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Una riflessione su energia e cicli economici

Non condivido la teoria del Peak Oil (leggi del Peak Oil su ASPO Italia) perchè lega direttamente il prezzo del petrolio alla sua scarsità (e anche le recenti vicende hanno smentito questo asserto...) e soprattutto perchè trascura l’innovazione tecnologica e i nuovi metodi per produrre energia (interessante sull’argomento il paper di Lynch pubblicato qualche mese fa dall’IBL).

E’ innegabile che il petrolio del pianeta sia una quantità finita ma ancora esistono zone inesplorate e molti giacimenti noti non sfruttati...allora il ragionamento è che a mano a mano che il petrolio "facile" terminerà, le altre fonti acquisteranno un vantaggio competitivo incentivando la ricerca di alternative oggi ignote; per cui in senso economico si può affermare che il petrolio è virtualmente infinito.

In effetti però politiche economiche sbagliate (come ad esempio l’interventismo dello Stato volto a rendere più morbide le crisi) generano distorsione nel mercato non affossando gli investimenti erronei, nel settore energetico questo nel lungo periodo può provocare ulteriori notevoli danni all’economia. Von Hayek in Prezzi e produzione scriveva: "l’esistenza di capacità produttiva inutilizzata [...] non dimostra affatto l’eccesso di capitale e consumo inefficiente, al contrario è sintomo della nostra incapacità di utilizzare appieno gli impianti fissi, perchè la domanda corrente di beni di consumo è troppo pressante per permettere di investire i servizi produttivi correnti in processi lunghi per i quali è disponibile la necessaria


attrezzatura durevole".

Così oggi ci stiamo ancora chiedendo se sia conveniente cercare subito alternative ai combustibili fossili, investire in automobili energeticamente più efficienti ed in generale ricercare l’efficienza energetica.


Vi consiglio l’ascolto (in spagnolo ma comprensibile...) su Bloomberg del Prof. Huerta de Soto (ricordo anche un suo interessantissimo articolo pubblicato dal Mises Institutes)

 

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