imbianchino al nero (ma può sempre tornar comodo anche in orario d’ufficio per le esigenze di casa).

L’orario va rispettato, è vero, ma andrebbe valutata anche la portata del lavoro svolto. C’è molta gente che trascorre intere giornate nell’ombra di uffici ministeriali senza fare assolutamente nulla, perchè nulla le danno da fare, costrette a scroccare ore lavorative ordinarie e autorizzate a scroccarne di straordinarie, paradossalmente non potendo uscire per via del badge se non per una mezz’ora. Praticamente gente consapevolmente pagata solo per stare agli arresti non domiciliari, ma in ufficio. Alcune se la godono beatamente, altre diventano paranoiche e depresse. Sono realtà ben note e veramente inconcepibili, allucinanti.

L’organizzazione e la motivazione del lavoro vanno di pari passo e non si stimolano con una politica del terrore e della criminalizzaizone, nè con quella del bastone e della carota. Si stimolano con la volontà di volerle attuare, fondata sull’onestà, l’impegno, la responsabilità, il rispetto e il riconoscimento di chi opera all’insegna di questi valori che ormai sembrano bazzecole per poveri dementi. Quanti business sulla pelle dei poveri dipendenti pubblici: vogliamo anche ricordare gli umilianti affiancamenti di incapaci e inefficienti consulenti fantasma amici dei quartierini vari, con contratti milionari?

E basta con queste ipocrisie che sono davvero un insulto all’intelligenza di noi tutti.
La Buona Scuola deve partire dall’alto!!! Scusate, un attacco di obnubilante utopia....

Se in Cielo c’è tempesta, sulla Terra è lecito correre ai ripari con qualsiasi mezzo di fortuna.


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