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Silvio l’animalista

Silvio Berlusconi sarebbe diventato animalista? Sì, ma soltanto per fini elettorali. Dal momento che amare gli animali non significhi strumentalizzarli per fini strettamente edonistici, ma battersi per il rispetto del loro diritto naturale il quale contempla, anzi tutto, di non soffrire nelle industrie di morte conosciute come allevamenti intensivi e mattatoi. Così come amare gli animali dovrebbe voler dire non trasformare le ricorrenze del Natale e della Pasqua in occasioni per compiere autentiche stragi di tacchini, agnelli e capretti.

Il giornale L'Unione Sarda ha pubblicato il menù del pranzo, di seguito riportato, del sedicente animalista Berlusconi a Cagliari in occasione della campagna elettorale del candidato Ugo Cappellacci:

-Piccola panada di bue rosso;

-Selezione di salumi regionali e pane carasau;

-Fregola al ragout di seppie e salsiccia sgranata;

-Culurgiones di patate e pecorino al pomodoro fresco e basilico;

-Carne di vitello al forno con cardoncelli e patate al rosmarino;

-Semifreddo al torroncino e salsa di arance.

Questo il menù del novello animalista. Il quale, rifacendosi a Madre Teresa di Calcutta, aggiunge che “se impariamo ad amare gli animali come meritano, saremo molto più vicini a Dio”. Forse sarebbe il caso di precisare che, amando gli animali a modo suo, si sia in effetti più vicini al Parlamento. Soprattutto perché esistono ancora tanti fessi disposti a offrire il loro collare al suo letale guinzaglio.

 

 

Foto: Wikipedia

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