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Tiziana Cantone, un’analisi diversa della vicenda

Nell'immensa tristezza della vicenda di Tiziana Cantone, ci sono alcuni aspetti trascurati, sui quali secondo me vale la pena di soffermarsi. Certo il tema del diritto all'oblio e di una maggiore educazione e consapevolezza sull'utilizzo dei social sollevato da alcuni opinionisti e giornalisti su varie testate è certamente un tema su cui ragionare, però personalmente mi ha fatto pensare la cattiveria con cui una parte del popolo del web ha fatto gruppo per giudicare e mettere alla gogna una ragazza che in fondo, non aveva fatto nulla di male.

Nulla di male, perché in fondo ognuno vive la sua sessualità come meglio crede, nulla di male perché in fondo tutti noi abbiamo ha le nostre trasgressioni e le nostre fantasie per cui non deve rendere conto a nessuno. Tutto questo senza pensare che dietro ci fosse una persona che ne potesse soffrire.

Perché accanirsi cosi? Siete tutti cosi "duri e puri" dietro quelle tastiere? Oppure l'indefinita e incosistente vastità della rete fa perdere il contatto con la realtà e tutto viene vissuto come un gioco, una finzione che non ha ripercussioni sulla vita reale? C'è un'altra cosa poi, che proprio non va giù; se ci fosse stato un uomo al posto di Tiziana? Sarebbe stato esposto in questa maniera al pubblico ludibrio?

Oppure è sempre la vecchia storia: se sei maschio sei "un figo", se sei una donna "una zoccola". All'indomani delle polemiche sul fertility-day (alcune delle quali condivisibili altre secondo me pretestuali) sulla discriminazione della donna, non valeva la pena sottolineare anche questa disparità di trattamento che ancora oggi è scolpito nella nostra cultura nell'ambito della sfera della sessualità della donna, piuttosto che attaccare il governo perché incentiva la natalità nel paese con il tasso di fertilità più basso d'Europa? 

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