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Vita dura alla Camera

Dopo le impronte, la pausa caffè.

Verso la fine dell’anno scorso il Presidente della Camera Gianfranco Fini aveva dichiarato guerra ai pianisti, a quei parlamentari che hanno il vizietto di votare al posto di colleghi assenti. Un sistema computerizzato in grado di leggere le impronte di un dito della mano, già in uso in paesi di più scarsa tradizione democratica come Messico, Brasile e Albania, dovrebbe entrare in funzione alla Camera dal prossimo 9 marzo mettendo fine al mestiere di pianista che, se in palcoscenico può meritare applausi, in Parlamento “un atto censurabile e immorale”.

Ora Fini torna sulla strada del rigore e annuncia che a Montecitorio arriverà presto l’orario fisso delle votazioni in Aula con tanto di ora di ricreazione secondo un orario che lui stesso ha messo a punto. Ma insomma Presidente, ce l’ha proprio con i suoi onorevoli, come fossero fannulloni! Sta di fatto che a tutt’oggi, solo 200 su 630 deputati avrebbero lasciato le proprie impronte.

Ma non finisce qui lo spirito moralizzatore dei nostri onorevoli, presi da una smania di rinnovamento e collaborazione alla maniera della casalinga che deve fare ogni giorno i conti col portafoglio.

Il deputato della Lega Marco Reguzzoni ha scritto al Presidente della Camera perché intervenga sull’agenzia viaggi affinchè si cambi compagnia di volo passando da CAI ai voli low-cost di EasyJet sui collegamenti Malpensa-Fiumicino, con un risparmio di almeno una decina di milioni di euro all’anno. Unico svantaggio per i signori onorevoli il fatto, non irrilevante, che con il volo low-cost dovranno chiedere il rimborso invece che prenotare per comodità alla ex compagnia di bandiera.

Certo siamo commossi da queste manifestazioni di onestà e senso del dovere, ma attenzione con le esagerazioni, perché si rischia di rendere ancora più complicata la vita dei nostri parlamentari e raffreddare gli entusiasmi di coloro che, rinunciando ai propri agi, decidono di intraprendere la stressante carriera di deputato.

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