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Ero straniero

La ribellione della Chiesa, e anche dei vescovi di tutta Italia, contro il decreto sicurezza è ormai generale. Si sono espressi contro le nuove leggi razziali italiane che criminalizzano i clandestini in quanto tali tutte le organizzazioni e gli ordini religiosi cattolici, da Pax Christi, ai gesuiti, ai francescani, ai comboniani, ai salesiani, le Acli, la Caritas. Il missionario Alex Zanotelli invita alla disobbedienza civile contro il decreto. Persino il Papa ha manifestato abbastanza chiaramente il suo pensiero. 

Insomma il mondo cattolico impegnato nel sociale ha reagito a questa legge profondamente ingiusta e persecutoria come tutte le associazioni laiche che si occupano degli stessi temi, e anche più duramente. Inevitabile farlo, visto che Antico e Nuovo Testamento sono piuttosto chiari in proposito. 

"Non molesterai lo straniero né lo opprimerai, perché voi siete stati stranieri nel paese d’Egitto", si legge in Esodo 22, 20. E simili passi si ripetono in molti altri libri della Bibbia. Levitico 24, 22 fa addirittura un riferimento diretto al decreto sicurezza: "Ci sarà per voi una sola legge per il forestiero e per il cittadino del paese; poiché io sono il Signore vostro Dio". O Deuteronomio 27,19 "Maledetto chi lede il diritto del forestiero, dell’orfano e della vedova! Tutto il popolo dirà: Amen". In tutta la Bibbia chi fa torto allo straniero, per la sua intrinseca condizione di precarietà, è assimilato a chi fa torto agli orfani e alle vedove. Un uomo disprezzabile e passibile di punizione divina. Ma l’Antico Testamento comunque contiene anche passi che considerano legittima la schiavitù e la pena di morte, quindi è un po’ difficile considerarla una fonte da prendere alla lettera per i cristiani moderni. 
 
Il Vangelo però è molto più esplicito in Matteo 25, 41-45: "Poi dirà a quelli alla sua sinistra: Via, lontano da me, maledettinel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeli. Perché ho avuto fame e non mi avete dato da mangiare; ho avuto sete e non mi avete dato da bere; ero forestiero e non mi avete ospitato, nudo e non mi avete vestito, malato e in carcere e non mi avete visitato. Anch’essi allora risponderanno: Signore, quando mai ti abbiamo visto affamato o assetato o forestiero o nudo o malato o in carcere e non ti abbiamo assistito? Ma egli risponderà: In verità vi dico: ogni volta che non avete fatto queste cose a uno di questi miei fratelli più piccoli, non l’avete fatto a me". 
 
Alla luce di queste letture viene da chiedersi perché molti cattolici italiani sembrano invece piuttosto indifferenti all’allarme lanciato dalla Chiesa sul decreto sicurezza. Anzi si direbbe che la grande maggioranza degli elettori di destra, pronti in altre occasioni a difendere il cristianesimo a spada tratta, in questo caso siano favorevoli al provvedimento del governo. Sarà perché, come in molti altri casi, la propaganda televisiva di regime fa di tutto per farlo sembrare qualcosa di assolutamente normale invece della mostruosità che è, e ovviamente soffoca le voci di dissenso, anche se vengono dalla Chiesa. 

Oppure hanno letto un altro Vangelo, o magari non lo hanno letto affatto
I cattolici italiani si sono mobilitati in passato contro fecondazione assistita, testamento biologico e coppie omosessuali. Eppure di certo nella Bibbia non si parla affatto di fecondazione assistita, quindi la contrarietà della Chiesa è basata su un’interpretazione, non sulla lettera. Lo stesso vale per il testamento biologico, per cui tra l’altro fino a pochi decenni fa la Chiesa aveva una posizione piuttosto diversa, visto che era in genere ostile a cure mediche eccessive quando l’ora era ovviamente giunta. Sull’omosessualità la Chiesa poi ha scelto di prendere per buona la condanna presente nel Levitico, che la definisce "innaturale". Lo stesso libro però definisce innaturale anche mangiare crostacei e anguille e incita alla lapidazione e all’omicidio contro i peccatori. 

