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Un solo uomo al comando

      “Un solo uomo è al comando della corsa: la sua maglia è bianco celeste, il suo nome è Fausto Coppi”. Così il cronista Mario Ferretti commentava l’impresa compiuta dal famoso ciclista nel Giro d’Italia del 1947, quando, dopo 90 Km dalla partenza, scalò in solitudine i cinque gran premi della montagna.

 Parafrasando quelle storiche parole, anche adesso c’è “un solo uomo” al comando. Ma costui non si trova al comando di una sia pur prestigiosa competizione sportiva. Costui è al comando dell’Italia. La sua maglia non è bianco celeste. E’ una maglia nera: l’avvilente ricordo di un tragico periodo della storia italiana. Il suo nome è Matteo Renzi: un politicante che, pur non essendo stato votato per la carica che ricopre, pretende di poter seguitare a depredare l’Italia addirittura fino al 2018. Egli, inoltre, avvalendosi della legge elettorale denominata “italicum”, intende consolidare la dittatura del partito unico.

 Questo tracotante strumento del potere finanziario, occupa quella carica grazie anche alle gravissime responsabilità di Napolitano, il quale è stato a sua volta eletto da un palesemente incostituzionale Parlamento, che non ha esitato a reiterare la sua illegalità eleggendo Mattarella alla Presidenza della Repubblica.

 E’ ormai unanimemente riconosciuta l’incostituzionalità di questo Parlamento. Esso doveva e dovrebbe essere sciolto. Sembra però che nessuno abbia il coraggio di adottare una così democratica iniziativa. Non se la sente di farlo neppure Grillo, il quale, qualora si fosse dimostrato coerente con le promesse fatte, avrebbe dovuto provocarne l’immediato autoscioglimento attraverso le dimissioni in massa dei suoi deputati e senatori. In questo modo si sarebbe potuta recuperare la dignità di due espressioni istituzionali, quella della Camera e quella del Senato, divenute ormai luoghi di bivacchi di politicanti asserviti al potere finanziario.

 In un così squallido proscenio istituzionale e sociale, si configura anche il paradosso grazie al quale un incostituzionale Parlamento pretende di varare una nuova legge elettorale e, ancor più proditoriamente, di riformare, anzi di annichilire definitivamente, il dettato costituzionale.

 Qualora si fosse avuto il coraggio di autosciogliere questo Parlamento, saremmo tornati a votare con il sistema proporzionale, il quale assicura non soltanto una fisionomia democratica alle elezioni, ma rende superfluo il ricorso a una nuova legge elettorale. Questo però non succede. Non succede semplicemente perché al comando della corsa, anzi al comando della Armata Brancaleone che sta saccheggiando l’Italia, c’è un solo uomo: il laleologo Matteo Renzi.

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