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Wind esternalizza 1600 dipendenti. Parla un Windignado

Dopo la fusione con Vimopelcom, 1600 dipendenti Wind verranno esternalizzati. La Wind vuole investire in nuove frequenze e cedere la rete. Mettendo a rischio l’intera compagnia. I sindacati denunciano l’azienda e organizzano scioperi.

La notizia era già stata resa nota a maggio dove tutto era ancora da definire e da “studiare” ma bastò per mettere in allarme tutti i dipendenti, i cosiddetti “Windignatos”. La giornata di sciopero di venerdì 16 dicembre annunciata da Uilcom-Uil, Slc-Cgil e Fistel-Cisl, non dimostra solo il disappunto dello scorporamento, ma anche e soprattutto lo stato di indecisione e incertezza che ancora aleggia nell’aria da oltre 6 mesi.

L’azienda è nata nel 1997 con un investimento di Enel. Nel 2005, la società egiziana Orascom compra la quota di maggioranza con un'operazione non molto trasparente secondo la Procura di Roma che dal 2008 indaga sulla corruzione di alcuni dirigenti Wind, tra cui lo stesso proprietario della Orascom, Naguib Sawiris.

Non sembrava che Wind stesse cadendo a picco, tutt'altro. Da poco è subentrata nella titolarità la VimpelCom, la società russa, a sostituzione dell’Orascom. Gli utili sono in crescita e i debiti in diminuzione. A Bari, la situazione è molto particolare perché la Wind ha usufruito di fondi pubblici dei Programmi Operativi Regionali volti a garantire lo stato occupazionale. Nonostante ciò, i vertici vanno avanti nella loro decisione e tra i possibili partner ci sono la Ericsson e la Huawei, società cinese con alcune sedi in Italia con un pessimo trattamento dei lavoratori.

La posizione di Wind, al momento, rimane ferma spinta dai forti investimenti per la recente asta delle frequenze 4G e per le ultime decisioni regolamentari sull’anticipo dei tagli alle tariffe di terminazione mobile con conseguente perdita di milioni di euro di ricavi.

Tra le novità dopo la manifestazione del 16 dicembre, un gruppo di 20 dipendenti è arrivato a parlare in Campidoglio ed una iniziativa proveniente dall’Idv al Senato è arrivata. Felice Belisario (Presidente Idv), Fabio Giambrone (Vicepresidente Idv) e Giuliana Carlino (Segretario Idv) hanno presentato un Atto di Sindacato Ispettivo al Governo, chiedendo una revisione e verifica della validità dei fatti nonché una soluzione a garanzia delle incertezze date ai dipendenti.

Di seguito la testimonianza di uno dei 1600 precari Windignados.

Agli atti, se la Wind viene esternalizzata alla Huawei o Ericsson, i 1600 dipendenti Windignatos, che fine fanno? Andrebbero a lavorare nella sede esternalizzata o no?


«L'esternalizzazione dei soli dipendenti consiste nell'affidare a terzi i 1600 dipendenti della rete e far gestire a questa società la rete stessa. Ovviamente saremmo noi della rete a gestirla, cambiando "solamente" il nome del nostro datore di lavoro. Il problema è che di solito aziende in perdita effettuano l'esternalizzazione o la cessione del ramo d'azienda totalmente così da avere dei ricavi e non dover più pagare dipendenti e strutture. In questo caso la cosa anomala è che Wind vende solo i dipendenti perché la rete rimane di proprietà Wind, lo fa come se stesse vendendo delle cose. Noi dovremmo continuare perciò a lavorare, dovremmo perché non si sa bene per quanti anni purtroppo, diventiamo dei consulenti che lavorano per Wind, e se Wind non rinnova la commessa alla nuova società? Noi che faremo? La società andrà in perdita e poi dovrà mandarci a casa! Purtroppo è già successo ai nostri ex colleghi del call center».

La Wind non è in perdita. Perché secondo voi i vertici dell’azienda vogliono esternalizzarla?

