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Un commento sul IV Conto Energia

Nel giorno in cui si vota sul nucleare un commento sul Quarto Conto Energia, lo schema di incentivazione del fotovoltaico in Italia

Di ritorno da Monaco ci siamo resi conto che gli operatori del settore del fotovoltaico hanno già recepito che il mercato italiano nel nuovo schema di incentivazione del IV conto energia è cambiato e la redditività a due cifre per gli investitori si conserverà ancora negli impianti (piccoli) fino a 1MW sul tetto e sugli impianti integrati negli edifici ma osserviamo che è dietro l'angolo ancora la grande abbuffata.

L'editoriale di Photon International del mese di maggio titola "Italian drama continues" un titolo che spiega da solo come gli osservatori internazionali vedono il IV conto energia, probabilmente una misura di breve termine che determinerà ancora delle bolle.

Non possiamo fare a meno di osservare infatti che, si è vero Think Small, nelle intenzioni del legislatore forse si voleva si privilegiare la microgenerazione distributa (ma quanto micro?) ma poi definendo un grande impianto come un "impianto fotovoltaico diverso da quello di cui alla lettere u)" si definisce piccolo impianto quello da 1MW realizzato su edificio (cui prodest?) oppure quello fino a 200 kWdi potenza che opera in regime di scambio sul posto... in tutto questo c'è una zona franca che è quella delle aree di proprietà delle pubbliche amministrazioni: in questo caso si può costruire qualunque cosa senza limiti di taglia!

E' chiaro che il nuovo conto energia apre delle strade per una nuova bolla di installato e così si rischia di buttar via dei soldi senza fare efficienza nel nostro sistema.

Gli impianti architettonicamente integrati sono il cavallo di Troia per il nuovo boom se si pensa che un impianto da 1 MW di questo tipo godono di un premio sul kwh prodotto assai generoso; chi si è fatto poi la fabbrichetta di pannelli solari, e costruisce impianti di produzione di energia elettica fotovoltaici usando per il 60% componenti riconducibili ad una produzione realizzata all'interno dell'Unione Europea beneficerà del premio che il conto energia ha riservato, in barba al WTO, ai prodotti dell'unione europea... omnia munda mundis, il legislatore ha voluto questa forma di protezionismo per determinare un abbassamento della produzione asiatica di 10-15 centesimi o per riempire le tasche di qualcuno?

A voi la risposta (nelle vostre assunzioni però considerate la dimensione dell'Italia rispetto a quella dei produttori asiatici n.d.r.) anche se ad una prima lettura avevamo dato un parere più morbido (anche perché il IV conto doveva uscire in qualche forma e stabilizzare lo scenario italiano) dopo qualche settimana ed avendo analizzato il mercato pensiamo che la strada non sia quella giusta perché così facendo gli impianti costeranno di più (si tagliano fuori i componenti più economici ed il produttore europeo non sarà stimolato all'operation excellence che ottimizza i suoi costi di produzione) ed i soldi del conto energia prenderanno strade diverse da quelle che portano al raggiungimento della grid parity, raggiungendo presto il tetto stabilito dal Governo... ci auguriamo quindi che fin da ora si cominci a studiare il quinto conto energia per evitare nuovi errori e garantire un futuro a questo settore.

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