Un consiglio al Presidente Silvio Berlusconi
Da qualunque cittadino italiano.
Tanto si è detto e scritto in questi giorni su Silvio Berlusconi, i suoi amici e il suo Governo. Tanto che sembra inutile ripetersi.
Colate di fango hanno travolto, a torto e a ragione, nel pubblico e nel privato, il Presidente del Consiglio, le istituzioni, l'Italia e i cittadini italiani. Di fronte al mondo tutti noi appariamo miserevolmente nudi, senza dignità e senza coscienza, senza principi e senza educazione. Persino la nostra storia e le nostre tradizioni rischiano di apparire appannate e poco veritiere.
Un vergognoso stato di cose, alimentato dalla stampa italiana ed estera, che offende nel profondo i cittadini onesti, che non sanno come reagire per arginare i danni morali (ma anche materiali...), e soprattutto per riabilitarsi nei confronti delle generazioni future. Non credo che questo caos politico e sociale che ha investito l'Italia possa cessare da un giorno all'altro. Avrà un suo strascico, devastante e tragico.
Oggi più che mai è necessario il risveglio delle coscienze, di tutte le coscienze, perché Berlusconi non è l'unico responsabile, anche se il più influente e il più importante. E' anche l'evoluzione dei tempi, la mutata concezione della famiglia, della vita e dei rapporti umani, l'indebolimento dei valori morali, che generano certi squilibri e distorsioni. Ogni società ha i frutti che si merita, ma l'importante è esserne consapevoli ed essere in grado di correre tempestivamente ai ripari. E' soprattutto lui, Berlusconi, che dovrebbe rendersi conto dei danni prodotti alla nostra democrazia dai suoi presunti comportamenti e, soprattutto, stando agli organi di informazione, del nefasto esempio che, col suo discutibile stile di vita, sta dando ai nostri giovani.
Gli oppositori del Presidente del Consiglio sono deboli, e tutti, assetati solo di vendetta e potere, non perdono occasione per denigrarlo, ingigantendo anche situazioni che sono già fin troppo imbarazzanti, e contribuendo a distruggere ulteriormente l'immagine dell'Italia nel mondo. Auspicano per lui la galera e chissà quali altri malefici. Gli altri, quelli che una volta Berlusconi ha fatto sognare promettendo un'Italia migliore, sono delusi e sfiduciati, ma lo difendono a oltranza minimizzando ogni sua colpa.
In mezzo sta il cittadino comune, quello che lavora in silenzio e con sacrificio, e che ha accusato maggiormente il colpo. Vorrebbe cambiare le cose, ma non vede molte alternative. Consapevole che il suo punto di vista è condiviso da molti italiani si permette di dare un consiglio al Presidente Berlusconi. Anche supponendo, quasi per assurdo, che tutto ciò che si dice e si scrive contro di lui non fosse vero, se il Cavaliere ha a cuore i destini della democrazia italiana e se ha coscienza dell'impatto negativo che la sua questione ha avuto sulla nostra società e sui nostri giovani, compia un vero e proprio atto d'amore verso gli italiani. Lui che parla tanto d'amore, si riscatti o si sacrifichi in questo modo: lasci guidare l'Italia da persona meno chiacherata e si faccia da parte prima che la situazione precipiti ulteriormente sconvolgendo la vita anche alle nuove generazioni.
Lasciare quindi, ecco il consiglio, per il bene di tutti, anche del Cavaliere. Serenamente e senza livore. Senza riserve e senza rimpianti. E possibilmente senza più far parlare di se e dei suoi guai giudiziari, sino alla fine dei suoi giorni.
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