• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Terza Repubblica: illegalità. Un cancro difficile da curare

Terza Repubblica: illegalità. Un cancro difficile da curare

Terza Repubblica: illegalità. Un cancro difficile da curare

L’Italia è la Nazione europea che più di tutte le altre ha scelto di parlare molto di lotta all’illegalità. Di crisi si parla poco e male. Nonostante tutto. Dopo un paio di anni di slogan su quanto fosse bello e facile vivere in Italia, la verità – che non tarda mai a trapelare – è stata gettata violentemente in faccia a tutti.
 
Durante la prima Repubblica, la nazione dovette scoprire con non poca rabbia, che ogni partito politico e conseguentemente ogni personaggio politico, aveva per anni rubato denaro pubblico per fini puramente personali.
 
Si aprirono inchieste. Si gridò allo scandalo. Ci furono defezioni, salti di poltrone e persino latitanze all’estero: Craxi ne è il vessillo.
 
“Chiusa” la partita illegale degli anni ’80, l’illegalità ha preso forme poliedriche. Il Partito o personaggio politico di turno, oggi sa bene che non può e non deve rischiare su se stesso eventuali scoperte di inganni ed inghippi. Diciamo che, negli ultimi venti anni la politica ed i suoi componenti, hanno affilato le armi e sono riusciti man mano a creare nuovi e più sofisticati indotti, che ad un primo sguardo sono del tutto legali. Approfondendo un pò però, si scoprono fatti di ordinaria quotidianità, che poco avrebbero a che fare con la legalità.
 
D’altra parte, la dirigenza di un Paese che ne è lo specchio e l’esempio, ha dovuto negli anni addirittura esautorare certe colpe ai danni della cittadinanza per poi poter dal canto suo, operare in uno stagno di varie illegalità.
 
Sapete ad esempio quele pratica è più utiluizzata nel nostro paese per ottenere denaro pubblico per usi personali ed il tutto quasi totalemnte in maniera legale? L’appalto.
 
Appalti di opere pubbliche, appalti di servizi e consulenze. Appalti. Sorgente infinita di denaro, clientele, voti di scambio e tangenti. Tutti – ma proprio tutti - in nostri politici, prima o poi si son lasciati sedurre dal gioco dell’appalto. Giungendo a volte ad arzigogoli degni di giocatori d’azzardo di altissimo livello.
 
La normativa di riferimento per l’assegnazione degli appalti pubblici è il Decreto Legge 12 aprile 2006, n. 163
 
Una gara di assegnazione di appalto, può avere tre modalità: appalto a forfait, appalto a misura ed appalto misto a corpo e misura.
 
In tutti e tre i casi, attori dell’appalto sono l’ente appaltante e le imprese che entrano in gara. Le differenze reali poi, sussistono nel fatto che all’atto pratico, si sa già all’inizio chi sarà l’impresa che si aggiudica la gara. Ed il tutto con forme al limite della legalità, ma legali.
 
Peraltro in Italia c’è un enorme volume di gare di appalto che quotidianamente infestano le scrivanie delle nostre Istituzioni. Il gioco vale talmente la candela che nessuno vuole – ed a volte può – tenersene fuori.
 
Un unico grande appalto, può garantire fiumi di denaro e potere per anni ed anni coinvolgendo molte persone. Inoltre, più i lavori appaltati durano nel tempo, più ci si garantiscono favori, mazzette, clientele e voti di scambio: un oceano infinito di illegalità travestita da legalità.
 
Ma come si fa ad aprire una gara d’appalto sapendo già chi sarà l’impresa appaltatrice? “Semplicemente” – ad esempio – non dando le informazioni adeguate a coloro che si vogliono “scremare” o darle fuori tempo massimo, facendo invece in modo ch, l’impresa designata, abbia tutte le informazioni del caso in tempo utile per la presentazione della propria offerta. Pulito e lineare.
 
Esempi di grandi opere in appalto ne abbiamo ogni giorno. Ogni tanto ci scappa pure l’inchiesta come nel caso della “ricostruzione” post sisma in Abruzzo. Ma a ben guardare, spesso e volentieri le inchieste vengono insabbiate. Troppi i nomi coinvolti, i canali, le mazzette, gli inciuci, le clientele, i voti. Troppo difficile far saltare un Sistema che poggia sulle solide basi del malaffare legalizzato.
 
Un esempio di appalto sul filo del’illegalità è di queste ore.
 
Berlusconi è da tempo con le mani in pasta anche nel settore medico sanitario. La Science Park Raf S.p.A. è certamente più cosa sua che cosa nostra.
 
Negli ultimi tempi peraltro, il Premier non ha nascosto alla nazione un suo particolare interesse per ciò che riguarda la salute ed in particolare la cura ad ogni tipo di cancro.
 
Alcuni lo hanno sbeffeggiato – come sono usi fare un pò con tutti – ma sappiate che, nella realtà dei fatti – qualcosa di veritiero bolle davvero in pentola in questo senso.
 
Berlusconi ha da poco aumentato le sue quote azionarie in seno alla MolMed s.p.a. Impresa di ricerca e sviluppo di terapie molecolari che possano bloccare fino a giungere ad estirpare il cancro. Di qualsiasi genere esso sia. Con il suo attuale 24,8% il Premier è socio maggioritario dell’Impresa, oltre ad avere in quelche modo altri bei mazzi di quote attraverso la Science Park Raf S.p.A.  e gli altri azionisti della MolMed fra cui spicca anche la Arner Bank S.A., banca di Lugano ma con sede anche a Milano che è da tempo sotto inchiesta per riciclaggio di denaro sporco. La famiglia Berlusconi da circa 15 anni ne è fedele cliente. La Arner aprì agli inizi degli anni ’90 come agenzia finanziaria, divenendo poi in breve la Banca di riferimento di molti personaggi di spicco: persino Ennio Doris, fondatore di Mediolanum, ha il suo conto privilegiato presso la Arner.
 
