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 Home page > Attualità > Politica > Una nuova legge elettorale... con il permesso di Berlusconi

Una nuova legge elettorale... con il permesso di Berlusconi

Il Governo delle Larghe intese di Letta, dopo una lunga e ignobile gestazione, poteva avere una sua giustificazione sul piano politico per due motivi oggettivi:

  • gli italiani, ancora una volta e peggio del passato, non hanno saputo individuare una maggioranza per farsi governare, credendo ai vecchi gufi della politica e ai nuovi strillozzi, che finora hanno mostrato ampiamente tutte le loro capacità;
  • in secondo luogo il governo Letta, proprio per la particolarità della sua anomala maggioranza, avrebbe dovuto fare poche cose urgenti e poi ridare la parola al popolo (si fa per dire) sovrano.

Tra le cose urgenti, vi era e vi è ancora l’esigenza di ridefinire la politica fiscale, che ha tartassato soprattutto i meno agiati e le imprese, per rilanciare l’economia; contemporaneamente avrebbe dovuto da subito mettere mano alla legge elettorale ampiamente anticostituzionale e moralmente indecente, per restituire agli elettori un’apparente possibilità di scelta dei propri rappresentanti, limitando l’onnipotenza dei partiti che ci stanno governando da circa vent’anni.

Sulla prima questione, il governo ha iniziato a fare qualcosa con il “Decreto del fare”, naturalmente alle buone intenzioni scritte occorre sempre passare all’attuazione con un’ampia collaborazione dei vari partiti; invece sulla legge elettorale finora nessuno ha mosso un dito: solo il presidente Letta al meeting di “Comunione e Liberazione” ha dichiarato che per ottobre dovrebbe essere approvata una nuova legge elettorale.

E qui ritorna in ballo la vicenda Berlusconi, che il 9 settembre dovrebbe decadere da parlamentare, dopo il voto del Senato. In vista di questo passaggio obbligatorio, subito Berlusconi e i suoi cortigiani hanno riempito le agenzie d’informazione con le loro dichiarazioni pretestuose, per tentare in extremis di salvare Berlusconi dalla decadenza da parlamentare, minacciando di togliere la fiducia al governo Letta, se il PD dovesse votare contro le proprie aspettative, peraltro previste dai regolamenti che lo stesso PdL ha fatto approvare lo scorso anno!

Ma si sa che in politica la memoria è molto corta e spesso si gioca con i sofismi per avvallare le soluzioni di comodo.

Anche ammesso e non concesso che tutta la condanna inflitta a Berlusconi sia una montatura di quella “magistratura democratica” contro la quale si scaglia compatto il centro-destra, va sottolineato che Berlusconi non è e non sarà l’ultimo a pagare per sentenze sbagliate e quindi come ogni cittadino deve sopportare le conseguenze negative di errori giudiziari; ma ciò che comunque lo condanna politicamente e moralmente è che proprio per essere il leader di un movimento politico, che ha governato per circa 15 anni su 20 in Italia anche con maggioranze “bulgare”, avrebbe dovuto e potuto a suo tempo riformare le leggi che riguardano il ruolo e le responsabilità della magistratura nel nostro Paese.

Cinicamente possiamo affermare: chi è causa del proprio male pianga se stesso! E ancor peggio, chi non sa amministrare nel nome e per conto del popolo sovrano, meriterebbe pena ancora più pesante sul piano giudiziario e pecuniario! E questo naturalmente deve valere per tutti i politici di ogni partito.

Tornando alla nostra questione sulla legge elettorale, è prevedibile che non arriveremo ad ottobre con questo governo, per le bizze dei berlusconiani, che naturalmente non hanno nessuna voglia di modificarla, in quanto consente loro, ancora, di manipolare gli esiti delle prossime elezioni, nominando nel posto giusto i propri fedelissimi, garantendosi in questo modo la rielezione. E anche questa scelta politica è coerente con la concezione del liberalismo che hanno questi signori, che è lontanissima dall’attuazione della democrazia, dove è la base che sceglie e controlla l’operato dei propri rappresentanti.

Con rammarico devo affermare che è ignominioso ancor di più l’atteggiamento del centro-sinistra, dove la concezione della gestione democratica originata dalla base stenta ad attecchire, nonostante le buone professioni di fede e i timidi rimandi ideologici ad un socialismo di maniera più che di sostanza, dove troppo spesso si temono le forme di democrazia assembleare, dove è più difficile gestire e orientare, ma che rimane pur sempre l’unica palestra per la formazione dell’uomo come persona e come cittadino.

Quindi, per ora, noi cittadini dovremmo subire ancora la “farsa” delle elezioni con il “porcellum”, che assottiglierà sempre più il numero degli elettori alle urne, per la gioia di tanti nostri cultori della democrazia dei vertici.

Foto logo: Wikimedia

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.48) 21 agosto 2013 20:03

    Senza fine >

    Prima la grazia o la commutazione della pena. Poi il ricorso alla Corte Europea ed alla nostra Consulta. Adesso la minaccia di una “scontata” fine del governo Letta.

    Tutto affinché Berlusconi conservi, a pieno, la sua libertà personale e la sua “onorabilità” di uomo e di leader politico.
    Perfino il ritorno alle elezioni politiche, con gli inevitabili contraccolpi sul già “traballante” sistema economico-sociale.

    Per Berlusconi ed i suoi sostenitori è prioritario interesse di “tutto” il paese che giustizia e legalità vengano “disattese” purchè la sentenza di condanna non trovi applicazione.
    Ecco allora un dato a dir poco inquietante.
    Entro le prossime settimane si verranno a prospettare (praticare) i percorsi ed i passaggi più inusitati. Eppure nessuno saprà pronosticare la sola risolutiva soluzione del caso Bewrlusconi.
    Quella in grado di evitare anche gli ulteriori possibili effetti “restrittivi” dei processi tuttora pendenti.

    Dilemma.
    Quante sono le repliche previste? A chi resteranno i tanti cocci man mano prodotti?
    Di certo non è mai stata scritta l’ultima riga di un Dossier Arroganza

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