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War Porn. L’oscenità della guerra

War Porn è un libro fotografico di Christoph Bangert che mostra il vero volto della guerra, in tutta la sua oscena, disgustosa violenza.

 

Una scatola di cartone, ruvida, grezza, come il suo contenuto: una serie di fotografie “esplicite”. Quasi pornografiche, secondo il suo autore.

Bangert, stimato fotografo di guerra e nipote di un nazista, ha scattato quelle fotografie per rispondere ad alcune domande. Domande sintetizzate nelle cartoline che ha inviato ad amici e conoscenti fino alla pubblicazione del libro: « What do we allow ourselves to remember ? », « Why do I self-censor? », « Why do you self-censor? », « Why am I sending you so many postcards? ». E soprattutto:

«Sto sfruttando i soggetti che fotografo? È moralmente giustificabile lavorare come fotografo in zone di guerra e aree colpite da disastri? Perché siamo tutti così attratti dalle immagini della miseria delle altre persone?»

L’ultima cartolina, racconta Laurence Cornet per L'Oeil de la photographie, conteneva solo una parola: « Horse ». Cavallo. Il cavallo di suo nonno, ufficiale dell’esercito tedesco durante il nazismo, che gli ha raccontato per anni la sua guerra, la Seconda Guerra Mondiale.

Quasi inconsciamente, come lui stesso ammette, Bangert ha ricostruito una sorta di macabro album di famiglia. Un testamento, suo e di suo nonno, fatto con immagini scattate in giro per il globo - Afghanistan, Iraq, Indonesia, Libano, Gaza – per dieci lunghi anni, che raccontano solo una cosa: l’orrore della guerra. Di tutte le guerre. 

Alcune delle pagine, quelle che contengono le fotografie più violente, sono incollate tra loro. Spetta al lettore, spiega Bangert, decidere se aprirle o meno, se vedere o no tutta l'oscenità del War Porn. 

 
Per maggiori informazioni, qui il sito del progetto
Qui è possibile acquistare il volume (in tedesco)

 

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