più che perdere tempo nel rispondere agli altri dovrebbe usare meglio i pronomi, visto lo sfoggio di cultura e i consigli che dà agli altri. Connotazione politica? Mi faccia il piacere: l’articolo è solo un ventaglio di banalità allo stato brado.
siamo d’accordo Pint: la maggioranza specula sull’attentato, non sarò certo io a non ammetterlo. Ma sarà forse che io non sono schierato politicamente con nessuno, che questo rimballo di responsabilità da una parte e dall’altra non mi raggiunge: io "vedo" solo l’attentato in quanto violenza. Cioé: poteva essere D’Alema o Di Pietro l’aggredito, che per me era uguale. Per questo mi riesce difficile capire certi commenti: che minchia c’entra la politica quando si aggredisce una persona in quel modo barbaro e solo perché ha detto delle cose in un comizio? Qualcuno ha scritto di "leggere ferite" riportate sul volto di Berlusconi: ma le ferite, si sa, quando stanno sulla facce degli altri sono sempre... leggere. Questo modo di riportare le cose o di commentare non mi trova d’accordo e, anzi, mi infastidisce: qui più che cultura c’è lo sfoggio di se stessi e il tentativo di prevaricazione. Se analizziamo il comportamento di Di Pietro negli ultimi tempi ci sarebbe molto da dire. Altro che cavaliere della tavola rotonda, io userei la fisiognomica: perché già dalla sua espressione e dalla sua gestualità mi riporta a certa mafiosità conclamata. M’è rimasto in testa, per dirtene una, il gesto spocchioso quando, interrogando Craxi, si toglieva la toga. Un atteggiamento, quello di Di Pietro, che ha del mafioso: e lo dico da siciliano, con la mafia sul collo. Qui non ci sono santi ma solo diavoli. Poi lo squilibrato mentale... vabbè. Vorrei sapere chi sono i sani in questa vita, laddove evidenti segni di isterismo collettivo sono sotto gli occhi di tutti. Ma con ciò che senso ha parlare delle colpe laddove si dovrebbe condannare la violenza? Così andiamo verso la stupidità più bieca, altro che rivoluzione del tubo.
...Il gesto di violenza va condannato, come dice Casini, Fini e Napolitano, senza se e senza ma. Oggi, quindi, era preferibile discutere dell’aggressione a Berlusconi in quanto persona; domani ritornava pure la politica. Questo te lo dico da intellettuale non schierato, perché non ho preferenze politiche di nessun genere. Non è poi che la tua analisi è incompleta: va avanti a colpi di frasi fatte. Dovresti evitare i qualunquismi, e ciò che si racconta per strada. La buona scrittura di solito mette d’accordo tutti.
Cara Gloria, dovresti dispiacerti non con loro: che se la cantano e se la dicono tra di loro, ma con chi la pensa esattamente al contrario di te, e soprattutto con chi è contro la violenza di qualsiasi tipo. E’ deleterio leggere certi commenti. Il tuo articolo non è affatto bello: dice le medesime chiacchiere che puoi leggere in qualsiasi parte del web. Oggi devi analizzare l’aggressione, buttarla sulla politica è intellettualmente volgare.
"...Odio! Ma quale odio? Anche un bambino, guardando e ascoltando Berlusconi, capisce che l’odio viene fatto maturare dalle sue stesse parole, dai suoi insulti, dalla sua ipocrisia, dalla sua falsa retorica..."
A me vengono le lacrime agli occhi, leggendo. Quindi secondo te, autore di questo capolavoro di artcolo, le parole di Berlusconi alimenterebbero odio. Mentre il tuo articolo è cosparso di incenso e mirra. Poi leggo, a margine, che non t’importa del giudizio della gente. Allora penso: ci sei arrivato da solo ad odiare Berlusconi?