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Una donna su quattro rinuncia al lavoro per i figli

Quattro donne su dieci interrompono il lavoro per prendersi cura dei figli. A renderlo noto è l'Istat, in un rapporto dedicato alla questione della conciliazione tra lavoro e famiglia.

Secondo l'istituto, sono infatti 702.000 le occupate con figli minori di 8 anni che dichiarano di aver interrotto temporaneamente l'attività lavorativa per almeno un mese dopo la nascita del figlio più piccolo (il 37,5% del totale delle madri occupate). L'assenza temporanea dal lavoro per accudire i figli continua a riguardare, invece, solo una parte marginale di padri. Uno squilibrio che incide sul livello dell'occupazione femminile e costituisce un caso particolare della più generale tendenza a far gravare sulle donne la responsabilità di cura di bambini, anziani e disabili.

Questo genere di attività di assistenza le riguarda infatti più spesso degli uomini (42,3% contro il 34,5%). Tra le madri di 25-54 anni, la quota di occupate è pari al 55,5%, mentre tra i padri raggiunge il 90,6%. Secondo l'Istat, la mancanza di servizi di supporto nelle attività di assistenza rappresenta un ostacolo per il lavoro a tempo pieno di 204.000 donne occupate part time (il 14,3%) e per l'ingresso nel mercato del lavoro di 489.000 donne non occupate (l'11,6%). Anche il congedo parentale è utilizzato prevalentemente dalle donne e riguarda una madre occupata ogni due, a fronte di una percentuale del 6,9% dei padri.

 

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