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Un furto chiamato Split Payment

Gentile Presidente, ci risiamo, nuova norma vecchia abitudine, nonostante le migliaia di dichiarazioni fatte a destra e a manca che inneggiano il Made in Italy e la ferma volontà di aiutare le imprese, alla fine si ricasca nel vecchio vizio e si torna a mortificarle, questa volta con lo Split Payment. In buona sostanza, l’impresa fornitrice di beni e servizi alla PA si troverà ad emettere una fattura la cui IVA verrà versata dall’ente direttamente all’Erario. Risultato? L’impresa non riuscirà a compensare l’IVA generando quindi una minore disponibilità di cassa che in un periodo di Credit Crunch come quello attuale si tradurrà unitamente ai ritardi di pagamenti dello stato in un nuovo tsunami sul mondo delle imprese che travolgerà chi è sopravvissuto alla crisi con grandi difficoltà.

 Caro Presidente Mattarella, le sue parole "sarò un arbitro imparziale, ma i giocatori mi aiutino" riferite agli attori della politica hanno colpito tutti noi e vorremmo che fossero applicabili anche al rapporto tra una Pubblica Amministrazione, spesso giocatore scorretto e in continuo ritardo nei pagamenti alle imprese, e il mondo delle imprese oneste e del lavoro”.

L’introduzione dello split payment danneggerà fortemente le imprese sul piano della gestione finanziaria. La norma (art. 1, comma 629, lettera b, legge n. 190/2014) prevede che le pubbliche amministrazioni acquirenti di beni e servizi, ancorché non rivestano la qualità di soggetto passivo dell’IVA, devono versare direttamente all’erario l’IVA che è stata addebitata loro dai fornitori.

Gentile Presidente, ci risiamo, nuova norma vecchia abitudine, nonostante le migliaia di dichiarazioni fatte a destra e a manca che inneggiano il Made in Italy e la ferma volontà di aiutare le imprese, alla fine si ricasca nel vecchio vizio e si torna a mortificarle, questa volta con lo Split Payment. In buona sostanza, l’impresa fornitrice di beni e servizi alla PA si troverà ad emettere una fattura la cui IVA verrà versata dall’ente direttamente all’Erario. Risultato? L’impresa non riuscirà a compensare l’IVA generando quindi una minore disponibilità di cassa che in un periodo di Credit Crunch come quello attuale si tradurrà unitamente ai ritardi di pagamenti dello stato in un nuovo tsunami sul mondo delle imprese che travolgerà chi è sopravvissuto alla crisi con grandi difficoltà.

Con questo vogliamo ribadire che la lotta all’evasione resta fondamentale, ma forse basterebbe a volte che lo stato rispettasse le sue stesse leggi, come ad esempio il rispetto dei contratti e dei tempi di pagamento per risollevare le sorti di migliaia di imprese e trovare le casse dell’erario meno vuote, se le PMI continuano ad essere munte, alla fine non resterà più nulla da recuperare se non il rimpianto per aver agito male. Le imprese sono la spina dorsale di questo paese e sono già state troppo bersagliate da norme inique e da interpretazioni arbitrarie. In gioco è la competitività del nostro tessuto economico.

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