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Vladimir il Grande


Dopo quasi tre secoli la Russia ha il suo nuovo Pietro il Grande. Vladimir Putin è il condottiero incontrastato della Russia, il ristrutturatore e lo scopritore di ricchezze. L’uomo del kgb, l’uomo dei misteri, degli scheletri nell’armadio, delle repressioni e dei veleni londinesi. Adesso che la ricchezza passa nei tubi che trasportano gas e petrolio, la Russia si scopre di nuovo forte, ansiosa di mostrare i muscoli intorpiditi per troppi anni. Non hanno più bisogno della benevolenza della Nato. Sono Russi e tengono a farlo sapere. Contrastano l’accerchiamento americano con quella cintura di nazioni ai loro confini, le installazioni militari a pochi km da Mosca e il famigerato scudo spaziale. I russi tornano a intessere rapporti diplomatici con gli amici di un tempo: cinesi e mediorientali. Fanno quadrato e si preparano alla contesa non più fredda e nucleare ma diplomatica. Consumano lo strappo sull’Ossezia, invadono la Georgia e concedono tout court l’indipendenza ai loro vecchi satelliti, Ossezia e Alkazia per l’appunto. Nato e Ue si oppongono ma intanto i nuovi “autodeterminati” brindano e sfilano nei caroselli di auto. Gli dovrà essere concesso un referendum per scegliere del loro futuro. E a quel punto loro sceglieranno di stare sotto l’ala protettrice di Putin. Perché la Russia è di nuovo un gigante.

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