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Commento di Giovanni Mistero

su Per la dignità dell'uomo, donne firmate l'appello di repubblica.it


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Giovanni Mistero 12 ottobre 2009 10:32

Cara Enza, chiedo scusa per la mia poca prontezza, ma a dire il vero non ho ben capito la struttura e il procedimento logico di questo suo testo. Non ho capito la frase, in corpo gigantesco e in neretto, "SENZ’ALTRO UN CASO". Che due articoli che parlano della stessa cosa escano nello stesso giorno, sì, mi pare si possa definire "senz’altro un caso", ma serenamente, pacificamente: senza l’ironia o quella punta di dietrologia che traspare da quel gigantesco grassetto. Vorrei rassicurare anche lei: non ho contatti di nessun tipo col quotidiano chiamato "Il Giornale".
Immagino che, in soldoni, voglia dire che ho scritto un pezzo simile a quello del Giornale, o intercambiabile con quello del Giornale. Lei prende pezzi del mio testo e li monta, alternandoli, con pezzi di quello del Giornale. Liberissima di farlo. Ma chiedo: a che pro? con quali finalità retoriche e comunicative? Cosa vuole dire, facendo questa operazione di montaggio alternato? Sembrano domande pedanti, ma le faccio con sincerità e semplicità: proprio non ho capito (mi sa che da questo commento ne uscirò come uno un po’ tontolone; pazienza).

Che suoni come una - eufemisticamente - contraddizione il fatto che Repubblica inviti le donne a non farsi offendere da Berlusconi, e lo faccia sullo stesso sito dove compaiono, nel suo colonnino di destra, quotidianamente, regolarmente, scentificamente, donne nude, culi, tette, labbra, anticipazioni di calendari dell’anno che verrà, immagini di star alle quali durante una cena si sgancia la spallina del reggiseno, fermi-immagine e ingrandimenti dell’esibizione della starlette scosciata, Ilary Blasi senza reggiseno che si china sulla scrivania delle Iene, Samantha la barista di Waco che serve il caffè con la minigonna senza mutandine, e insomma, mi fermo qui con gli esempi, che lo faccia da quel sito, dicevo, prima di perdermi negli incisi e negli esempi: che si inviti da quello stesso sito a firmare un appello contro le offese alle donne, contro l’uso del corpo delle donne, contro la riduzione delle donne a oggetti e non a soggetti, ebbene: suona quantomeno, appunto, eufemisticamente, come una contraddizione.

Questo per quel che riguarda l’aspetto del corpo delle donne, che mi sembra il centro del suo testo (credo). Poi c’è anche una questione più strettamente legata alle forme del giornalismo. Ma non mi sembra al centro dei suoi pensieri, quindi non la affronto.

saluti


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