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Vocazione alla comunità politica per tanti “io” in balia di se stessi

Sentirsi insieme impegnati in un'opera di manutenzione etico-morale della società d’Italia. Ci vuole e urge una manutenzione morale e di partecipazione responsabile per sponsorizzare il necessario bene comune, non più nascosto al popolo e nemmeno esibito e usato a parole per guadagnare un consenso facile e immeritato.

È necessario che insieme ci si volga alla qualità della partecipazione e della relazione tra le persone, abitando lo spazio pubblico con il fermento della socialità virtuosa, per entrare nella storia, adesso, con l’eco nel cuore dell’Italia che ode un fremito di rinnovamento in sé.

Porsi in ascolto e voler contribuire a una visione unitaria e coerente del bene comune è frutto di una sintesi posta alla base della vita sociale e politica, senza la quale, democraticamente parlando, non si lavora per una progettualità coraggiosa, oltre i confini degli interessi immediati. La manutenzione etica di uno spazio comune implica allenarsi all’esercizio della motivazione, discernimento e impegno, aggiornando le istituzioni all’economia a misura per il cittadino.

Applicare un’economia con una visione e norme sociali e morali a livello istituzionale e, allo stesso tempo, aderire ai principi di solidarietà, fiducia e giustizia, generati e praticati nella società civile assieme a un senso di responsabilità dei cittadini, vuole dire aprire le porte alla condivisione della logica economica e della complessità umana. Affetti, sentimenti, emozioni, valori e principi, impegno responsabile e desiderio di sviluppo sociale si aprono alla dimensione della fiducia se si costruiscono le relazioni umane basate sulla qualità, sul rispetto, sull'interazione spontanea e genuina delle intelligenze umane e delle professionalità.

Sostenere un modello di economia civile inclusivo è l’intento di promuovere una società attiva che include gli uomini con il lavoro, li coinvolge in tutte le realtà sociali e nel loro tempo di qualità. È vitale riflettere sul cittadino che partecipa al benessere comunitario con la pratica della democrazia, attraverso la cittadinanza attiva e il volontariato proficuo per liberare le migliori energie sociali convogliate alla crescita reciproca e solidale della Nazione.

Per agevolare un clima di fiducia bisogna mirare al bene comune valorizzato nella libertà e responsabilità, promosso con la partecipazione spinta di tutti, sviluppato da un popolo maturo, competente e responsabile nel “governare”, che sa liberarsi da una condizione di afasia mentale ed è capace di ritrovare il coraggio dell’autonomia per ordinare la sua “casa degli italiani”.

Prendere, dunque, coscienza della vocazione alla comunità politica accordando l’autorità con la libertà, l’iniziativa personale e solidale, l’unità con la diversità attraverso l’ispirata visione nell’essere una “società politica”, che già alle prossime scelte elettorali vede il nuovo corso del proprio cammino democratico.

Oggi c’è un nuovo pensiero da elaborare di cittadinanza aperta in una società veloce e multietnica, dove le istituzioni siano vicine alle persone e le persone più “vicine” tra loro. Niente compromessi instabili. È ora di guardare alla meta ideale sforzandosi, con tenacia e generosità, a conquistarla per il miglior bene di tutti.

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