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Il mondo alla rovescia

Certo che il mondo sembra girare alla rovescia!

Il sistema capitalistico globale che ci tiene sotto il tacco lascia i giovani a spasso e mantiene al lavoro gente di quasi 70 anni; l’efficienza e la modernità vengono usate per far funzionare competizioni demenziali come la Formula 1, che propaganda la velocità come fenomeno positivo, ossia propaganda la morte, mentre negli ospedali dove rapidità ed efficienza significano la vita di persone, regnano spesso lentezza, inefficienza e lassismo.

Guardiamo lo Sport: attività nata per giovare alla salute e rendere armonioso il corpo, negli ultimi decenni si è trasformato in un esasperato professionismo pieno di denaro e di droghe, letali per la salute degli atleti, soprattutto una volta smessa l’attività.

Osserviamo il fenomeno della esplosione demografica: i paesi più poveri e affamati procreano molto di più dei paesi ricchi e satolli, generando fenomeni destabilizzanti come l’emigrazione disperata. Basterebbe offrire a questi paesi i presidi anticoncezionali dell’Occidente e il fenomeno si fermerebbe, ma le due grandi religioni monoteiste sono unite nel bloccare qualunque autodeterminazione delle donne.

Guardiamo al cibo: anche se il cibo prodotto dalla terra potrebbe sfamare tutti i 7 miliardi di abitanti, di fatto esso arriva solo dove ci sono i soldi per pagarlo, molto viene buttato o sprecato. Assistiamo a fenomeni come gli USA che pur rappresentando solo il 5% della popolazione mondiale consumano il 40% di tutte le risorse alimentari ed energetiche, dunque l’abbondanza per gli obesi e la penuria per gli affamati.

Il mondo alla rovescia, contro l’uomo si manifesta in modo esemplare nel funzionamento della sanità: gli interessi delle grandi multinazionali farmaceutiche hanno prevalso sulla medicina tradizionale, che cercava di guarire le malattie, coinvolgendo i medici in una nuova strategia che è quella di rendere le persone sin da giovanissime dipendenti da farmaci, anche quelli che riguardano il disagio psichico che rappresenta uno dei più grassi businnes planetari. L’obiettivo è di avere più malati possibili, aiutati in questo da una industria alimentare che produce cibi pieni di grassi, conservanti, coloranti, pesticidi e prodotti transgenici.

Milioni sono i disoccupati, anche in Italia, e invece di diminuire le ore di lavoro si mantiene ancora lo straordinario e si pretende più produttività con meno addetti, mentre una misura umana del lavoro di fabbrica sarebbe di 4 ore, perché le 8 ore più gli straordinari annullano la vita (solo la Svezia sta diminuendo a 6 ore l’orario di lavoro).

Dobbiamo riconoscere che il mondo globalizzato utilizza metodi che distruggono sia la salute degli uomini che quella del pianeta dove aria, acqua e terra sono ormai profondamente inquinate, e già si notano squilibri del clima che ci porteranno desertificazione, scioglimento dei ghiacciai, crescita dei livelli dei mari, con gravi perdite di territorio.

Tutto ciò è il risultato del dominio dell’economia e delle banche su qualunque altro potere, anche quello politico, che non è in grado di fermare quelle multinazionali che decidono i destini del pianeta, che decidono le guerre, che decidono di continuare ad estrarre il petrolio invece di usare le nuove energie, che continuano a bruciare carbone, che diffondono ovunque sementi transgeniche, che distruggono le risorse ittiche pescando in tutti i mari con mezzi industriali

Il mondo globalizzato non è un buon affare per l’umanità. Oggi vi è un governo mondiale dell’economia dove prevalgono grossi e grossissimi trust transnazionali che con l’appoggio del FMI, della Banca Mondiale e delle banche d’affari, si impossessano in modo monopolistico e totalitario delle principali materie prime, dei sistemi elettrici e telefonici di interi paesi, controllano il commercio del grano e delle principali derrate alimentari imponendo i prezzi in modo di far fallire tutti i piccoli produttori.

L’unica strada che vedo, per uscire da questa gabbia globale, è quella di tornare a produrre per i consumi interni di ogni nazione, con propria moneta, uscendo dalla WTO e puntando soprattutto sui settori dell’agricoltura e dell’energia (rinnovabile), senza i quali - autonomia energetica e alimentare - non si è mai veramente indipendenti.

Ma se le scelte che riguardano organizzazione del lavoro, delocalizzazioni, salute, cibi che mangiamo non le decidiamo noi quando andiamo a votare; la democrazia tanto decantata, il potere del popolo, il popolo sovrano, non dovrebbero apparirci come una solenne presa per i fondelli?

 

Foto: m.a.r.c/Flickr

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