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Commento di hnyto

su Berlusconi loda se stesso


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hnyto 26 giugno 2009 16:02

D’Alema persona onesta e a modo?? siamo sicuri?

tratto da WIKIPEDIA




D’Alema e la giustizia
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Tangentopoli [modifica]

Nei primi mesi del 1993, quando l’inchiesta di Mani Pulite iniziava ad occuparsi delle cosiddette tangenti rosse al PCI-Pds, D’Alema definiva spregiativamente il pool «il soviet di Milano».[6]

Il 5 marzo 1993, il governo di Giuliano Amato approvò il decreto Conso, con cui il parlamento cercava una "soluzione politica" a Tangentopoli. Il decreto fu contestato da gran parte della popolazione, non fu firmato dal presidente Scalfaro e fu criticato dal PDS. Questo episodio fu causa di attrito fra D’Alema e Amato: il presidente del consiglio accusò il PDS di aver tenuto un comportamento ambiguo.[7]

Finanziamento illecito ai partiti [modifica]

Secondo un’inchiesta di Panorama, nel 1985 Massimo D’Alema, allora segretario regionale del P.C.I. in Puglia avrebbe intascato 20 milioni di lire per il partito da parte di Francesco Cavallari, imprenditore barese, "re" delle case di cura riunite[8][9]. L’episodio sarebbe stato ammesso anche da D’Alema in sede processuale, ed infatti stando a quanto riportato da Panorama il giudice Russi nel decreto di archiviazione del caso avrebbe aggiunto le seguenti considerazioni: "Uno degli episodi di illecito finanziario, e cioè la corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del Pci, ha trovato sostanziale conferma, pur nella diversità di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione dell’onorevole D’Alema (...)".[10] L’inchiesta sottolinea inoltre come all’epoca dei fatti la vicenda non avesse trovato spazio sulla stampa[11].

Concorso in aggiotaggio nella scalata alla BNL [modifica]

Per D’Alema è stato ipotizzato dal GIP Clementina Forleo il concorso in aggiotaggio[12] nell’ambito della scalata alla BNL organizzata dalla Unipol di Giovanni Consorte. Il giudice Forleo richiese nel 2007 al Parlamento italiano la possibilità di utilizzare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche[13] che coinvolgevano D’Alema e Consorte nel procedimento a carico degli scalatori, procedimento che peraltro non vede D’Alema tra gli indagati.

Secondo il Parlamento Europeo - chiamato dal Parlamento italiano a pronunciarsi in materia, in quanto D’Alema era parlamentare europeo all’epoca dei fatti - i testi delle telefonate tra D’Alema e Consorte [14]non potranno essere utilizzati in quanto già esistono agli atti elementi di prova sufficienti a suffragare l’accusa nei confronti degli autori della scalata, peraltro già rinviati a giudizio.[15].

L’appartamento romano [modifica]

Nel 1995 D’Alema rimase coinvolto in Affittopoli, uno scandalo scoperto da Il Giornale: enti pubblici davano in locazione a VIP appartamenti a prezzi agevolati. Dopo una dura campagna mediatica D’Alema lasciò l’appartamento per comprare casa a Roma, ma solo dopo essersi presentato alla trasmissione di Rai 3 condotta da Santoro, dal titolo Samarcanda, in cui ha giustificato la cosa affermando che aveva bisogno della casa degli enti perché versava metà del suo stipendio di parlamentare al partito (all’epoca consistente in circa 12 milioni di Lire al mese).[1]


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