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Tra chi ha detto "no" al Governo Letta c’è anche il deputato del Pd Pippo Civati

 

Nel giorno della fiducia del Senato al Governo Letta, Pippo Civati spiega perché ha scelto di non dare il suo voto di fiducia al nuovo esecutivo:

Non ho partecipato al voto di fiducia del governo Letta. Ho deciso così, dopo giorni difficili, dopo avere atteso risposte che non sono arrivate, dopo avere valutato tutte le alternative e le possibilità che avevamo di fronte.”

Scrive il deputato sul suo blog Ciwati e spiega come la sua decisione sia stata spinta soprattutto dal fatto che non ha trovato spazio di discussione sul governissimo se non a conti fatti.

Ma il consigliere regionale in Lombardia per il PD ha anche affermato ai microfoni di Radio 24 che:

“Ci sono quelli del Pd che hanno dissentito ma hanno votato sì. Numerosi deputati sono stati critici ma poi hanno scelto la via della responsabilità, richiamati all'ordine dal partito".

Civati, pochi giorni prima del voto aveva lasciato intendere sulle pagine dell’Espresso che la scelta del Governo Letta non era di certo da considerarsi una casualità

"Qualcuno voleva questa soluzione, per capirci e l'ha voluta fin dall'inizio. E' stata una decisione presa nell'ombra di un voto segreto e non in un dibattito in cui sì, ci si poteva dividere e discutere, ma almeno avremmo capito qualcosa di quanto stava accadendo".

In conclusione al post il giudizio di Civati sul futuro del neonato Governo Letta è molto duro:

“Il mio, quindi, è un giudizio negativo e pessimistico, ma ho preferito non dichiararmi contrario in aula proprio per evitare una rottura che non è certo il mio obiettivo, che rimane invece quello di ribadire la necessità che anche nel Pd vi sia un punto di vista critico e capace di immaginare che le alternative ci sono o ci sarebbero potute essere, che siamo andati incontro a fallimenti gravissimi, che ancora non conosciamo nessuno dei famosi 101 che hanno deciso la partita, che non ci possiamo dire soddisfatti di un governo che non abbiamo voluto fare nei primi giorni del dopo voto, un governo che non ha uno scopo e una missione precisa, ma che si presenta come governo politico di legislatura, retto da Pd e Pdl”

Intanto i numerosi commenti che immediatamente hanno fatto seguito alla pubblicazione del post avvalorano le tesi esposte dal parlamentare del Pd tanto da incentivarlo a continuare su questa strada, magari accanto al suo giovane compagno Renzi, per fare un po’ di “piazza pulita” della vecchia guardia.

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