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 Home page > Attualità > Politica > Berlusconi loda se stesso

Berlusconi loda se stesso

Siamo alle solite "tarantelle"

Il Giornale, quotidiano indipendente di destra, dall’alto della sua riconosciuta obiettività, per trovare un minimo di giustificazione ai comportamenti poco ortodossi del premier, va a rovistare nell’immondizia, ramo in cui la destra è ormai specializzata, e tira fuori una storia di puttanelle d’alto bordo che avrebbe riguardato D’Alema e alcuni suoi collaboratori e che quei comunistacci di magistrati avrebbero insabbiato. Ora, a parte che D’Alema è una persona perbene e mai si abbasserebbe a sconcezze della portata di quelle che si appalesano nell’inchiesta di Bari, ma anche, ammesso per assurdo, che l’esponente del PD o altri a lui vicino avessero fatto qualcosa di simile, questo non cambierebbe di una virgola i termini dell’inchiesta barese.

Un ladro che viene giudicato da un tribunale non può chiedere ai giudici di essere assolto dimostrando che c’è altra gente che ruba.

 

Vuoi scommettere che adesso salterà fuori che in queste innocenti festicciole si usava anche la cocaina? Grosso modo così titolava sempre lo stesso quotidiano qualche giorno fa.

Questi giornalisti, con Giordano in testa, devono crederci proprio dei fessi. Si tratta di una tattica vecchia e stravecchia che a Napoli si chiama “fare pietto annanze” e cioé: hai timore che si verifichi qualcosa che già sai o che semplicemente prevedi? La riveli tu, anticipandone la scoperta e così (non sempre) o eviti che accada o ne neutralizzi gli effetti.

A questo punto proprio per dimostrare che il giochetto lo sappiamo fare anche noi, io provo a “fare pietto annanze” e dico:
”Vuoi scommettere che se qualche giannizzero del premier riesce ad avvicinare alcune delle persone che stanno testimoniando, magari presentandosi con qualche pacco regalo, queste ritrattano tutto? Per carità era solo per far capire che conosciamo il meccanismo del giochetto.

Come avevo immaginato mentre scrivevo questo pezzo il TG3 ci ha informati che Massimo D’Alema ha immediatamente querelato “Il Giornale”.



Naturalmente il TG1 ha ignorato la notizia mentre si è attardato a farci vedere la faccia di Berlusconi che ci diceva la percentuale di gradimento degli italiani verso la sua persona e ci spiegava che il merito di questa popolarità era dovuto al fatto che egli è buono, generoso, sincero e leale, della serie: se non me lo dice nessuno, me lo dico da me.

Adesso ve ne prego, facciamo una piccola verifica.

Per essere buono è buono. Basta ricordarsi di Biagi e Montanelli. Due signori anziani, rispettati da tutti e al termine delle loro prestigiose carriere. Bisognava essere veramente buoni per tirare loro quei maldestri tiri mancini..

Generoso, è generoso; basterebbe pensare alle elargizioni fatte tramite Previti, al giudice Vittorio Metta.

Sincero? Questo non si discute proprio. Ricordiamoci di quando al tribunale di Verona dopo aver giurato di dire la verità sostenne di essersi iscritto alla P2 poco tempo prima che scoppiasse l’omonimo scandalo (1981) e di non aver mai pagato una quota d’iscrizione. Si scoprì, poi, che la sua tessera n° 1815 era datata 1978 ed era stata pagata lire 100.000.

Infine per verificare quanto sia leale sono costretto a ricordare in quale maniera riuscì a fare annullare il “Lodo Mondatori” aggiudicandosi grazie a corrotti e corruttori, la più grande industria editoriale italiana.

Per completezza d’informazione riporto il costrutto della sentenza di cassazione.

Previti, Pacifico e Acampora: 1 anno e 6 mesi.

Metta: 1 anno e 9 mesi.

Commenti all'articolo

  • Di maria (---.---.---.235) 26 giugno 2009 14:54

    tutte le scuse sono buone per invocare la libertà di stampa.

  • Di maria (---.---.---.235) 26 giugno 2009 14:55

    tutte le scuse sono buone per invocare la libertà di stampa.

