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Vedrai che passerà

 

La confusione è tanta. La demagogia pure. Il delirio del capo e dei suoi portavoce volontari o a busta paga si accende digerito il panettone. “Napolitano (e Feltri) cambiano bandiera”. L’accusa de Il Giornale a tutta pagina apre l’anno e inasprisce il clima. Ma tutto torna. Perché il primo riscopre, secondo Sallusti, il tricolore “in chiave anti leghista” e quindi “mira a spaccare più che a unire” e l’ex direttore del Giornale, dal canto suo, “rinnega il berlusconismo”. Paradosso di fine impero trovarsi a difendere Feltri. E infatti non lo faremo. Chi di penna (e campagna stampa) ferisce… L’attacco al presidente della Repubblica invece è pura propaganda. Espressione del fastidio che Berlusconi, e la Lega, provano nel vedere l’anziano presidente difendere Costituzione, Risorgimento e Resistenza. Si sfocia nell’insulto. Si accusa Napolitano di alimentare di divisioni che proprio questo governo e questa maggioranza hanno creato, allevato, nutrito. Senza prudenza alcuna. Il Giornale tuona a salve, ormai la sua credibilità vacilla. Foglio ciclostilato di palazzo Grazioli.

Intanto Fini querela e denuncia sulla vicenda presunto attentato futuro tarocco e complottone da b movie e sulla escort scovata da Belpietro. Metodo Boffo? Ancora? Pare di si. E si tira avanti.

Sallusti ormai è una star televisiva, buono per ogni talk show sanguinolento (l’unico a non cercare il sangue e l’insulto in diretta sembra Lerner, ma si sa lui è un infedele anche per quanto riguarda le tendenze mediatiche), Belpietro è un po’ in declino, l’arrivo di Feltri a Libero lo riporta in seconda fila. La Russa sta ancora cercando di capire per quale ragione i militari non si fidino di lui. Bondi aspetta il voto sulla mozione. E Bersani? Annuncia che farà qualcosa. Sì, qualcosa. Mentre Di Pietro si sta leccando le ferite e prepara forse un’epurazione di massa dal partito (De Magistris, Alfano e Cavalli per primi, maledetti ingrati) e si smorza il dibattito su D’Alema e il Kashmir.

Aspettiamo il referendum a Mirafiori mentre vanno in onda gli spot sul nucleare. Aspettiamo l’approvazione definitiva dei decreti sul federalismo mentre esplodono presunti scandali al Grande Fratello. Si spara sui parlamentari progressisti in Arizona e si fa strage mentre Berlusconi litiga con Tremonti su quanto siamo in crisi se siamo in crisi e se i miracoli di questi due anni e mezzo siano stati tarocchi. Complessivamente ci lecchiamo le ferite di questo 2010 appena finito e ci prepariamo al 2011 che si annuncia ancora peggiore. Fantasmi su una scala mobile. Cittadini non più, da tempo. Consumatori senza consumi per forza di cose.

Ma dai, su, ottimismo. Passerà.

su Gliitaliani.it

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