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 Home page > Tribuna Libera > Tornata dall’Inghilterra, vi spiego perché l’Italia mi fa male

Tornata dall’Inghilterra, vi spiego perché l’Italia mi fa male

L’Italia mi fa male. Una settimana qui e il raffreddore ottura le narici. La televisione ottura il resto. Da quando sono tornata da Londra, mi si sono svuotati gli occhi.

Non c’è nulla che mi spinga a vedere oltre i confini, verso quel futuro piccolo e ingenuo che potrebbe crescere come un germoglio. Nulla che spinga fuori dalle mura domestiche. Nulla che stupisca come i bimbi di fronte a un’alta montagna di bianco zucchero filato. Niente, se non l’inconsapevolezza degli italiani, della nostra misera condizione. E uso l’aggettivo “misera” non in termini dispregiativi, ma con rammarico. Non solo economica è la nostra misera condizione, è anche sociale, umana, culturale.

Quando sono arrivata a Fiumicino, ero triste. Mi guardo intorno e lo sono ancora, perché vedo un’Italia diroccata come le sue bellezze, sconcia come i suoi politici, degradata come l’intera società, da nord a sud. E senza passare per il via, come direbbe un caro amico. Ho ritrovato un volto vecchio e lento, senza saggezza, solo aspro, arrabbiato, arreso oramai al come vanno e andranno le cose, sintomo pericoloso che difficilmente qualcosa cambierà. E quell’energia straordinaria, che mette in movimento e sprona a credere nelle tue capacità e provare, qui si trasforma in disorientamento e apatia. Rassegnazione al sistema, adattamento, come le giraffe di Darwin. Solo le giraffe qui sopravvivono, tutti gli altri sono già consegnati all’estinzione.

Passeggiavo per Hyde Park e pensavo quanto bello fosse ascoltare il mondo attorno, mentre il sole scompariva all’orizzonte del laghetto. La mia macchina fotografica scattava, io mi rigeneravo. Le rotelle sull’asfalto degli skateboards, la musica degli stereo, le biciclette, i cavalli e il chiacchiericcio, qualche chitarra e una coppia sdraiata sul prato. All’ombra di un grande albero, uno scoiattolo consumava indisturbato la sua ghianda fino a ritrovarsi le zampe vuote, e allora via a cercare qualche sciocco turista che risparmi la fatica lanciando una nocciolina. E io ascoltavo tutti questi rumori dal mondo, poi suoni, infine voci che lentamente si tramutavano in parole. Qui sono divenute sorde. Adesso, attorno a me c’è il silenzio. Un paese spettrale che si affida sempre a qualcuno per ricominciare.

Ovunque andassi, in giro per la City, qualcuno o qualcosa sembrava dire: «Non smettere di credere nei tuoi obiettivi, concentrati su di essi». E allora il passo è breve, l’ispirazione, l’energia, il desiderio di rimettersi in moto diventa un irresistibile viaggio da intraprendere. Anche tu, con tutte le tue funamboliche stramberie, sei un colore, nonostante il cielo grigio. È la gente che dipinge la città, con il modo di vestire, con i tratti bastardi perché le razze si sono mescolate, con il proprio modo di essere.

Un giorno, siamo andati ad ascoltare un concerto e incontrare qualche nuovo amico. Si teneva nel jazz bar di una immensa libreria, accogliente, fornita, curata. Mi sono seduta, insieme a me molte altre persone, in silenzio, con una birra da sorseggiare, erano appena le sei del pomeriggio. Imparai dopo a bere alle sei del pomeriggio, dopo qualche giorno, dopo aver smaltito il fuso e i nuovi orari. Il mio occhio cadde su una strana coppia, seduta in fondo. Lei disegnava su un block notes, lui scattava. Lei indossava una lunga camicia bianca e una cravatta nera, il rossetto rosso intensificava sguardo e labbra. Disegnava. Uno schizzo, forse si trattava di uno schizzo. Lui le stava accanto, rideva, scattava, osservava il soggetto e poi la pagina. Quando si accorsero del mio sguardo, io lo distolsi. Per me il gesto naturale del disegnare era sinonimo di una libertà di cui mi sono sentita subito parte. E ne ero felice. Ero già in movimento. Ne sono capitati altri di episodi come questi, nei musei, nei parchi, lungo le vie della città.