«Si è vero la Wind non è in perdita, e l'azienda dice che questa manovra è fatta perché è meglio farlo ora che siamo in positivo rispetto ad un eventuale negativo che prospettano di avere. Praticamente credono di prevedere il futuro. Per noi tutti è invece un problema puramente economico a loro favore: ridurre drasticamente i costi, mandarci in altre società che pagheranno fior di milioni di penali se in una zona ci sarà un disservizio superiore ad un tot di ore. È solo e sempre una questione di soldi. Per le dirigenze però».

Siete riusciti a sapere quali sono i parametri di studio gestiti dalla Wind per trovare il partner per l’esternalizzazione?

«Queste cose a noi non spetta saperle, sono cose, come chissà quante altre che l'azienda ci nasconde. Ci hanno nascosto lo studio dell'esternalizzazione anche quando vedevamo le società incaricate dietro di noi a controllare e farci domande, figuriamoci se ci dicono i parametri, anche perché cosi possono anche fare i furbetti: se ne sentono molte di gare truccate, magari l'asta non va al miglior offerente. Ultimamente ci hanno detto che lo studio è rallentato perché è complicato, ma 20 giorni fa dovevano dirci il nome di colui che ci avrebbe comprato, beh per me e molti altri significa che 20 giorni fa lo studio era finito, ora è rallentato?»

Cosa significa in realtà esternalizzazione? La Wind non esisterà più?

«Tutti i clienti dovranno star tranquilli perché la Wind non smetterà di esistere. Il problema sarà la qualità che via via sarà sempre minore, cosi come sta accadendo in Vodafone da quando hanno mandato il reparto tecnico in Romania, sempre per un fattore economico. Prima che i nuovi dipendenti che gestiscono la rete raggiungano il know how delle persone che l'hanno creata e gestita per anni troppo tempo dovrà passare. Tradotto significa: i clienti avranno comunque la loro sim Wind, che purtroppo non avrà la stessa qualità di servizi».

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.207) 31 dicembre 2011 12:33

    Parole sante quelle scritte in questo articolo.
    Noi italiani dovremmo aprire gli occhi e guardare un po più su internet, non solo per giocare o perchè va di moda ma per cercare di capire dove sta andando l’intera italia ed il mondo.
    Esternalizzazione è una parola nuova che ora va molto di moda, e ben sappiamo cosa vuol dire perchè tutti gli esternalizzati o sono stati licenziati o sono in cassa integrazione o lavorano senza diritti.
    In tutte le società la troviamo e in tutte lo società troviamo disoccupazione cassa integrazione disoccupati.
    Noi tutti Italiani esternalizzati disoccupati cassa integrati dovremmo dire basta.
    Siamo stanchi di subire le dicisioni di questi manager che pensano solamente al loro profitto a breve termine facendo affondare l’italia nel baratro più assoluto.
    Dobbiamo far si che questi manager che noi tutti paghiamo profumatamente comincino a trasformare la difficoltà in risorsa, in modo che la risorsa diventi duratura e consolidata per il futuro dell’italia e dei nostri figli.

  • Di (---.---.---.147) 1 gennaio 2012 09:55

    Ho cercato nell’enciclopedia italiana Treccani cosa significa esternalizzazione leggete un po voi http://www.treccani.it/enciclopedia/outsourcing_(altro)/ .

    Trovo che tale descrizione sia carente dell’aspetto italiano di tale azione, perchè non si dice che le esternalizzazioni italiane hanno tutte prodotto precariato e lo dimostrano le cifre sempre in aumento delle esternalizzazioni e dei disoccupati.
    Quindi se su un’enciclopedia così inportante si scrive " la testa del grande organismo stratificato dell’impresa, cerca sempre di trasformare la difficoltà in risorsa, inventando nuove soluzioni" sarebbe corretto anche scrivere che di contro queste azioni portano, almeno in italia, a licenziamenti cassa integrazione lavori a cottimo subappalti di subappalti di subappali ecc altro che risorse.

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