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Bulgaria in rivolta, tra emuli di Palach, movimenti civici che guardano a Grillo e pensionati affamati

In un clima di esasperazione popolare la più povera Nazione dell’Unione Europea si avvia verso le elezioni politiche anticipate del dodici maggio. 

Era dal lontano 1996 che i bulgari, sino a vent’anni fa conosciuti per essere i più ortodossi custodi del “socialismo reale” ad est della cortina di ferro non scendevano in piazza. Allora come oggi le motivazioni che li hanno indotti a bloccare i gangli vitali delle prime tre città del Paese, oltre alla capitale Sofia, Plovdiv e Varna, sono le stesse: povertà, fame, corruzione nella Pubblica Amministrazione, criminalità organizzata soffocante.

Nel 1996 la loro protesta - allora l’inflazione galoppava erodendo i già magri salari - causò le dimissioni del governo a guida socialista in carica; oggi è stato l’ex Sindaco di Sofia ed ex Premier Bojko Borisov, di centro-destra, ad abbandonare.

Dopo aver offerto ai dimostranti la testa del Vicepremier e Ministro delle Finanze Simeon Diankov nell’illusione di calmare la piazza, Borisov ha dovuto prendere atto che in realtà era a lui che i bulgari miravano, ritenendolo colpevole dell’estremo grado d’indigenza in cui vivono specialmente se malati o pensionati a carico dello Stato, cioè quasi tutti considerato il passato statalista e collettivista della Bulgaria.

Dimessosi di fronte al Presidente della Repubblica, il compagno di partito Rosen Plevneliev, Borisov comunque intende ricandidarsi in occasione delle legislative di Maggio. Gli contenderà il premierato, la Bulgaria è una repubblica parlamentare come l’Italia e, dunque, gran parte del potere è nelle mani di Parlamento e Governo, il socialista Sergei Stanishev a sua volta già sconfitto dal centro-destra, Bers è l’acronimo del partito, di Borisov nel 2009.

La disperazione dei bulgari è tale che quattro persone hanno ben pensato di dar vita ad una forma di protesta estrema contro il carovita dandosi fuoco ed in almeno due casi perdendo la vita. Forme estreme di protesta che hanno interessato i quattro canti della Nazione da Varna a Veliko Tarnovo ed, infine, a Radnevo.

La scintilla che ha acceso la miccia è stata causata dall’aumento esagerato delle bollette elettriche e del riscaldamento che in un Paese notoriamente freddo d’inverno come la Bulgaria incidono, e non poco, sul bilancio familiare. Sino a non molti anni fa la compagnia che erogava il servizio era statale l’energia veniva fornita, specialmente alle famiglie più povere e numerose come quelle della minoranza zingara, ad un prezzo puramente politico.

Dopo l’ingresso di Sofia nell’Unione Europea la vecchia compagnia statale è stata sminuzzata e privatizzata ma, non trovandosi in Bulgaria capitali sufficienti, la proprietà di un settore così strategico come quello energetico è finita in mani straniere come sono quelle dei cechi della Cez o degli austriaci della Evn. D’altronde ciò è risultato pure di sommo gradimento per i corrotti, e contigui alla criminalità organizzata di Sofia, politici sempiterni bulgari che si tramandano il mestiere di padre in figlio qualunque sia il colore politico del regime.


Dal processo di privatizzazioni delle decotte società statali dell’epoca comunista si sono, infatti, arricchiti, vendendole agli stranieri ed incassando laute tangenti. In vista delle elezioni di Maggio, e dopo le dimissioni di Borisov, il Presidente Plevneliev ha nominato Premier di un governo tecnico l’ambasciatore bulgaro a Parigi Marin Raykov.

Per il
momento le alte tasse e commissioni bancarie relative al pagamento di imposte locali e canoni demaniali verranno eliminate. Lo ha promesso in un' intervista al quotidiano Standart, Ekaterina Zaharieva, Vice Primo Ministro e Ministro dello Sviluppo Regionale e dei Lavori pubblici. L'obiettivo del governo è di collocare POS terminal presso tutti gli uffici statali e municipali e questo compito verrà effettuato, come categoricamente afferma la Zaharieva: “Ci siamo posti questo obiettivo e lo faremo”.

Secondo un’ordinanza e un accordo stipulato con 17 banche. "Ciò faciliterà estremamente la situazione, rendendola assai diversa da quella attuale e cioè - pagare il servizio pari a un lev e altri quattro lev per il trasferimento bancario", ha spiegato, poi, Ekaterina Zaharieva. È stata inoltre revocata alla ceca Cez la concessione di competenza quale distributore di energia elettrica.

La rabbia popolare sta facendo sorgere in molti la coscienza che per risolvere i problemi della Bulgaria, l’ultimo Paese dell’Unione Europea per grado di sviluppo e ricchezza pro- capite, ci sia bisogno di aria nuova, di un movimento cioè che nasca direttamente dalla società civile e pensioni per sempre i vecchi partiti. Come, però, si dice nella segreteria nazionale di Vmro, partito nazionalista di destra accreditato di una discreta crescita nei favori, a Maggio in Bulgaria non ci sarà alcun “ effetto-Grillo” giacché qua “i brogli elettorali per consentire alle vecchie consorterie politico-affaristico-mafiose di rimanere al potere sono il pane quotidiano ad ogni elezione”.

Intanto, tanto per fare un esempio, il Sindaco di Varna, Kiril Yordanov, è stato costretto a dimettersi grazie anche all’azione di movimenti civici come Primavera bulgara e "Osvobozhdenie" che vuole dire “Liberazione”. Yordanov è stato a capo della terza città bulgara per quattro mandati successivi e durante questi 13 anni è stato nominato Sindaco da diversi partiti.

Nel suo ultimo mandato è stato nominato dal centro-destra rappresentato da GERB, ma alcuni giorni fa la direzione dello stesso partito ha ritirato il proprio sostegno nei suoi confronti dopo che sono venuti alla luce certi suoi sporchi affari e certe sue contiguità con la mafia locale impegnata soprattutto nel campo della speculazione edilizia dove reinveste i proventi derivati dal traffico di droga e dallo sfruttamento della prostituzione.

A maggio è preannunciato pure un successo, dovrebbe passare da poco più dell’un per cento al cinque, dell’altro movimento di estrema destra, cioè di Ataka, il cui programma è fortemente xenofobo e teso a cacciare dal paese le minoranze zingare e turche, quest’ultima comunque particolarmente consistente e facente parte del panorama bulgaro da circa ottocento anni.

 

 

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