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Voto in Italia: da un guitto a un comico

Primo: la sinistra ha vinto. Ha la maggioranza del voto popolare sia alla Camera che al Senato.

Secondo: la coalizione di centrosinistra ha perso per strada circa quattro milioni di voti rispetto ai 13.700 (PD+IDV+Arcobaleno) delle elezioni del 2008, se attribuiamo al campo di sinistra anche i 700mila voti di Rivoluzione Civile (che avrebbe potuto regalare clamorosamente la vittoria alla destra). Terzo: Berlusconi ha fatto una grande rimonta rispetto ai sondaggi che lo davano per “bollito” (ma non quelli della sua sondaggista che lanciava una ipotesi di soli 1,5 punti di svantaggio sul centrosinistra); ma nonostante una rimonta stupefacente ha perso per un soffio il voto popolare (fatale fu Oscar Giannino, il noto bilauretao che gli ha soffiato i voti necessari alla vittoria) anche se la sua coalizione si è aggiudicata un gran numero di seggi al Senato per via della legge elettorale che assegna i seggi su base regionale. Ma la coalizione di centrodestra ha perso per strada qualcosa come 7 milioni e duecentomila voti.

Il centro di Monti ha più o meno mantenuto quelli di UDC+FLI sommati. E l’astensione è aumentata: i votanti erano 37 milioni e 874mila nel 2008. Nell’ultimo week end sono stati 35.170.000 circa. Domanda: da dove vengono gli 8 milioni e 600mila che hanno portato il M5s ad essere il primo partito italiano?

Mancano all’appello 4+7,2 = 11milioni e 200mila voti rastrellati dalle maggiori coalizioni alle votazioni precedenti. Due milioni e 700mila sono andati perduti in maggiore astensione. Gli altri sono, precisi precisi, i voti di Grillo. Che dunque ha rastrellato i voti sia di qua che di là.

Ammesso che l’astensione sia equamente distribuita, si può immaginare che nella metà di sinistra ci siano un po’ di ex dipietristi che da sempre indossano la casacca del duro e puro (un po’ meno il loro leader finito alla fine fuori dal Parlamento); altri saranno probabilmente ex elettori di sinistra imbufaliti per l’appoggio a Monti e/o per la sconfitta di Matteo Renzi (lo scontento potrebbe avere perciò motivazioni diametralmente opposte); l’altra metà sono ex elettori di destra in gran parte leghisti insofferenti alle performance di famiglia Bossi + Cerchio Magico, con la Lega più che dimezzata; ma senza trascurare che l’impressione di un Berlusconi ‘bollito’ potrebbe aver allontanato anche tanti combattenti della destra più agguerrita. Così come il suo giro di ‘signorine’ potrebbe aver allontanato l’elettore medio, sensibile alla recente presa di distanza della Chiesa.

Quindi la vera novità è che il partito del comico genovese si caratterizza (e in effetti l’hanno sempre chiaramente affermato) per essere un movimento che “supera” la storica differenza tra destra e sinistra. Storica perché risale addirittura alla primissima fase di quella che sarebbe diventata la Rivoluzione Francese, nel periodo della Costituente, quando chi era favorevole a concedere al monarca il diritto di veto si sedette a destra del presidente e chi era contrario a sinistra. Da allora la destra ha contraddistinto le forze moderate e conservatrici e la sinistra quelle democratiche e progressiste.

L’Italia che ha conosciuto un voto democratico “compiuto” (comprensivo del voto femminile) solo dopo la guerra, ha manenuto la tradizione. Che non è priva di significato: esiste una differenza profonda fra le istanze sociali e culturali fra la sinistra e la destra, anche se negli ultimi decenni le differenze relativamente alle teorie economiche si sono assottigliate vistosamente.

Ma gente culturalmente di destra e gente culturalmente di sinistra potranno tranquillamente trovare un accordo sull’acqua ‘pubblica’ o sul far quadrare i conti di un piccolo Comune; o su un inceneritore, o sul trasporto pubblico. Già sarà più difficile sulla Tav. Quasi impossibile sul governo dei grandi fenomeni dell’epoca attuale come l’immigrazione; vedi la dibattuta questione sul diritto alla nazionalità di un bambino nato in Italia da una coppia di immigrati.

O sui diritti civili: basta ricordare l’esilarante esponente sardo del M5s che si è esibito tempo fa in una lunga disamina sul fatto che un matrimonio fra due uomini avrebbe aperto la società alla possibilità di un matrimonio a tre o a un matrimonio fra specie diverse (mi pare che parlasse di un uomo e del suo cane...). Chissà che ne pensano in Europa.

Staremo a vedere, non possiamo fare altro. Ma non è che il paese se la può prendere comoda; dopo aver perso decenni di riforme sbandierate e mai fatte e un anno e mezzo a inseguire la necessità di riformare il sistema elettorale salvo guardarsi l’ombelico (mentre il tassametro scorreva), il tempo pare veramente al limite dello scadere.

C’è solo da augurarsi che M5s e centrosinistra si accordino rapidamente su un programma minimo: nuova riforma elettorale subito e poi di nuovo al voto. A Grillo di sicuro converrebbe cavalcare l'onda vincente; per il PD sarebbe un grosso rischio, ma se gettasse Renzi nella mischia potrebbe ancora cavarsela.

Se poi, alla fine, Grillo piglierà davvero il 40% portando a casa il governo, staremo a vedere cosa saprà fare nella fase propositiva. Se in questa fase il cupo Casaleggio ci vorrà inserire davvero il referendum sull’euro, cominciamo a studiare il greco perché ne avremo bisogno. Auguri.

