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 Home page > Tribuna Libera > Vertice europeo: il teatrino dell’assurdo

Vertice europeo: il teatrino dell’assurdo

Ieri sul Sole il vicedirettore Fabrizio Forquet intervista il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan. Noi vi riportiamo alcune domande con relative risposte, per convincervi del fatto che in questo paese viviamo immersi in una bolla mediatica che ci impedisce di cogliere la realtà.

Prima domanda, molto assertiva:

Ministro Padoan, sull’ultimo vertice europeo si sono dette e scritte molte sciocchezze. Proviamo a mettere un punto fermo: si è parlato di una possibile flessibilità per l’Italia sui vincoli di bilancio?
«Nell’agenda non c’era una discussione sull’Italia. Non avevano motivo di chiederlo i partner europei, e dal nostro punto di vista quel vertice rappresentava il luogo e il momento in cui andare a fare proposte utili per tutta l’Unione. Forti dei nostri conti e delle riforme strutturali avviate e programmate non andiamo con il cappello in mano a chiedere favori o deroghe individuali». 

Traduzione: abbiamo cercato di iniziare a parlare di alcune cosine che potrebbero servirci ma lo abbiamo fatto con nonchalance, per timore che qualcuno potesse pensare ad un nostro interesse sul tema, che sarebbe stato scambiato per il classico “cappello in mano”. Purtroppo non ci hanno filato molto ma siamo fiduciosi di riproporre la supplica nei prossimi mesi. E comunque io ho pensato intensamente a cosa vorrei per Natale, dovrebbe essere sufficiente.

Ma di flessibilità sui parametri, al di là dell’Italia, si è parlato o no?
«La questione era certamente sul tavolo»

Traduzione: la questione era certamente sul tavolo ma la donna delle pulizie l’ha buttata nel cestino. O forse se l’è mangiata il cane, devo capire meglio.

Sarà possibile sterilizzare ai fini del calcolo del deficit gli investimenti co-finanziati? E magari non solo quelli cofinanziati se servono a creare lavoro?
«Non si è ancora discusso in sede europea di misure specifiche. Come dicevo prima, sarà l’esito sul dibattito che abbiamo promosso a dire concretamente che cosa sia più utile per tutti. Il tema è quali riforme strutturali servono per dare un beneficio a tutti i paesi membri»

Traduzione: ho delle idee meravigliose in testa, che manco Cesare Ragazzi, ma per ora non ve le dico. E se non smettete di chiedere in questo modo insistente non vi dirò più nulla. L’arma segreta è segreta, per definizione.

Ieri il sottosegretario Delrio rilanciava gli Union bond, proposti a suo tempo da Romano Prodi e Alberto Quadrio Curzio. Può essere una strada?
«È una questione complessa, con quel nome si possono indicare molte cose, che meritano una riflessione. Ma si tratta di una questione che non è all’ordine del giorno»

Traduzione: ho ordinato un puzzle a dodicimila tessere per Delrio, vediamo se stavolta si tiene impegnato e smette di andare in giro a dire sciocchezze.

Che dire? Che Forquet ha ragione da vendere: sul vertice europeo si sono dette e scritte un sacco di sciocchezze. La maggior parte delle quali provenivano e provengono da Palazzo Chigi e dintorni, con l’affettuosa partecipazione di magna pars dei nostri watchdog mediatici da riporto.

 

Foto: Waiting for Godot/Talawa Theatre

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