  • Di Mr. V. (---.---.---.37) 26 giugno 2009 15:27

    l’articolo sarebbe anche interessante, ma è troppo "made in PD" il che lo mette sullo stesso livello de "Il Giornale"

  • Di hnyto (---.---.---.20) 26 giugno 2009 16:02

    D’Alema persona onesta e a modo?? siamo sicuri?

    tratto da WIKIPEDIA




    D’Alema e la giustizia
    [modifica]

    Tangentopoli [modifica]

    Nei primi mesi del 1993, quando l’inchiesta di Mani Pulite iniziava ad occuparsi delle cosiddette tangenti rosse al PCI-Pds, D’Alema definiva spregiativamente il pool «il soviet di Milano».[6]

    Il 5 marzo 1993, il governo di Giuliano Amato approvò il decreto Conso, con cui il parlamento cercava una "soluzione politica" a Tangentopoli. Il decreto fu contestato da gran parte della popolazione, non fu firmato dal presidente Scalfaro e fu criticato dal PDS. Questo episodio fu causa di attrito fra D’Alema e Amato: il presidente del consiglio accusò il PDS di aver tenuto un comportamento ambiguo.[7]

    Finanziamento illecito ai partiti [modifica]

    Secondo un’inchiesta di Panorama, nel 1985 Massimo D’Alema, allora segretario regionale del P.C.I. in Puglia avrebbe intascato 20 milioni di lire per il partito da parte di Francesco Cavallari, imprenditore barese, "re" delle case di cura riunite[8][9]. L’episodio sarebbe stato ammesso anche da D’Alema in sede processuale, ed infatti stando a quanto riportato da Panorama il giudice Russi nel decreto di archiviazione del caso avrebbe aggiunto le seguenti considerazioni: "Uno degli episodi di illecito finanziario, e cioè la corresponsione di un contributo di 20 milioni in favore del Pci, ha trovato sostanziale conferma, pur nella diversità di alcuni elementi marginali, nella leale dichiarazione dell’onorevole D’Alema (...)".[10] L’inchiesta sottolinea inoltre come all’epoca dei fatti la vicenda non avesse trovato spazio sulla stampa[11].

    Concorso in aggiotaggio nella scalata alla BNL [modifica]

    Per D’Alema è stato ipotizzato dal GIP Clementina Forleo il concorso in aggiotaggio[12] nell’ambito della scalata alla BNL organizzata dalla Unipol di Giovanni Consorte. Il giudice Forleo richiese nel 2007 al Parlamento italiano la possibilità di utilizzare le trascrizioni delle intercettazioni telefoniche[13] che coinvolgevano D’Alema e Consorte nel procedimento a carico degli scalatori, procedimento che peraltro non vede D’Alema tra gli indagati.

    Secondo il Parlamento Europeo - chiamato dal Parlamento italiano a pronunciarsi in materia, in quanto D’Alema era parlamentare europeo all’epoca dei fatti - i testi delle telefonate tra D’Alema e Consorte [14]non potranno essere utilizzati in quanto già esistono agli atti elementi di prova sufficienti a suffragare l’accusa nei confronti degli autori della scalata, peraltro già rinviati a giudizio.[15].

    L’appartamento romano [modifica]

    Nel 1995 D’Alema rimase coinvolto in Affittopoli, uno scandalo scoperto da Il Giornale: enti pubblici davano in locazione a VIP appartamenti a prezzi agevolati. Dopo una dura campagna mediatica D’Alema lasciò l’appartamento per comprare casa a Roma, ma solo dopo essersi presentato alla trasmissione di Rai 3 condotta da Santoro, dal titolo Samarcanda, in cui ha giustificato la cosa affermando che aveva bisogno della casa degli enti perché versava metà del suo stipendio di parlamentare al partito (all’epoca consistente in circa 12 milioni di Lire al mese).[1]

    • Di musician (---.---.---.166) 26 giugno 2009 16:58

      Per HNYTO
      Siamo alle solite. Preferite vedere la pagliuzza nell’occhio altrui e non la trave nel vostro.
      Volevo umilmente farti notare che hai dimenticato la barca a vela. Da te non mi sarei mai aspettato questa dimenticanza.
      Ad ogni modo D’Alema è la e non si è fatta nessuna legge "ad personam", puoi dunque tranquillamente, se ti fidi di tutti quei condizionali, e del fatto che, se non ricordo male, nel 1985 ricevere soldi da privati non fosse reato, andare da un magistrato a denunziarlo. Io al contrario di quelli della vostra parte politica non ho la necessità di difenderlo a oltranza mentre per voi prendere le parti di Berlusconi è una necessitè perentoria. Come fareste a vincere senza le sue televisioni, i suoi giornali e i suoi soldi?
      Siete dei prigionieri che credono di essere liberi.

  • Di Indomabile (---.---.---.104) 26 giugno 2009 16:26

    Dai dai dai...

    Se dobbiamo fare i nomi dei ladri, facciamoli tutti.