Londra è come un grande appartamento in condivisione: ciascuno ha il proprio spazio, ma tutto è condiviso. E questa sorta di continua osmosi emozionale risveglia le energie assopite, la voglia di farcela rimanendo se stessi. L’Italia snatura, ti costringe a essere ciò che non vuoi e che devi perché il sistema non può e non sa assorbire professioni “non convenzionali”, come amo definirle io.

Mi piacerebbe conoscere il parere di Pasolini su quest’Italia che lui ha pre-visto tempo fa. Si, torno sempre a lui, poiché Pasolini è stato uno tra i più grandi intellettuali della seconda metà del Novecento. Intelligenza acuta, fine sensibilità nel raccontare mondi, interpretare movimenti, società, correnti. Allora, mi chiedo chi riuscirà a tirar fuori dalle sabbie mobili l’Italia se intellettuali come Pierpaolo Pasolini non ce ne sono più, e quelli che abbiamo sono semplici sagome, sagome buone solo a infarinarsi la bocca, senza raccontare parabole come un Cristo ai suoi discepoli. Chi dirà: quella è la via, così andremo a finire nell’ennesimo tendone da circo dove campeggerà un altro nano? E così anch’io senza una mente come Pasolini ho perso la direzione, in questo paese che non vuole prenderne una.

L’Italia è appena uscita da una disastrosa guerra morale, civile ed etica che continua a sacrificare la parte migliore, ed è già in agguato l’approfittatore di turno. Ho pensato in questi giorni che gli italiani hanno meritato Berlusconi, e suonano forti le parole di un signore del giornalismo a proposito dell’imprenditore e del “Bel paese”, Montanelli. E torna la tristezza, da Italiana. Torna quando sul tipico autobus londinese a due piani penso alle risate dei turisti di fronte al ristorante italiano dal nome “Bunga Bunga”. No, io non sono “italiana bunga bunga”. Io sono Italiana.

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.138) 16 marzo 2012 15:25

    ciao ho vissuto un anno a londra, ormai 15 anni, fa ... leggendo mi sono venute alla mente le stesse situazioni descritte nell’articolo.. purtroppo già allora l’italia era già un paese decadente solo di vecchi, spiritualmente. Mi sembravano tutti addormentati, come ipnotizzati. Questa è l’italia che abbiamo sempre avuto e putroppo non è colpa di berlusconi. E’ sempre stato cosi !! italia soffocante e soffocata da ... non so!!

  • Di (---.---.---.90) 16 marzo 2012 15:44

    Vivo a Londra e capisco esattamente quello che provi. Quando torno nella mia amata/odiata Sicilia ben presto la gioia di rivedere la famiglia e’ sostituita da questo senso decadente di vivere che mi porta uno sconforto incredibile. Ricordo me stesso fumare una sigaretta affacciato alla finestra alle 3 di notte e vedere tutto morto, fino a che addirittura le luci delle strade vennero spente. Una depressione incredibile. Gli Italiani ormai sono un popolo alla deriva. E non vedo soluzioni.

  • Di (---.---.---.213) 16 marzo 2012 17:12

    Cara Federica,
    mi fa male leggere ciò che hai scritto ma disgraziatamente è la pura verità. Non c’è rimasto più nulla in questo paese! Mi chiedo: come abbiamo potuto diventare così inerti, spenti, apatici. Vedo e sento intorno a me superficialità, stupidità, arido deserto di mente e di cuore. Mi ricordo con nostalgia le battaglie degli anni 70-80 per conquistare qualche diritto in più sul lavoro, per migliorare la nosta vita, per l’amore o per guadagnare quallo spazio vitale che ogni giovane ha bisogno per trovare la sua strada. Niente di tutto questo oggi,il deserto, l’indifferenza! Assuefatti? No, mi rifiuto! E conservo le mie idee a costo di scontrarmi col mondo intero.

  • Di antimoderno (---.---.---.165) 16 marzo 2012 20:10
    antimoderno

    Congratulazioni Federica, scrivi bene.
    Ma non condivido nulla di quello che dici. La metropoli è una brutta malattia, e Londra è una metropoli. Qui si sta bene se hai imparato a startene tranquillo e anche un pò solitario. Dimenticati la movida e acquisisci un’identità.

