• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > The Green Inferno, il cannibal horror ambientalista di Eli Roth

The Green Inferno, il cannibal horror ambientalista di Eli Roth

Recupero con colpevole ritardo The Green Inferno, il cannibal horror di Eli Roth di cui si è fatto un enorme parlare prima, durante e dopo l’uscita.
Un gruppo di studenti ambientalisti partono per una missione in Perù, nel mezzo della foresta. Obiettivo è fermare una multinazionale che sta abbattendo la foresta ed è arrivata ad un passo da un villaggio indigeno che verrà spazzato via con i suoi abitanti.

Alla missione si aggiunge nelle ultime settimane anche Justine, figlia di un funzionario delle Nazioni Unite. La missione va alla grande, la trasmissione in diretta streaming dell’azione costringe la multinazionale a fermare l’opera.

Solo che poi il piccolo aereo che deve riportare a casa il gruppo precipita e i ragazzi vengono catturati dalla tribù che volevano salvare… che è una tribù cannibale.

the-green-inferno
E qui capita quello per cui il film è stato realizzato. Roth non ci risparmia le scene più crude, comprese di sezionamento, cottura e salatura (e naturalmente mangiatura) dei giovani corpi.

The Green Inferno è un omaggio dichiarato ai cannibal horror italiani degli anni ’70 ma l’effetto è un po’ diverso rispetto per esempio al film di Deodato. Il pubblico moderno è abituato a vedere scene realizzate in maniera tecnicamente perfetta e quindi c’è poco da rimanere colpiti.

Certo il film è crudo e non cerca alibi.

Il messaggio ambientalista? Chiaro e dichiarato, soprattutto nella conclusione.

E dopo i titoli di coda c’è anche l’apertura per il sequel.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità