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Viva l’Italia?

150° dell'Unità d'Italia, orgogliosi di essere italiani o forse no? La festa e le polemiche.

Roma - Qualcuno l'ha appesa al contrario, qualcuno ne ha appesa una per ogni fienestra. Ieri guardare i balconi e vedere sventolare il tricolore emozionava.

Un orgoglio preso rispolverato ed esposto, come si fa con una vecchia foto in fondo ad un cassetto o un vecchio libro tra gli scaffali, e per un giorno ci si è sentiti parte di qualcosa, figli di qualcuno, di un ideale di patria che forse è ancora in fase di realizzazione.

Ieri, 17 marzo incrociare gli sguardi delle persone nelle strade aveva qualcosa di diverso, ci si sente amici, fratelli. Uniti.

E' un'emozione che alcuni di noi, forse, provavano per la prima volta, eppure proprio oggi ho assistito a scene alle quali non avrei mai pesanto di poter assistere.

Una fra tutte ha catturato la mia attezione, tornando a casa dopo aver trascorso la giornata in festa con altri amici, svolto in un vicolo, un uomo e una donna stanno imbrattando il muro poco distante dal loro portone con la scritta BRUCIA IL TRICOLORE. Non sono la sola ad imbattermi nella scena, altre persona dietro di me si fermano sbigottite e domandano ai due il perché del gesto. Arrivano solo risposte confuse, parole disconnesse, una su tutte: anarchia.

I signori si ritengono anarchici e hanno pensato bene di rovinare una bella giornata, come farebbe una matrigna cattiva nel bel mezzo del ballo, la povera Cenerentola sa che quello è solo un bel sogno e che tutto finirà alla scoccare della mezzanotte eppure indossa le sue scarpette e va incontro alla sua festa.

Anche gli italiani sanno che quella di oggi era solo una festa, un bel sogno che è valso la pena di vivere, una bel ballo al quale non si poteva non partecipare. Gli italiani sanno che anche se l'Italia è fatta da 150 anni, ci sono ancora tante cose da fare. Gli italiani sanno che cultura, ricerca e giovani non trovano spazio in questo paese, che tutti gli spazi sociali sono ormai precarizzati e che se non nasci col cognome giusto o con la raccomandazione giusta le porte davanti a te non si apriranno mai. O che se non sei disposto a tutto, a barattere te stesso e la tua dignità non potrai mai diventare nessuno. Gli italiani lo sanno. Sanno tutto questo. Eppure oggi in quelle bandiere esposte nei balconi, in quei sorrisi, nella voglia di scendere per le strade, magari a giocare solo con tuo figlio nel campetto mezzo distrutto e semiabbandonato sotto casa, c'era tutto il grido e la voglia di sentirsi italiani nonostante tutto, nonostante la rabbia e la delusione.

Quello che è accaduto un vicoletto di un quartiere popolare di Roma, è accaduto anche a livello nazionale fra le poltrone della politica dove una parte di questo paese rifiuta il tricolore e tutto quello che questa bandiera rappresenta, il verde della speranza, il bianco della libertà e il rosso del sangue versato.

Oggi abbiamo celebrato le nostre radici, i nostri ideali, la nostra storia e chi non conosce o nega il proprio ieri non può avere nessun domani.

Auguri Italia!

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