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 Home page > Tribuna Libera > Una Norimberga per George Bush

Una Norimberga per George Bush

Mi convincerò di considerare l’occidente, in particola modo gli U.S.A., uno Stato di diritto, quando vedrò seduto come imputato, in un processo del tipo di quello tenutosi a Norimberga, dopo la seconda guerra mondiale, l’ex presidente degli Stati Uniti George W. Bush, per rispondere di crimini contro l’umanità, per avere voluto e sostenuto la guerra d’invasione contro l’Irak, dal cui esito scaturiscono molte delle funeste conseguenze attuali, in particolare l’attuale instabilità mondiale.

Non sarei interessato al grado di condanna, ma alla dichiarazione della sua responsabilità, perché un eventuale giudizio lasci un indelebile traccia nella storia dell’umanità. Così come avvenuto a Norimberga, sarebbe auspicabile che una Corte abbia il coraggio di processare, questa volta non i vinti ma i vincitori, perché non è detto che chi abbia voluto una guerra sia sempre dalla parte della ragione e chi l’ha subita ne sopporti le conseguenze, assieme a tutte le nazioni che più o meno consapevolmente l’abbiano condivisa.

Una Nazione può dirsi civile se ha il coraggio di processare se stessa o di tentare di farlo. E’ fin troppo comodo lasciare che sia la storia a processare George W. Bush. Non si può delegare al tempo ciò che la realtà del presente richiede e pretende, perché è col presente che si costruisce il futuro, almeno per evitare che errori di questo tipo abbiano a ripetersi e che personaggi della stampa di G.W Bush abbiano la possibilità di riprodursi, senza che un giudizio li sfiori in vita. Il tentativo di far partecipare il fratello alla corsa alla presidenza Usa, la dice lunga sul grado d’irresponsabilità, incoscienza e sfacciataggine di questa potente famiglia americana. E’ la riprova, ove ci fosse bisogno, della necessita che una Corte faccia chiarezza sull’operato di un Presidente, quando le conseguenze non sono percepite o volutamente negate. Non scandalizziamoci quando le risultanze, che sono sotto gli occhi di tutti, hanno un nome e un cognome. 

Commenti all'articolo

  • Di Pentacrinus (---.---.---.148) 1 settembre 2016 12:54

    Condivido in pieno quanto sopra. Purtroppo è evidente a chiunque abbia un minimo di capacità analitica che gli USA sono tutto fuorché il territorio della libertà e del rispetto dei diritti. Questa cosiddetta nazione procede come un buldozzer travolgendo e calpestando impunemente il resto del mondo e comportandosi de facto come la "razza superiore" di germanica memoria.

  • Di GeriSteve (---.---.---.192) 1 settembre 2016 23:21

    Non concordo con l’articolo e ancor meno con il commento precedente. Entrambi si scagliano contro gli USA, come se gli Usa fossero un soggetto. Invece negli Usa ci sono i criminali (come i Bush) e le vittime.

    I criminali non sono soltanto americani: ci sono principi sauditi che hanno complottato per distruggere l’Irak.

    Le vittime non sono soltanto irakene e afgane: basta pensare agli statunitensi ammazzati nell’auto attentato alle torri gemelle e a quelli morti perchè mandati a combattere quelle assurde guerre.

    Posso capire che nel diciannovesimo secolo, e forse ancora nel ventesimo, si interpretasse la storia come lotta fra le nazioni, identificando i governanti con i popoli che questi governavano. Ma nel ventunesimo secolo non è proprio accettabile credere e raccontare ancora quella balla della lotta fra le nazioni: per sostenerla ci vuole stupidità e - forse- malafede.

    E’ verissimo che entrambi i Bush andrebbero processati per crimini contro l’umanità, ma da chi? I nazisti furono processati da chi aveva vinto la seconda guerra mondiale. Bush, Blair ecc non verranno mai processati da chi ha lucrato su quelle loro guerre.

    GeriSteve

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