    Dal nostro premier all’accozzaglia di cialtroni che lo segue e aspetta di rosicchiare i suoi avanzi, fino all’altra immondizia di destra e di sinistra che ci tocca sopportare e che iogni giorno ci fa vergognare sempre più del nostro paese e degli altri italiani.

    Siamo diventati un gregge di idioti, altro che popolo e democrazia.

    Tutti invidiosi di soldi e mignotte ma col culo inchiodato alla poltrona e le dita cicciose sui tasti del telecomando.

     Lontani anni luce da quello che vuol dire essere uomini.

  • Di aramis (---.---.---.72) 26 giugno 2009 17:10

     Però se il tribunale è composto da giudici più ladri di lui, obiettivamente faranno anche fatica a condannarlo.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.244) 26 giugno 2009 17:22
    Damiano Mazzotti

    Scusate un attimo... Dato che molti hanno capito che all’80 per cento sono tutti incapaci e profittatori perchè gli italiani non trovano il coraggio di infamarli e cacciarli via a suon di urli e monetine come successe per tangentopoli? Hanno finito le monetine o sono così disorganizzati che ancora non le hanno preparate?

  • Di G&G (incazzato!) (---.---.---.147) 26 giugno 2009 18:43

    Per Damiano: no Damiano non hanno finito le monetine e non sono organizzati non ci pensano nemmeno a ribellarsi, sono diventati PECORONI e VIGLIACCHI pensano solo al loro ’’orticello’’ è sufficiente che nell’orticello nasca un po’ di cicoria e che per TV ci sia un qualche ’’grande fratello’ o una qualche ’’telenovela’’ del resto ne fregano, anche se tutto va in malora!

  • Di giorci (---.---.---.196) 26 giugno 2009 18:52

    Articolo interessante ma incompleto per il fatto che alla pari di Berlusconi in Italia ce ne sono migliaia se non centinaia di migliaia. Tutti insieme non si possono smascherare. Tentiamo di scoprirne uno alla volta.
    Ora è giunto il turno di Berlusconi, se poi toccherà a Dalema e altri ciò non sminuisce il giudizio critico sull’operato dell’attuale premier. La mossa odierna del "Il Giornale" è chiara. Bisognava far scendere l’attenzione sul caso delle veline,minorenni, festini, voli, promesse mancate ai terremotati dell’Aquila e chi più ne ha più ne metta. Gli ottimi consiglieri gli hanno suggerito di tirare in ballo un caso simile per ammortizzare i colpi . Forse lo sbaglio è stato fatto scegliendo un giornale talmente schierato a destra e di proprietà del fratello facilmente riconducibile al mandante. Con tutti i soldi a disposizione poteva incaricare del colpo qualche giornalisrta meno impegnato e sospettabile.
    Con l’occasione essendo terremotato posso confermare che di chiacchiere, promesse mancate, balle e soprattutto mancanza di finanziamenti qui ad L’Aquila ne abbiamo le tasche PIENE (meglio dire VUOTE).
    A parte l’emergenza ora è tutto fermo, c’è grande confusione e la gente teme che i soldi veri che dovrebbero essere trovati con il gratta e vinci non arriveranno. Con i primi freddi quello che non ha fatto il terremoto lo faranno i politicanti. Dopo il G8 ci sarà il silenzio magari suonato non dalla tronba ma dai "tromboni".

  • Di andrea (---.---.---.247) 28 giugno 2009 17:30

     avviso per tutti: Fate attenzione le fonti citate da wikipedia che riguardano D’Alema sono tutte collegate a Panorama o al Giornale. Tranne l’ipotesi di reato di aggiotaggio.
    Le inchieste che riguardano Berlusconi sono di tipo giudiziario e molte di queste hanno già accertato la sua colpevolezza, per D’Alema non vi sono casi simili. Mi sembra un enorme differenza.

  • Di mediolungo (---.---.---.160) 1 luglio 2009 02:10

    nessuna colpevolezza mai per berlusconi sempre assoluzioni e prescrizioni
    chi scrive il contrario é un bugiardo matricolato ed entra a forza nell’esercito
    dei pezzenti di suDARIO Franceschiniello

    • Di alfredo (---.---.---.155) 2 luglio 2009 10:28

      Preferisco far parte dell’esercito dei pezzenti ma onesto.La prescrizione non sempre vuol dire che si è innocente.Secondo me, bisognerebbe proporre una legge dove per i politici la parola prescrizione non dovrebbe esistere,anche perchè questi signori che stanno al governo (sia di destra che di sinistra) rispetto ad un cittadino (pezzente) possono facilmente allungare i tempi ed arrivare alla prescrizione:Se poi non ci riescono possono sempre fare una legge ad OK vedi nodo Alfano.

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