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Trent’anni dopo la strage di Ustica

Trent'anni dopo la strage di Ustica

30 anni fa, in quel 27 Giugno 1980, ero ancora un adolescente, ma quella data mi rimase impressa indelebilmente nella memoria e certamente lo rimarrà fino alla fine dei miei giorni.

Ricordo ancora il TG del 28 Giugno 1980 che diffuse la notizia dell’incidente aereo, che in un primo tempo da me fu classificata come una delle centinaia di brutte notizie che ogni giorno raggiungono gli schermi di casa nostra, ma il fatto comunque mi impressionò per l’alto numero di vittime coinvolte in quella tragedia nazionale.

Poi lungo il corso del trentennnio trascorso questa tragedia anno dopo anno, notizia dopo notizia, intervista dopo intervista attirò sempre di più la mia attenzione di ascoltatore, ma soprattutto di cittadino italiano commosso dalle vicende che accompagnavano quei miei connazionali scomparsi.

Questa vicenda da semplice tragedia dei cieli che sottrasse la vita ad 81 civili, si tramutò in un mistero ’nazionale’ dalle proporzioni elefantiache, per numero di depistaggi, silenzi di Stato, suicidi misteriosi, sparizioni di registrazioni e di tabulati e quant’altro possa aver contribuito a ricercare le cause e definire il quadro degli eventi che determinarono l’abbattimento del DC9 Itavia che sulla rotta di Palermo si incontrò nei cieli con un destino avverso e quantomeno dai contorni imponderabili.

Dopo molti anni dall’accaduto, il mio pensiero ed il mio sentimento di insoddisfazione e di tristezza è stato sempre maggiore anno dopo anno e soprattutto è stato sempre rivolto ai parenti ed ai familiari delle vittime di quella strage che subirono continuativamente sulla loro pelle, il calvario di vedere infangata la memoria dei loro cari, dopo molteplici perizie, indagini, testimonianze, atti processuali, sentenze ed assoluzioni che non hanno mai portato alla luce le responsabilità di uno Stato connivente con gli autori di una strage che non esito a chiamare di ’Stato’ per la profondità con cui le istituzioni s’invischiarono col sangue degli 81 ignari cittadini sul volo IH-870.

Le numerose testimonianze, i dati tecnici inconfutabili, alcuni personaggi delle istituzioni che verso la Repubblica Italiana avrebbero dovuto essere garanti di Giustizia ed equità, in tutto questo tempo non hanno prodotto nessuna risposta concreta ed ufficiale che incontrasse le aspettative dei familiari delle vittime e dell’opinione pubblica.

Lo Stato italiano in 30 anni di ’silenzi’ non è stato capace di interrogarsi al suo interno per il solo obiettivo di proteggere i suoi uomini, rei di complicità verso l’assassinio di inermi civili.

Lo Stato verso i suoi cittadini ha disatteso il rispetto dell’art.2 della Costituzione italiana che riporta che “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità ..”

Lo Stato ha disatteso anche l’art.28 della Costituzione italiana dove “I funzionari e i dipendenti dello Stato e degli enti pubblici sono direttamente responsabili, secondo le leggi penali, civili e amministrative, degli atti compiuti in violazione di diritti. ...”

Lo Stato ha voluto chiudere gli occhi arginandosi dietro ad un muro di gomma impenetrabile alimentato da ’autoconservazione corporativa’ che ancora oggi non mostra evidenti segni di cedimento, continuando tuttora a calpestare le vittime di Ustica, i familiari, ma soprattutto l’intera nazione che ormai informata sulle cause dell’abbattimento del DC-9 da parte di ’strutture militari’, non ha potuto vedere riconosciute ufficialmente queste responsabilità e condannare gli autori della strage.

Quanto tempo dovremo ancora attendere per vedere soddisfatta la nostra sete di Giustizia?

Forse oggi qualcosa comincia a muoversi dall’alto delle istituzioni.

Soltanto di recente nel 2008 alcuni personaggi delle istituzioni di allora come l’ex Presidente della Repubblica Cossiga hanno dichiarato che “furono i nostri servizi segreti che, quando io ero Presidente della Repubblica, informarono l’allora Sottosegretario Giuliano Amato e me che erano stati i francesi, con un aereo della Marina, a lanciare un missile ..”

Soltanto dopo 30 anni un Presidente della Repubblica in carica lo scorso Maggio ha avuto parole sulla strage di Ustica come queste: ”oltre ad intrecci eversivi, ci furono anche intrighi internazionali che non possiamo oggi non richiamare, insieme con opacità di comportamenti da parte di corpi dello Stato, ad inefficienze di apparati e di interventi deputati all’accertamento della verità ..”

Soltanto dopo 30 anni il Ministero di uno stato estero (come la Francia) per via del suo portavoce Bernard Valero si rende disponibile a cooperare pienamente per far chiarezza sul disastro di Ustica.

Qualcosa comincia a muoversi, ma illudersi che il muro di gomma stia iniziando il suo lento sgretolamento è pura illusione, probabilmente non vedremo mai questo Stato auto infliggersi responsabilità e condannarsi al suo interno, identificando gli autori dei depistaggi che hanno infangato la nostra Costituzione e la nazione intera, oltre che le vittime ed i familiari di questa strage, mostrando a tutti noi ’fattivamente’ una volta per tutte che la ’Legge è uguale per tutti’.

 

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