Violenza contro i professori. Facciamoci qualche domanda...

Sono uno studente di V ginnasio, vivo cinque e più ore al giorno dal lunedì al venerdì in una scuola; da quando sono entrato alla materna fino alle superiori i miei genitori mi hanno sempre insegnato una cosa: gli insegnanti sono tali perché hanno studiato e hanno precisi doveri, di onestà, trasparenza e di tramandare la cultura e formare il futuro, doveri che portano a compimento sempre con il massimo impegno; chi non svolge così il proprio lavoro, non è un insegnante. Eppure quello che ho letto nei giorni scorsi mi ha fatto un attimo rabbrividire...
“La Repubblica”, 24 marzo 2011, pagina 29. Titolo:
“La rivolta dei prof contro i genitori, «Basta aggredirci per i voti dei figli»”.
Subito ho pensato a diverse cose ma, anche nella mia esperienza di studente, mai avrei immaginato quanto poi ho letto nell’articolo. Vediamo velocemente alcuni fatti:
- Liceo classico Parini, Milano: due insegnanti hanno chiesto il trasferimento e altri tre si dicono pronti a farlo per gli insulti subiti dai genitori dei loro alunni durante i colloqui.
- Scorso febbraio, scuola elementare Sorelle Agazzi, Milano: la preside finisce in ospedale dopo essere stata picchiata dalla mamma di un bambino di nove anni che aveva il simpatico vizietto di lanciare sedie dalla finestra; la colpa della preside? Non saper gestire lo studente, e quindi giù con le botte.
- Scuola elementare Paolo VI, Roma: una maestra di un alunno sospeso insieme ad altri tre studenti per aver costretto un’altra compagna a spogliarsi (da notare che siamo in una scuola elementare...) è minacciata dalla madre di questo alunno.
- Scorso giugno, Napoli, scuola media Sant’Alfonso dei Liguori: la preside viene pestata dai genitori che avevano saputo dell’avvenuta bocciatura del figlio.
- Ostia, i parenti di una studentessa di scuola media aggrediscono un’insegnante che aveva rimproverato una ragazza che aveva chiamato “balena” una compagna disabile.
Ora, man mano che andavo avanti a leggere questi episodi mi sembrava di vivere in un’altra dimensione... ma dove? Ma stiamo scherzando? Genitori che difendono i figli ad oltranza, che aggrediscono con parole, insulti e soprattutto con le mani i professori? Ma siamo diventati degli emeriti cretini?
Vediamo i casi uno per uno, molto velocemente, giusto per focalizzare l’attenzione:
- Liceo Parini. Un unico commento, detto da me, studente proprio di un liceo classico: se tuo figlio è un asino, cerca di dare una svegliata al pargoletto, non certo all’insegnante che ha fatto il proprio dovere, avvisandoti che stai crescendo una bestiola ragliante.
- Elementari Sorelle Agazzi. Questo lancia sedie dalla finestra e la colpa è della preside? Forse sarebbe stato meglio provare a lanciare la madre dalla finestra... chissà che avrebbe capito qualcosa in più.
- Elementari Paolo VI. Siamo in delle scuole elementari. Penso basti questo a farci capire dove stia andando il nostro futuro se dei bambini delle elementari obbligano una compagna a spogliarsi.
- Media Sant’Alfonso. Come sopra, se tuo figlio è un asino, è un asino.
- Ostia. Forse avrebbero capito qualcosa in più della vita se avessero avuto una figlia disabile...forse però.
Di fianco a questo articolo c’erano due colonne di consigli per professori e genitori per evitare questi episodi; già il fatto che un giornale debba pubblicare questi consigli è scandaloso in un Paese evoluto (o che come tale si presenta) come il nostro. La cosa che però mi ha letteralmente lasciato senza parole è stato l’ultimo consiglio per i genitori... riporto testualmente:
“Non spingere l’insegnante in un angolo, non urlargli in faccia “hai rovinato mio figlio”, non prenderlo a botte”.
Ma dico... serve un giornale per ricordare questa cosa? Serve un giornale per ricordarci che la libertà finisce dove inizia quella del mio prossimo? Serve un giornale per ricordarci che è assurdo, oltre che reato, prendere a botte un insegnante perché ha bocciato il figlio o l’ha richiamato? Dunque è questo l’esempio che viene dato a noi giovani? Serve un giornale per dircelo?
Se la risposta è sì allora io comincerei a preoccuparmi... seriamente.
Cari ragazzi, cari studenti, cari genitori e cari adulti... forse è ora di iniziare a farsi qualche domanda.
Chissà mai che troviamo anche una qualche risposta.
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