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Whistleblower, Stepchild adoption, Jobs act: come rendere incomprensibile la Politica

Che i politici da molti anni abbiano deciso di rendere incomprensibili I loro discorsi, è cosa nota. “Politichese” viene chiamata quella che a tutti gli effetti appare essere una lingua, assolutamente incomprensibile e indecifrabile, forse persino a coloro che la parlano. Paroloni su paroloni, concetti astrusi, biechi e inquietanti neologismi.

Se vivessimo nel mondo perfetto, nessuno si azzarderebbe a rendere incomprensibili cose che hanno stretta pertinenza con la vita di ogni singolo cittadino. Invece, il metodo – adottato da tempo e ormai stabilizzato – è proprio l’opposto: si fa di tutto per far sì che il più alto numero di cittadini non capisca un fico secco di ciò che un politico dichiara pubblicamente.

Anche questo è un metodo per togliere diritti alle persone, cui viene negata la possibilità di rendersi partecipi della vita della Comunità in cui si vive.

Hanno iniziato trasformando i titoli delle Leggi: da “Finanziamento pubblico ai partiti” a “Rimborsi elettorali” da “Legge finanziaria” a “Legge di stabilità”. Di fondo, non cambia il contenuto, ma cambiando strategicamente il titolo della Legge, ammorbidendone il concetto, ecco che si crea una vera e propria truffa ai danni dei cittadini.

Prendiamo ad esempio il cambio di nome della “Legge finanziaria”. Metteva paura. Era immediatamente riconducibile a nuove ondate di tasse, tagli indiscriminati ai comparti sociali, nuove imposizioni fiscali. Scegliere di chiamarla “Legge di stabilità” l’ha trasformata, nell’opinione collettiva, in qualcosa che non toglie diritti ma crea opportunità per il paese, stabilizzandone l’Economia. A spese dei contribuenti, il cui titolo modificato non migliora certo la condizione economica privata.

Ora però siamo arrivati a un metodo diverso e per molti aspetti inquietante: denominare le Leggi italiane con un titolo in Lingua inglese.

Via al Jobs Act – Legge sul lavoro – avanti con Stepchild Adoption, e ancora di più con Whistleblower, un termine che già in lingua originale è un vero e proprio enigma, visto che deriva dall’immagine del poliziotto inglese intento a soffiare il fischietto per attrarre l’attenzione di un malintenzionato.

Il Jobs Act, si sa, è la riforma del mercato del lavoro. Il nome può effettivamente metter meno ansia della denominazione “Riforma del mercato del lavoro”, ma il contenuto è aberrante, visto che contiene alcune negazioni di diritti dei lavoratori, come l’ormai tristemente famosa cancellazione dell’art. 18 dello statuto dei lavoratori, quello che permetteva la richiesta di reintegro in caso di lavoratore ingiustamente licenziato che aveva il diritto di replica sulla decisione del datore di lavoro.

Per ciò che riguarda la Stepchild adoption, che sta infervorando la politica di ogni colore, e non solo nel nostro paese, probabilmente la traduzione in “Adozione del figlio del compagno/a” era troppo cruda. Meglio smorzare i toni e non far comprendere un’acca a chi ascolta la frase guardando di sbieco la TV mentre cena dopo una giornata di lavoro (nella migliore delle ipotesi).

Ma la vera chicca, è la Legge Whistleblower, che ha già passato la prima commissione alla Camera, col beneplacito di M5S e del PD.

Cosa diamine significherà mai questa parola straniera e così poco pronunciabile? Siamo alle comiche a sfondo noir.

In pratica, dopo lo scandalo dei “furbetti del cartellino” che ha fatto scattare l’onda sempiterna di indignazione nazionale quegli impiegati pubblici che – da tempo immemore – timbrano sì il cartellino, anche di colleghi assenti, ma poi si dedicano ad altre attività, non legate al lavoro.

La figura del Whistleblower, è in pratica quella del segnalatore di casi di corruzione. Tu, cittadino modello, sei testimone di un’azione scorretta, illegale, puoi – anzi devi – segnalare alle autorità competenti, i nomi e i fatti così come li hai visti e ascoltati.

Un grande fratello stile orwelliano, o – se vogliamo fare un esempio più vicino alla realtà – i segnalatori del ventennio fascista.

La normativa che regolamenta i Whistleblower, integra la Legge Severino in materia di impiegati pubblici e crea una protezione di anonimato garantita ai segnalatori. Dichiarazioni di giubilo sono già state fornite da M5S e PD: lotta alla corruzione. Contro i cittadini, mica contro la politica. Ci mancherebbe.

C’è da chiedersi: un cittadino che segnali un atto corruttivo da parte di un politico, otterrà la stessa garanzia di protezione e sarà considerato un eroe della Repubblica Italiana? Ho molti dubbi.

Ora, fra politichese, titoli in lingua inglese, contenuti delle Leggi incomprensibili persino a chi li redige, la domanda sorge spontanea: a quando la stesura delle Leggi in Sanscrito?

Tutto ciò, capita peraltro durante un governo presieduto da un Premier – Renzi – che non spicca certo per capacità linguistiche straniere. Deve essere proprio una fissazione: mettere in risalto i difetti, per non palesare le carenze.

Che Dio ci salvi…

 

(Foto: wikipedia)

Questo articolo è stato pubblicato qui

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