 

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.21) 26 febbraio 2013 11:29

    La "fase propositiva" per Grillo comincia adesso, perchè -se lo vuole- può governare con il PD: insieme hanno solide maggioranze sia alla camera che al senato.

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.53) 26 febbraio 2013 11:38

    Finora abbiamo avuto i ladri e i servi dei banchieri. Che male c’è a introdurre anche la figura del comico? Forse essa stempererà il luttuoso clima instaurato finora dal famigerato trio ABC. Vedremo: se Grillo andrà a farsi risucchiare da bersani e dall’occulto potere che gli sta dietro, allora si dissolverà anche lui.

  • Di (---.---.---.213) 26 febbraio 2013 12:05

    Ti rode eh? Studialo tu il greco,uccellaccio del malaugurio che spera che tutto vada male per poter dire "l’avevo detto io!".

  • Di (---.---.---.155) 26 febbraio 2013 18:08

    Articolo equlibrato che non ha bisogno di commenti. Speriamo almeno che si possa formare un governo, che modifichi la legge elettorale e che ci porti a nuove elezioni. Temo però che non cambierebbe molto l’opinione degli italiani e quindi l’ingovernabilità dell’Italia. 

  • Di Il Gufo (---.---.---.35) 26 febbraio 2013 18:24

    Non si può andare subito al voto, lo provede la legge (Napolitano è in scadenza di mandato) nè è pensabile una riforma elettorale quando i partiti in declino penseranno solo a salvare se stessi, come d’altronde hanno fatto prima delle elezioni.
    Per il resto mi sembra che in Italia le differenze "culturali" tra destra e sinistra semplicemente non esistano: non esiste una destra moderata, ci sono forze reazionarie e conservatrici, che sono ben altra cosa e non necessariamente votano "a destra" (i sindacati per dirne una tutelano più pensionati che lavoratori).
    E non esiste la "sinistra progressista", intesa come sommatoria di istanze che mirano a cambiare la società: tanto per citare i diritti civili non si arrivò neppure ad un accordo minimo sui PACS, sulla fecondazione assistita, sul testamento biologico.
    Mi sembra che l’articolista non colga il punto di fondo: è una guerra tra generazioni, non tra schieramenti politici, spazzati via dal 1992 e mai risorti se non come simulacri.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 26 febbraio 2013 19:02
      Fabio Della Pergola

      E’ possibile che non abbia avuto la capacità di cogliere il punto. Non sarei l’unico.
      Ma resto della mia idea: sostenere che tra una destra reazionaria e conservatrice e una sinistra progressista non ci siano differenze credo che sia una favola di tempi recenti. Quando il confronto sociale, culturale ed economico viene spostato su altri temi (generazionale, nazionale, etnico, religioso etc.) per come la vedo io significa solo che i più deboli ci lasceranno le penne (in senso metaforico e non solo). Ben più di quanto non stia accadendo adesso.

      Anche sulla guerra di generazioni avrei qualcosa da dire. Non nel senso che il ’megafono’ del M5s in fondo è un signore di mezza età, come di mezza età è il suo nascosto ispiratore, ammiratore di quel Gengis khan che fu il più devastante sterminatore di ogni epoca. Ma sul termine usato: "guerra". Che mi richiama quella che attraversò l’Italia quando ero giovane. Piccolo battibecco sentito in televisione fra Carlo Freccero "questi ragazzi del m5s in fondo mi ricordano il ’68" e risposta di Vittorio Zucconi "bel risultato si è visto !". Appunto, non vorrei che la grande novità non fosse altro che la ripetizione di un passato fallimentare già visto.

  • Di (---.---.---.50) 26 febbraio 2013 21:55

    alcuni di questi commenti,li trovo stantii molto, GRILLO non si e dimostrato un comico in questo tour,ma un politico navigato e rivoluzionario,non mi sembra che un altro esponente,destra/sinistra,abbia posto il problema della guerra chiamandola MISSIONE DI PACE per lavarsi la coscienza,ridurre i mega stipendi dei manager,ridursi il proprio stipendio,PULIRE IL PARLAMENTO DAI CONDANNATI IN VIA DEFINITIVA E NON,ECC ECC LA LISTA E LUNGA.CLAUDIO ATTIVISTA

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 26 febbraio 2013 22:48
      Fabio Della Pergola

      Io parlavo del conflitto generazionale" che un commentatore ha definito "guerra". Criticare quello che NON è stato fatto è sacrosanto e condivisibile, salvo dimenticarsi quello che invece è stato fatto. Ma l’indignazione non è esclusiva del M5s per quanto sia quello che urla di più e con più successo. Come modulare questa indignazione in un processo politico di trasformazione è il vero problema. Vedremo alla prova dei fatti (anche perché non è che si possa fare molto di più).

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 26 febbraio 2013 22:54
      Fabio Della Pergola

      Quanto al politico "navigato", direi che uno può essere definito così solo quando dimostrerà di saper navigare fra le difficoltà della politica e delle relazioni interne ed esterne. E, ancor più, nella gestione dello stato. Per ora ha ’navigato’ solo in un canotto sul mare della gente che era andata ad ascoltarlo. Convincendola certamente, ma ripetendo un po’ sempre le stesse cose e urlando il suo vaffa contro tutti.

    • Di (---.---.---.50) 26 febbraio 2013 23:29

      TOUCHE,MA GRILLO NON PUO FARE PIU DI COSI, ADESSO TOCCA AI CITTADINI A5STELLE CHE SONO IN PARLAMENTO

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