Gesù invece stranamente nei vangeli non condanna mai l’omosessualità, eppure è impossibile che non ne fosse a conoscenza, visto che era piuttosto comune e nota nel mondo greco romano di cui bene o male la Palestina di allora faceva parte. In compenso invita in molteplici occasioni ad amare il prossimo senza mai giudicarlo
 
Ma comunque sia da considerare l’interpretazione della Chiesa su questi altri argomenti non ci sono dubbi che Gesù prende una posizione molto dura contro chi non accoglie lo straniero. E’ possibile interpretare questo passo come un’autorizzazione a respingere in Libia profughi che scappano dalla guerra e che spesso in Libia hanno subito violenze? E’ possibile interpretare questo passo come un’autorizzazione a multare, arrestare e deportare persone che lavorano in Italia da anni e hanno come unica colpa quella di aver lavorato in nero o di aver perso il lavoro? Pare un pò difficile. E allora perché tanti cattolici italiani, disposti a mobilitarsi con tanta sicurezza su altri più controversi argomenti, adesso non sono in piazza?

Commenti all'articolo

  • Di bbruno (---.---.---.226) 21 luglio 2009 12:09

    quando la citazione diventa la prova o dell’ignoranza o della malafede...( in questo caso penso più della malafede ...). Uno ha li diritto alla sua libera opinione, ma ognuno ha il dovere di ricercare sempre nuovi elementi che o comprovino la sua opinione o la dimostrino falsa o mal fondata. E soprattutto nessuno ha il diritto di usare strumenti per ingannare il suo interlocutore, quali quelli molto frequenti delle  citazioni da testi o autori considerati dal pubblico cui ci si rivolge come indiscutibili e perentori. Sul tema: straniero sì straniero no, io posso avere la mia convinzione, sempre disposto a rivederla o a correggerla come indicato sopra, ma io non posso avvalorarla citando dalla Bibbia la frasetta che mi ‘sembra’ la più acconcia a dimostrare il mio assunto e quindi tale da tagliare sul nascere ogni obiezione al proposito. In questo modo,  seguendo lo stesso metodo, io potrei dire: via ogni straniero dal mio paese, perché accoglierlo significherebbe distruggere  la sicurezza e  la pace nella mia ‘casa’ e gli stessi rapporti di convivenza con gli altri con cui la condivido...: “ — Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa e ti renderà estraneo ai tuoi.[ se volete: “ - νοκισον λλτριον, κα διαστρψει σε ν ταραχας κα παλλοτρισει σε τν δων σου”, oppure: “ admitte ad te alienigenam et subvertet te in turbore et abalienabit te a tuis propriis  ( Sir 11:34 ). Quindi,  il problema non si risolve semplicisticamente, o disonestamente,  citando da qui piuttosto che da lì.... Bisogna avere la pazienza, imposta dall’obbligatorietà dell’agire onestamente, di leggere come nella Bibbia - se alla Bibbia ci si vuole riferire - e nell’ INTERA Bibbia, il tema dello straniero viene trattato...Perché questo tema viene trattato, eccome, in centinaia di casi...Certo, che rivolgersi alla Bibbia, nella sua parte veterotestamentaria, cioè alla pratica della relazione con lo stranieri attuata dal popolo ebraico, nel corso della sua vicenda storica precedente la venuta del Cristo, per affermare e sostenere che la piena e incondizionata accoglienza dello ‘straniero’ , è un dovere sacro tale che rifiutarlo significherebbe attirarsi la maledizione divina...,  non è la scelta più acconcia, ma significa, al contrario,  cacciarsi in una contraddizione senza scampo: se c’è stato in popolo che ha fatto della sua identità e della salvaguardia della sua identità la ragione stessa del suo essere quel popolo, è esattamente il popolo di Israele... Mi pare evidente, e la sua evidenza è ancora sotto gli occhi di tutti: quel popolo, ancora non credente nel Messia Gesù, è ancora qui presente in mezzo a noi con la sua identità particolare. Unico caso nella storia dei popoli...Da questo popolo, prima o dopo Cristo, dovrei piuttosto imparare il metodo della difesa , della difesa dell’identità del mio paese, della mia ‘casa’..