  • Di (---.---.---.143) 17 marzo 2012 00:37

    CIAO SONO andrea ho vissuto 4 anni a londra..e mi dispiace dirlo ma non sono d’accordo con te..londra si citta’ grande bella i primi anni ma poi??io mi sono accorto che e’ un mondo di falsa gente un mondo di schiavi, finti schiavi che lavorano ore impossibili!finti schiavi che devono piegarsi hai propri debiti!nessuno in quella citta’ riesce ad essere veramente felice!si un giorno puoi credere di esser riuscita ha raggiungere il tuo sogno il tuo traguardo ma il giorno dopo ti accorgi che e’ tutto finto!il cemento il caos la corsa all’underground finito il lavoro sempre di corsa mai fermarsi MAI guardare dentro se stessi ,spingere la gente attorno a te devi sempre essere in corsa contro il mondo!non e’ un mondo bello quello!non lo e’ piu per me quantomeno!

    noi italiani potremmo aver avuto problemi di politica di bunga bunga ma quando scendo in italia il mio cuore si illumina!quando sono a tavola le prime volte il mio cuore esplode!sensazioni vere!e l’italia nel bene o nel male ancora riesce a dartele!
    non e’ colpa nostra se il capitalismo le BANCHE ci stanno rovinando!noi bisogna essere orgogliosi abitiamo nel paese piu bello al mondo!con la gente piu forte del mondo!!a tutti dedico questa canzone!che racchiude lo spirito di tutti noi!

    attualmente vivo in nuova zelanda ma anche se sono 30 ore di aereo da casa il mio cuore e’ la!con la mia gente!!sono troppo orgoglioso! :D

  • Di (---.---.---.57) 19 marzo 2012 02:36

    L’Italia e’ uno dei pochi paesi europei che non ha compiuto stragi, genocidi e sevizie nei paesi poveri coloniali. Siamo un paese in miseria, ma almeno quando andiamo all’estero possiamo andare a testa alta, e non come gli inglesi che assieme alle potenze anglo-sassoni, sono peggio dei nazisti.

    http://www.disinformazione.it/tortureinglesi.htm

    • Di (---.---.---.143) 19 marzo 2012 15:11

      quoto con te tutto!ma devo dire che in africa specialmente in eritrea e in etiopia abbiamo fatto la nostra brutta figura..ma certamente questo non e’ paragonabile ha quanto hanno fatto e quanto stanno facendo gli inglesi!come anche decidere in punto in bianco di ristabilire lo stato di israele nelle case dei palestinesi!e quella maledetta regina me la ritrovo nella moneta anche qua in nuova zelanda!! pazzesco!comunque anche i maori la pensano come noi! eheh :)

    • Di (---.---.---.199) 17 aprile 2012 00:13

      l’italia e` un paese senza regole dove tutti sono responsabili di qualcosa:qui il trucco del potere,tutti responsabili nessun colpevole!La corruzione e` dovunque e` un sentimento che uccide :non e` solamente un fattore economico e` essenzialmente corruzione dell’anima,hanno sporcato violentato buona parte del Paese.Spesso alla violenza non c’e` rimedio se non un lento degrado culturale come di fatto sta avvenendo.Vivo in Inghilterra e amo la mia terra :la Campania ,una volta Felix e adesso avvelenata,torno spesso con forti stati d’animo a casa ed e` sempre una delusione.Abbiamo grandi meriti:abbiamo insegnato e consegnato al mondo l’idea della bellezza,e non e` poco,ma anche noi abbiamo le nostre colpe;le stragi le abbiamo compiute a casa nostra....gli inglesi peggio dei nazisti mi sembra un po` troppo

    • Di (---.---.---.90) 19 gennaio 2014 16:08

      Carissimo, non è proprio come dici, hai letto il libro " Italiani brava gente"? scritto da un italiano, angelo del boca, il nostro cuore, la nostra simpatia e quanto di piu falso esista, leggilo e scoprirari che se non abbiamo fatto massacri come gli inglesi è perche loro hanno potuto e noi no, non è una questione di bontà d’animo, parli di andare all’estero a testa alta? e la mafia da dove pensi che sia arrivata in tutto il mondo!!.. ciao ciao leggiti il libro.

