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Commento di bbruno

su Ero straniero


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bbruno 21 luglio 2009 12:09

quando la citazione diventa la prova o dell’ignoranza o della malafede...( in questo caso penso più della malafede ...). Uno ha li diritto alla sua libera opinione, ma ognuno ha il dovere di ricercare sempre nuovi elementi che o comprovino la sua opinione o la dimostrino falsa o mal fondata. E soprattutto nessuno ha il diritto di usare strumenti per ingannare il suo interlocutore, quali quelli molto frequenti delle  citazioni da testi o autori considerati dal pubblico cui ci si rivolge come indiscutibili e perentori. Sul tema: straniero sì straniero no, io posso avere la mia convinzione, sempre disposto a rivederla o a correggerla come indicato sopra, ma io non posso avvalorarla citando dalla Bibbia la frasetta che mi ‘sembra’ la più acconcia a dimostrare il mio assunto e quindi tale da tagliare sul nascere ogni obiezione al proposito. In questo modo,  seguendo lo stesso metodo, io potrei dire: via ogni straniero dal mio paese, perché accoglierlo significherebbe distruggere  la sicurezza e  la pace nella mia ‘casa’ e gli stessi rapporti di convivenza con gli altri con cui la condivido...: “ — Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa e ti renderà estraneo ai tuoi.[ se volete: “ - νοκισον λλτριον, κα διαστρψει σε ν ταραχας κα παλλοτρισει σε τν δων σου”, oppure: “ admitte ad te alienigenam et subvertet te in turbore et abalienabit te a tuis propriis  ( Sir 11:34 ). Quindi,  il problema non si risolve semplicisticamente, o disonestamente,  citando da qui piuttosto che da lì.... Bisogna avere la pazienza, imposta dall’obbligatorietà dell’agire onestamente, di leggere come nella Bibbia - se alla Bibbia ci si vuole riferire - e nell’ INTERA Bibbia, il tema dello straniero viene trattato...Perché questo tema viene trattato, eccome, in centinaia di casi...Certo, che rivolgersi alla Bibbia, nella sua parte veterotestamentaria, cioè alla pratica della relazione con lo stranieri attuata dal popolo ebraico, nel corso della sua vicenda storica precedente la venuta del Cristo, per affermare e sostenere che la piena e incondizionata accoglienza dello ‘straniero’ , è un dovere sacro tale che rifiutarlo significherebbe attirarsi la maledizione divina...,  non è la scelta più acconcia, ma significa, al contrario,  cacciarsi in una contraddizione senza scampo: se c’è stato in popolo che ha fatto della sua identità e della salvaguardia della sua identità la ragione stessa del suo essere quel popolo, è esattamente il popolo di Israele... Mi pare evidente, e la sua evidenza è ancora sotto gli occhi di tutti: quel popolo, ancora non credente nel Messia Gesù, è ancora qui presente in mezzo a noi con la sua identità particolare. Unico caso nella storia dei popoli...Da questo popolo, prima o dopo Cristo, dovrei piuttosto imparare il metodo della difesa , della difesa dell’identità del mio paese, della mia ‘casa’..---. ALLORA vediamo un po’ di sintetizzare. PRIMO- Esiste il dovere per Israele di ‘accogliere lo ‘straniero’  (......) , ed è un dovere di reciprocità, in quanto in quella condizione di straniero anche Israele a suo tempo si è trovato...[ Sorvoliamo, si fa per dire..., sul particolare piuttosto scabroso per la critica biblica, che su questa terra, nella quale Israele si trova e nella quale  ha il dovere di accogliere lo straniero, Israele ci è arrivato e in essa si è stabilito, conducendo una guerra di sterminio delle popolazioni ivi già residenti: loro la chiamano Guerra Santa, noi oggi la chiameremmo guerra di sterminio o ‘genocidio’...]. SECONDO- Ma questa presenza è perfettamente armonizzata nella comunità di Israele, in quanto costituita da persone che condividono la stessa fede nel Dio di Israele, praticano la stessa preghiera e liturgia nel Tempio, pur non costituendo parte integrante con la comunità di Israele. Sono i famosi ‘proseliti’ – con termine greco – ( vedere traduzione LXX... ), o contermine latino, Vulgata, gli ‘advenae’ o ‘peregrini’... . C’è da dire, c’è bisogno di dire,  che è da fuori di testa immaginare una pluralità di fedi religiose in Israele con genti da fuori che vi vengono a costruire i loro templi pagani, con ministri di culti cananei o filistei o egizi in essi esercitanti le loro pratiche idolatre, essi e i loro adepti e le loro pratiche circondati dalla stima e dal rispetto e dall’alta considerazione dei buoni Israeliti... ??? . In questo quadro sta perfettamente al suo posto il dovere di Israele di amare e rispettare e trattare con giustizia lo ‘straniero’: questo significa, per esempio la frase citata, e ora si capisce, del tutto a sproposito: ‘ Ci sarà per voi una sola legge...’ (Lev...24,22 ). Che,  stando alle versioni autentiche dei LXX e della Vulgata, si dovrebbe intendere più esattemente come: ‘δικαωσις µα σται ( ci sia un unico modo di applicare la giustizia ), e quindi: “Aequum iudicium sit inter vos..”; senso raccolto da una  recente traduzione francese che  lapidariamente lo rende in : “Meme justice pour tous, étranger ou pas…” , e da una tedesca: 22Gleiches Recht soll bei euch für den Fremden…- E a proposito di leggi e regolamenti,  perché non citare , da parte del papa,o dei suoi ripetitori, più o meno devoti,  quel passo dove si parla della stessa regola di liturgia nel tempio, sia per il popolo che per lo straniero ( sempre: proselitos e advena o peregrinus...): “ Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà come fate voi. Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore. Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero che soggiorna presso di voi». ( Nm 15:14-16 )...???---TERZO: e perché non andare a leggere, e citare quindi, papi o non papi, cardinali o sacrestani..., quel passo da Neemia dove si  dice che il popolo di Israele, ritornato sulla sua terra dopo l’esilio, impegnato a ricostruire la sua città e il suo tempio, e soprattutto a riconfermare la sua identità, si decide a cacciare da sé una presenza straniera diventata eccessiva e quindi incompatibile con la spropria sopravvivenza identitaria ( ed elitaria... ) e quindi con la sua missione di popolo eletto? Leggere e meditare, prego:In quel tempo si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè ...Quando ebbero udito la legge, separarono da Israele tutto l’elemento straniero che vi si trovava mescolato. [ Vulg.: factum est autem cum audissent legem separaverunt omnem alienigenam ab Israhel” , cioè, tradotto da Ricciotti, “ mandarono via tutti gli stranieri” ] ... (Ne 13:1-3)

 

 



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