Web Index, Italia nelle retrovie. C’è ancora tanto da "explorare" sul Web

Tim Berners-Lee, l’inventore del World Wide Web, ha realizzato la prima valutazione sull’impatto di Internet e su come influisce nelle varie società e nelle attività economiche e politiche nei diversi Paesi: il Web Index, pubblicato ieri, focalizza l’attenzione su 61 paesi ed ha incoronato la Svezia regina del web ovvero la nazione che utilizza al meglio le potenzialità della Rete, seguita dagli Usa e dalla Gran Bretagna. L’Italia si colloca al 23°posto della classifica generale, con un 57% scarso di individui connessi, riuscendo a peggiorare sia nell’impatto economico che in quello sociale, scivolando, rispettivamente al 38° e al 33° posto della graduatoria.

Anche dal punto di vista politico non siamo eccellenti, riuscendo tuttavia a strappare un 29° posto, ma per nulla soddisfacente se si guarda all’efficienza del governo. Al di là delle scoraggianti indicazioni del report, cui tuttavia c’era da aspettarselo, bisognerebbe trarre la conclusione che ci sono ancora tantissime potenzialità inespresse in Italia, e non essere del tutto pessimisti anche perché gli aspetti positivi non sono del tutto inesistenti.

Banda larga, Open Data, e-Government, editoria e scuola digitale, e-learnig. Tutti strumenti che ci potrebbero consentire di vedere seriamente una ripresa economica e culturale. Perché allora non ripartire dagli errori commessi, smettere di rimandare il varo dell’Agenda digitale e porre finalmente la trasparenza e le competenze adatte al servizio della collettività?

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