  • Di (---.---.---.88) 19 marzo 2012 22:06

    mi dispiace ma non condivido! Che l’Italia stia attraversando un momento difficile è evidente, ma personalmente non capisco cosa tu possa aver visto, di così deprimente, in un paese nel quale ogni mattina apro gli occhi e ancora non riesco a capacitarmi di quanto meraviglioso sia. Ho visto Parigi, ho visto Londra, sono città che ti inglobano, di massificano, ti fanno perdere il vero senso della vita, non ho provato la stessa sensazione a Roma. Una città che esiste da 3 millenni e ancora è rimasta piccola, ancora a misura d’uomo, non ti ingoia, ti accoglie. Scrivi come una poetessa, per un attimo fai venire voglia di pensarla come te, ma poi ritorno nel mio corpo e mi accorgo che è solo e soltanto la tua opinione, che io non condivido. Hai descritto affascinata scene di vita quotidiana come se in Italia non esistessero, mi chiedo se è davvero l’Italia che ti rende cieca e sorda...o se sei tu che scegli a priori di esserlo. La gente vede ciò che vuole vedere. Ti sei innamorata dell’Inghilterra? Bene, mi fa piacere, ma l’amore spinge ad esaltare i pregi e nascondere i difetti. La vera Italia, quella che fa innamorare i popoli da secoli e secoli, forse, non ha voluto farsi vedere ed ascoltare da te. Buona fortuna

  • Di (---.---.---.93) 5 aprile 2014 14:15

    Ciao.

    Ecco quello che penso del tuo articolo. Delle due una:

    1. In Inghilterra ci stai si’ e no da un paio di settimane. Oppure,
    2. Hai dei seri problemi psicologici e di relazioni inter-personali.

    Effettivamente, che l’Inghilterra sia un collettore di reietti sociali e’ cosa che avevo gia’ sospettato da tempo. Ma tu sei ancora piu’ avanti, una pura intellettualoide seguace del jazz e amante di Pasolini, un po’ misantropa, che gode ad osservare gli scoiattoli nei parchi grigi, umidi e semi-deserti.

    Cosi’ avanti da non accorgerti che di jazz club con le stramberie pseudo-inttellettualoidi e culturalmente alternative (la ragazza vestita in maniera etnica che appunta i suoi pensieri, distaccata, su un taccuino in una stanza piena di libri, che nessuno legge - molto pittoresco), ne e’ piena pure l’Italia.

    Cosi’ avanti da non accorgerti che di parchi con gli scoiattoli e il sole che tramonta dietro al laghetto ne e’ piena pure l’Italia.

    Cosi’ avanti da non notare che di campagne sconfinate, in cui la vita scorre lenta, ne e’ piena pure l’Italia.

    Cosi’ avanti da non accorgerti che insieme a tutte queste cose, in Italia ci sono tante cose che in Inghilterra mancano: sole, colori, stile, cibo buono, arte, cultura, calore, famiglia, voglia di godersi la vita e di condividerla con gli altri. Cosi’ avanti da non accorgerti che in Italia le campagne con la vita che scorre lenta sono circondate da bellissime e pittoresche cittadine, piene di tesori architettonici risalenti a tutte le epoche, in cui la gente ti sorride e ti accoglie.

    Probabilmente, troppi libri e troppo Pasolini ti hanno letteralmente spappolato i neuroni e hanno esaltato quella vena decadente e misantropa che ti porti dentro. Gia’ ti vedo tra molti anni, vagare per un parco-cimitero, con l’unica amicizia e compagnia di un costosissimo cane di razza. Veri inglisc, veri veri inglisc.

    Pero’ ecco, se hai dei problemi, non prendertela con l’Italia. Ne’ con l’Inghilterra, ne’ con gli Emirati Arabi. I problemi sono dentro di te: spesso si chiamano ansia, frustrazione, etc. Ma nel tuo caso, credo semplicemente si tratti di essere viziata. Viziata dalla nascita dalla bellezza e dal calore della tua Italia, che a lungo andare ti ha stancato e ti ha fatto correre dietro allo squallore, alla freddezza e alla sciatteria di un paese nordico, guarda caso uno in cui girano tanti soldi, per fare l’alternativa, la romantica, la colta. Stancato a tal punto da sputare sopra al tuo meraviglioso Paese d’origine, che mezzo mondo invidia.

    Tu non guardi la televisione perche’ ottura la mente? Non segui il calcio perche’ e’ fa troppo popolino? Non guardi Sanremo, ma ti emozioni con la notte degli Oscar? Sei troppo, troppo, avanti. E spero di cuore che tu ci rimanga, cosi’ avanti. Almeno, evito di incontrarti.

    Ti saluto, ti auguro il meglio e ti lascio con una lettura di una ragazzi alla pari a Londra, magari giusto cosi’, per avere un’idea di dove ti trovi:
    http://sunnybea.wordpress.com/2012/...

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