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Sostiene Papa Francesco…

“I corrotti e i fabbricatori di armi e chi fa la tratta di persone umane non sono felici e certo non si conquistano la vita eterna.”

Queste semplici parole, peraltro minimizzate o ignorate dai “media”, ci ricordano che ormai solo la Chiesa ci parla di etica e, purtroppo, anche essa al suo interno soffre di pedofilia, affarismo, potere abnorme della Curia che cerca di ostacolare il rinnovamento iniziato da Papa Francesco.

C’è però una verità da fare pesare sulla coscienza dei cristiani. La verità è che “fabbricatori di armi” non sono solo i proprietari delle fabbriche o gli azionisti di complessi militari-industriali, ma lo sono anche gli ingegneri che le progettano e gli operai che materialmente le fabbricano.

Nessuna di queste categorie può sottrarsi alla responsabilità morale di chi concorre a fabbricare e vendere strumenti di morte, che sicuramente prima o dopo verranno usati, né in nome della libertà da difendere, né in nome del lavoro che è difficile trovare, né sostenendo che tanto se non le fai tu le fa qualcun altro.

In una delle zone più cattoliche d’Italia, la provincia di Brescia, la Valsella Meccanotecnica fabbricava le armi più odiose e letali, le mine antiuomo, e non fu chiusa per iniziativa dei cittadini o del Vescovo, ma per una decisione dell’ONU, visto che la maggior parte dei morti e mutilati erano ragazzi che le scambiavano per giocattoli.

Il mondo non cambierà mai le sue assurde logiche aggressive e guerrafondaie se i credenti non cominceranno a prendere sul serio l’etica, oggi gridata da Francesco, rifiutandosi come individui di partecipare a progetti di morte e sopraffazione, a pratiche di corruzione, allo sfruttamento schiavistico del lavoro.

Per un cristiano qualsiasi le parole di Francesco dovrebbero rappresentare un imperativo categorico, cambiando comportamenti resi opachi dalle questioni del pentimento e del perdono. L’etica cristiana e l’etica sociale devono trovare un punto d’incontro e l’unico modo di giudicare le persone sono i loro comportamenti personali e sociali.

Un raro punto di incontro e di fratellanza tra cristiani e laici è stato vissuto a Genova, dove il compianto Don Gallo aveva la porta sempre aperta per gli ultimi e i diseredati, ma anche un dialogo sempre vivo con intellettuali e laici non asserviti alle logiche dei partiti e della carriera politica.

In questi tristi tempi di corruzione dilagante, dove si trovano miliardi per i bombardieri e non per un sussidio a tutti i disoccupati, e dove i vecchi sono al lavoro e i giovani a spasso, la nostra sola salvezza è ripartire dall’uomo e dai suoi bisogni veri, non lasciare indietro nessuno, uscire per sempre dalle logiche capitaliste di un consumismo distruttivo e insostenibile.

In attesa del miracolo che le parole di Francesco vengano recepite e vissute, ci contenteremmo di vedere promulgata in Italia la legge inglese denominata “recall” che sostanzialmente dà ai cittadini elettori (almeno il 10%) la possibilità di revocare il mandato ai parlamentari che si macchiano di comportamenti non etici o delittuosi, senza aspettare la sentenza definitiva dei processi.

Ho l’impressione che in Italia una regoletta del genere lascerebbe molti parlamentari disoccupati.

 

Foto: Wikimedia

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