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Trilogia dell’Apocalisse. L’Italia come un film di John Carpenter

Se volessimo rappresentare la situazione politica italiana, credo che meglio della trilogia tematica dei film di John Carpenter nessuno saprebbe fare. La Cosa, Il signore del male e Il seme della follia, tre opere che formano un compendio unico, anche se fatti e personaggi si muovono in contesti diversi.

 La Cosa. Ovvero l'entità aliena mutante. Più volte questo termine è stato utilizzato per cercare di dare un senso compiuto alla parola PD, acronimo che sta per Partito Democratico, una entità indefinita ed indefinibile che può assumere forme e contenuti diversi a seconda delle circostanze.

Nel passato remoto c'era D'Alema, poi l'intermezzo dell'Ulivo di Romano Prodi, quello recente di Bersani, oggi Letta, domani Renzi, seguendo una mutazione costante che, come una muta larvale, sta lentamente e progressivamente cancellando ogni traccia residua di "sinistra" per trasformarsi nel remake della balena bianca, ovvero la vecchia e vituperata DC, acronimo che sta per Democrazia Cristiana. I democristiani sono entrati alla chetichella nel partito simbolo della sinistra italiana, li chiamavano margheritini ed erano transfughi della galassia democristiana fatta esplodere da "Mani Pulite".

Hanno nomi storici leggendari e odorano della santità che loro deriva dall'essere credenti, ovvero mutuati dall'incrollabile fede cattolica che ha sempre guidato i loro passi. Enrico Letta, Rosy Bindi, Dario Franceschini, Giuseppe Fioroni, Pierluigi Castagnetti, Arturo Parisi, Paolo Gentiloni, tanto per citarne alcuni tra i più noti e, dulcis in fundo Matteo Renzi, l'enfant prodige, colui che non fa dormire sonni tranquilli alla destra che vede in lui un temibile concorrente, logorroico ed affabulatore, dell'incantatore di Arcore.

Sono entrati come costituente del PD assieme ai DS, acronimo che sta per Democratici di Sinistra, nell'anno 2007 e nel volgere di sei anni hanno completato l'opera, ovvero fagocitare, vedi divorare dall'interno l'anima di sinistra post-comunista, per arrivare a rifondare la vecchia Democrazia Cristiana. Strategia che sta risultando vincente a differenza di quella dei Casini e Buttiglione che pensavano di costruire il Grande Centro moderato, riedizione della vecchia DC, come riaggregato della diaspora e imbarcando cani e porci, per poi finire malamente nel flop di Mario Monti. Insomma, strategia fallita.

Guglielmo Epifani, segretario pro tempore ed ultimo vagito di sinistra, si lamenta che non esiste una identità di partito, che non si agisce veramente per una integrazione delle due anime politiche. Stia tranquillo Guglielmo, con Matteo Renzi la sintesi sarà perfetta e sarà totalmente democristiana, delle idee laiche e di sinistra non rimarrà traccia. Il povero Pierluigi Bersani si attacca disperatamente a Gianni Cuperlo, ultimo cimelio della sinistra ed ultimo segretario della Federazione Giovanile Comunisti italiani, ma l'impresa appare disperata.

Il signore del male. Beh, qui è inutile spendersi più di tanto, sappiamo tutti chi è, lo sa anche chi lo circonda con l'affetto tipico di chi ha un forte tornaconto personale. Stiamo parlando ovviamente di Silvio Berlusconi, il pregiudicato che minaccia e ricatta quotidianamente il governo Letta delle "Larghe Intese", ironico eufemismo per non dire del "postribolo delle basse intese". A giorni alterni usa il bastone e la carota, seguendo attentamente gli indici delle azioni Mediaset, unica preoccupazione che ancora lo fa esitare, ma chiede, anzi pretende, che il PD trovi per lui una via di salvezza. Alla faccia della legge, dell'etica, della morale e dell'onore, tutti termini privi di significato per questo signore che, da sempre, antepone i propri interessi personali a quelli del paese, per lui ci deve essere il salvacondotto.

Vent'anni di porcacci suoi non gli consentono di accettare gli effetti di una sentenza passata in giudicato, per di più emessa da istituzioni che lui non riconosce come autorevoli e che ancora non riesce a capacitarsi come per lui, questa volta, non ci sia alcuna via d'uscita. L'ultimo passo sarà portare il paese allo scontro civile. Le minacce di ricorso alla Corte Europea appaiono semplicemente grottesche, dipendesse dall'Europa probabilmente lo rinchiuderebbero in un manicomio criminale.

Il seme della follia. Nel film di John Carpenter il personaggio è John Trent, cioè l'unico spettatore di un film che è la storia della sua vita. Lui inizia a ridere prima freneticamente e poi sempre via via sempre più strozzando il riso in gola, fino ad arrivare alla trasfigurazione del suo volto.

Caro Beppe Grillo tu col personaggio ci entri alla perfezione, sei il John Trent della situazione. Dopo le grasse risate su "Testa d'asfalto", lo "psiconano", Gargamella Bersani e il PD meno L, stiamo assistendo alla tua trasfigurazione. Ti è rimasto soltanto un manipolo di seguaci che sognano un governo composto al 100% di grillini, concezione assurdamente totalizzante del consenso. Il portavoce Riccardo Nuti, mentre il paese è sull'orlo del disastro, ci regala questa perla di saggezza politica: "Alleanze? Chi le vuole le faccia fuori dal Movimento", ma fuori dove? Poi ci chiarisce che "loro sono disposti ad accettare soltanto contributi esterni che riconoscano in toto il loro programma". Insomma, sono disposti ad accettare quello che dicono loro stessi. Ci vuole indubbiamente una cultura, una lungimiranza e un senso logico politico e strategico per produrre una banale cretinata di questo genere?

Siedono in Parlamento, sono pagati con soldi di noi tutti ed hanno come loro stella polare l'attesa del crollo degli altri soggetti politici. Questi pasdaran, entrati in Parlamento con al massimo una cinquantina di voti, ovvero gli online di una famiglia numerosa, è così che sono diventati deputati o senatori. Un criterio di selezione della "classe dirigente" che ci consegna personaggi improbabili ed improvvisati.

Fuori dalle analogie. Intanto, mentre la "trilogia dell'apocalisse" dipana la sua tela, il paese, i cittadini, quelli che studiano e lavorano, coloro che hanno perso ogni speranza nel futuro, gli scippati del diritto ad una vita decente assistono sempre più narcotizzati e sterilizzati a questa immonda rappresentazione teatrale che, purtroppo, è cruda realtà e non la finzione di un film.

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