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Vallerano: Vince il Pdl e la sinistra accusa la comunità romena

Abbiamo perso perché sono emerse chiaramente le falle del nostro progetto” confessa invece l’ex Commissario della sezione locale del Pd Lidia Gregori

“E’ tutta colpa dei romeni: come è nel loro costume in cambio di un tornaconto economico non esitano a prostituirsi. L’immoralità è una loro caratteristica e così, grazie al sostegno incondizionato offerto al Pdl nostro avversario dai centouno votanti romeni, alle scorse comunali abbiamo visto fallire il nostro progetto di governare Vallerano per i prossimi cinque anni. Altri popoli di immigrati come gli extra-comunitari sono molto migliori. Loro hanno votato compatti per il candidato del centro- destra Mauro Giovannini che ha vinto per ventun voti”: così si è espressa la gran parte della rissosa sezione del Pd di Vallerano che ha presentato un esposto alla magistratura affinché indaghi sul perché i due terzi della fiorente comunità romena del paesino del Viterbese, oggi ha soli duemilacinquecento abitanti ma nel passato fu un fiorente caposaldo del dominio di casa Farnese, si siano recati alle urne lo scorso dodici e tredici maggio ed abbiano fatto vincere la lista di centro-destra denominata “La Torre”.

“Non è così: abbiamo perso perché sono emerse chiaramente le falle del nostro progetto. Per la prima volta a Vallerano si presentava una lista unitaria di sinistra, 'Uniti per Vallerano' ma sin dal momento della sua presentazione i componenti della medesima hanno iniziato ad insultarsi a vicenda costruendo la premessa per la sconfitta del nostro candidato Sindaco Aroldo Mastrogregori”: ha invece confessato Lidia Gregori commissario della locale sezione dei Democratici, siamo in pieno feudo dell’ex Ministro del governo Prodi Beppe Fioroni, spedita da Roma in tutta fretta a cercare di pacificare i focosi animi dei Valleranesi dal cuore rosso.

La Gregori, disgustata dai suoi, si è dimessa abbandonando l’incarico che per lei è stato un fallimento. Giovannini ha sconfitto Mastrogregori per 851 voti ad 814 e per lui ha votato la quasi totalità dei centouno romeni iscrittisi negli ultimi giorni utili alle liste elettorali aggiunte. “Sono andati a votare perché la Chiesa, attraverso la Caritas, ha dato loro pacchi dono da spedire ai parenti rimasti in Romania o da utilizzare direttamente” continuano a dire con fare calunnioso parecchi simpatizzanti provenienti dalla Margherita o dal Pds, e confluiti nel Pd, rimasti scioccati dopo la doccia fredda ricevuta a causa della sconfitta elettorale. Un romeno in effetti fu “pizzicato” dai Carabinieri al seggio mentre fotografava da un cellulare il suo voto, ma da qui ad affermare che tutti i centouno romeni abbiano venduto la propria dignità al Pdl ce ne corre. “Se un rumeno ha scattato la foto del suo voto lo potrebbe aver fatto per avere un souvenir da mostrare ai parenti in Romania, di certo né io né i miei amici del Pdl eletti nel Consiglio Comunale di Vallerano - sono nove contro i tre dell'opposizione del Partito Democratico - li abbiamo costretti a votare per la lista di centrodestra” ha ribattuto a muso duro Giovannini che poi ha aggiunto: ”Volerli inquisire per aver espresso il proprio voto a favore del centrodestra, e quindi in maniera sgradita a loro, appartiene alle classiche tecniche della sinistra che tanto ricorda i metodi staliniani”.

In effetti la Procura, dopo la denuncia presentata pare da qualcuno iscritto al Partito Democratico, pur se i tre Consiglieri comunali d'opposizione a Vallerano smentiscono, ha delegato i Carabinieri a compiere le indagini: uno ad uno i centouno romeni che hanno espresso scelto il Pdl vengono convocati dagli inquirenti ed interrogati sui motivi che li hanno indotti ad esprimere quelle determinate preferenze. Proprio come avveniva nella Romania di Ceausescu contro i dissidenti del regime comunista. Il fatto che i due terzi dei romeni residenti nel paese di Vallerano si siano iscritti alle liste elettorali aggiunte in occasione delle elezioni comunali è comunque di per sé un fatto positivo, qualunque sia stata motivazione che li ha spinti. E' un grande passo verso la piena integrazione di quella che è di gran lunga la maggiore comunità di immigrati stranieri, e per giunta come gli italiani cittadini dell'Unione europea, nel nostro paese. Non è un mistero che dopo la tragica esperienza del comunismo di Ceausescu, cioè di quella particolare variante da “ clinica psichiatrica” della dittatura filo-sovietica che ha caratterizzato la Romania degli anni settanta- ottanta del secolo scorso, i romeni oggi identifichino la destra con la libertà e la prosperità economica e che quindi i partiti liberal- democratici intercettino le loro preferenze, ma di qua ad affermare che il loro voto non sia autonomo ce ne corre. Paventare ombre sui loro diritti individuali proprio da parte di quel movimento politico che chiede a gran voce la concessione del voto amministrativo agli extra- comunitari è nient'altro che una pelosa discriminazione che dimostra quanto gli italiani in maggioranza non abbiano ancora imparato a convivere con le comunità immigrate.

I romeni di Vellerano sono scioccati: “Credevamo che in Italia ci fosse la libertà, invece solamente perché abbiamo votato ci troviamo i Carabinieri in casa. Non andremo mai più alle urne e quanto successo ci fa capire che per noi l'integrazione sarà impossibile”, dicono. Infine la Caritas della Diocesi di Civita- Castellana smentisce di essersi interessata al voto e di aver sapientemente distribuito pacchi dono agli elettori pro Giovannini. “E' una colossale calunnia” si sostiene in ambienti ecclesiali.

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