---. ALLORA vediamo un po’ di sintetizzare. PRIMO- Esiste il dovere per Israele di ‘accogliere lo ‘straniero’  (......) , ed è un dovere di reciprocità, in quanto in quella condizione di straniero anche Israele a suo tempo si è trovato...[ Sorvoliamo, si fa per dire..., sul particolare piuttosto scabroso per la critica biblica, che su questa terra, nella quale Israele si trova e nella quale  ha il dovere di accogliere lo straniero, Israele ci è arrivato e in essa si è stabilito, conducendo una guerra di sterminio delle popolazioni ivi già residenti: loro la chiamano Guerra Santa, noi oggi la chiameremmo guerra di sterminio o ‘genocidio’...]. SECONDO- Ma questa presenza è perfettamente armonizzata nella comunità di Israele, in quanto costituita da persone che condividono la stessa fede nel Dio di Israele, praticano la stessa preghiera e liturgia nel Tempio, pur non costituendo parte integrante con la comunità di Israele. Sono i famosi ‘proseliti’ – con termine greco – ( vedere traduzione LXX... ), o contermine latino, Vulgata, gli ‘advenae’ o ‘peregrini’... . C’è da dire, c’è bisogno di dire,  che è da fuori di testa immaginare una pluralità di fedi religiose in Israele con genti da fuori che vi vengono a costruire i loro templi pagani, con ministri di culti cananei o filistei o egizi in essi esercitanti le loro pratiche idolatre, essi e i loro adepti e le loro pratiche circondati dalla stima e dal rispetto e dall’alta considerazione dei buoni Israeliti... ??? . In questo quadro sta perfettamente al suo posto il dovere di Israele di amare e rispettare e trattare con giustizia lo ‘straniero’: questo significa, per esempio la frase citata, e ora si capisce, del tutto a sproposito: ‘ Ci sarà per voi una sola legge...’ (Lev...24,22 ). Che,  stando alle versioni autentiche dei LXX e della Vulgata, si dovrebbe intendere più esattemente come: ‘δικαωσις µα σται ( ci sia un unico modo di applicare la giustizia ), e quindi: “Aequum iudicium sit inter vos..”; senso raccolto da una  recente traduzione francese che  lapidariamente lo rende in : “Meme justice pour tous, étranger ou pas…” , e da una tedesca: 22Gleiches Recht soll bei euch für den Fremden…- E a proposito di leggi e regolamenti,  perché non citare , da parte del papa,o dei suoi ripetitori, più o meno devoti,  quel passo dove si parla della stessa regola di liturgia nel tempio, sia per il popolo che per lo straniero ( sempre: proselitos e advena o peregrinus...): “ Se uno straniero che soggiorna da voi o chiunque dimorerà in mezzo a voi in futuro, offrirà un sacrificio con il fuoco, soave profumo per il Signore, farà come fate voi. Vi sarà una sola legge per tutta la comunità, per voi e per lo straniero che soggiorna in mezzo a voi; sarà una legge perenne, di generazione in generazione; come siete voi, così sarà lo straniero davanti al Signore. Ci sarà una stessa legge e uno stesso rito per voi e per lo straniero che soggiorna presso di voi». ( Nm 15:14-16 )...???---TERZO: e perché non andare a leggere, e citare quindi, papi o non papi, cardinali o sacrestani..., quel passo da Neemia dove si  dice che il popolo di Israele, ritornato sulla sua terra dopo l’esilio, impegnato a ricostruire la sua città e il suo tempio, e soprattutto a riconfermare la sua identità, si decide a cacciare da sé una presenza straniera diventata eccessiva e quindi incompatibile con la spropria sopravvivenza identitaria ( ed elitaria... ) e quindi con la sua missione di popolo eletto? Leggere e meditare, prego:In quel tempo si lesse in presenza del popolo il libro di Mosè ...Quando ebbero udito la legge, separarono da Israele tutto l’elemento straniero che vi si trovava mescolato. [ Vulg.: factum est autem cum audissent legem separaverunt omnem alienigenam ab Israhel” , cioè, tradotto da Ricciotti, “ mandarono via tutti gli stranieri” ] ... (Ne 13:1-3)

     

     


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