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Uruguay: sì ai matrimoni gay

“È appena stata adottata una nuova definizione di matrimonio: d'ora in avanti, non sarà più necessario che i due congiunti siano di sesso differente”, scrive il quotidiano uruguaiano La Diaria a poche ore dal consenso dato alle unioni omosessuali dal parlamento di Montevideo.

Anche l'Uruguay, il 10 aprile, ha votato a favore dell'approvazione dei matrimoni omosessuali, terzo paese del continente americano - dopo Argentina e Canada - e secondo paese dell'America Latina a compiere questo passo in avanti per l'uguaglianza.

L'Argentina di Kirchner, nel 2010, promosse la legge per un soffio, con 27 voti contrari e 33 favorevoli, dopo 15 ore di dibattito in Parlamento. Fra i deputati uruguaiani invece, 71 su 92 si sono espressi per il “sì”.


In Senato, 23 voti a favore e 8 contro. Questa legge, inoltre, permetterà alle coppie omosessuali di scegliere l'ordine dei cognomi da attribuire ai figli adottivi.

“Convengo sul fatto che la famiglia è la base della società, ma credo anche che l'amore sia la base della famiglia. E l'amore non è né omosessuale né eterosessuale”, ha affermato Fernando Amado, membro del partito di centrodestra Colorado, fra i votanti a favore. 

Paese tra i più secolarizzati dell'America Latina, nel quale la separazione tra Stato e Chiesa è avvenuta nel 1961, con i suoi 3 milioni e 250 mila abitanti l'Uruguay di José "Pepe" Mujica si distingue dal 2005 per il suo progressismo: possibilità di adozione per le coppie omosessuali, cambiamento di sesso concesso a partire dai 18 anni, legalizzazione dell'aborto. 

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