Una Banca “particolare”, che garantisce riservatezza assoluta sulle operazioni, e fondi di investimento alle Bahamas ed in Lussemburgo paradisi fiscali ben conosciuti. Recenntemente la banca ha aperto la sua filiale a Dubai, nuovo trend di Off Shore che richiama miliardario da ogni parte del mondo
 
Circuiti da grandi dell’economia mondiale. Niente di paragonabile ai poveri cittadini del Mondo. Nemmeno si può immaginare il flusso di denaro e di operazioni favolose che avvengono in certi ambienti.
 
Ad ogni modo, nel frattempo Berlusconi gioca col giocattolo che più lo attrae in questo periodo ed è talmente preso dal suo gioco che si lascia sfuggire un adichiarazione tanto forte quanto chiaccherata: “sconfiggeremo il cancro entro il 2015”. Una data certa. Nessun dubbio. Certezza di guarigione. Per tutti (?)
 
Fin qu, nulla di male, se non scoprire i soliti inghippi per cui, se si va ad approfondire un pò, esce fuori una bella lista di inchieste e dubbi pregressi su tutte le società compartecipate.
 
La MolMed entra in Borsa nel 2007 in concomitanza dello stesso salto di qualità della Science Park Raf S.p.A. attualmente detentrice del 20,98% delle quote societarie.
 
Il Professor Di bella si starà certamente rivoltando nella tomba, ora che viene reso palese a tutti che il cancro è curabile. Fino ad oggi però, si stima che a livello mondiale, si lucra di più sulle malattie. Specialmente di una certa gravità. La cura magari c’era già, ma vuoi mettere?
 
Cosa accade di nuovo? Che a questa impresa, pochi giorni fa la Regione Lombardia ha assegnato un finanziamento di 1,4 milioni di euro. In barba ai conti in rosso del settore Sanitario, anche se sembra che la lombardia sia quella che è riuscita a tenere botta in qualchh emodo fino ad oggi.
 
La MolMed s.p.a. in pratica appartiene quasi totalmente alla famiglia Berlusconi, che amplia addirittura il suo pacchetto azionario grazie ai finanziamenti pubblici. E lo fa quando? Nello stesso periodo in cui una sconvolgente Finanziaria correttiva, erode l’economia e la serenità dei cittadini più deboli.
 
Se ancora fosse poco chiaro che il denaro scorre a fiumi – nonostante tutto – ma sempre incanalandosi dentro gli stessi ambienti, ecco un esempio lampante di come vadano le cose in Italia.
 
Ma torniamo all’origine del discorso e riparliamo di appalti e di tutto ciò che ruota intorno ad essi.
 
E’ poco noto, ma il 28 Maggio scorso, nella Cittadella della Carità di Taranto in presenza di un Notaio si costituisce la Fondazione San Raffaele del Mediterraneo. In pratica la “filiale” nel Sud della Fondazione San Raffaele Monte Tabor di Milano, azionista anch’essa della MolMed s.p.a.
 
Fin qui, nulla di male, eccetto i soliti nomi che girano ovunque: Don Verzè in capo – padre spirituale di Berlusconi e già noto da anni per le sue imprese più vicine a politica ed all’economia che alla salvezza delle anime - che ne sarà il Presidente.
 
L’atto viene firmato dal presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, da Angelo Domenico Colasanto per l’Asl Taranto e da Vito Santoro del San Raffaele di Milano. Il costo dell’opera da realizzare è fissato in 120 milioni di euro. Interamente versati in parte dalla Regione Puglia in parte dal Tesoro.
 
Nessuna gara di appalto. Nessuna normativa in vigore rispettata. Nulla. Un accordo. Scritto e controfirmato in presenza di un Notaio. Uno dei troppi accordi stipulati senza il rispetto di norme che, nel caso di privati cittadini, verrebbero richieste a gran voce.
 
Vendola e Berlusconi, amici di appalto. Se avevate ancora dubbi sulle grandi amicizie fra politici a telecamere spente, eccovi la conferma garantita: pecunia non olet. Mai.
 
Solita gara di appalto ad impresa/ente unico. Solito giro di milioni che sappiamo già diventeranno il quadruplo in corso d’opera. Solito giro di tangenti, clientele, voti, aiutini...
Ci sarebbe ancora molto da dire anche sul possibile conflitto di interessi della famiglia Berlusconi in quanto azionisti maggioritari della MolMed s.p.a. (il figlio Luigi Berlusconi è nel CDA dell’impresa) che diviene polo sperimentale anche della neonata Fondazione San Raffaele del Mediterraneo.
 
Insomma: da questi fatti si evincono alcune cose.
 
Che l’illegalità ha valore poliedrico a seconda di chi la guarda, esamina, vive. Le possibilità di delinquere in Italia sussistono a patto che garantiscano grandi ed ampi canali di accesso e guadagno per tutti e garanzia di non venir coinvolti personalmente in alcuna eventuale inchiesta. Nessuno dirà mai che un appalto è truccato perchè la stessa normativa in atto consente ampio raggio di interpretazione.
 
Di tutto ciò che avete letto, una sola grande speranza: che presto milioni e milioni di cittadini, potranno usufruire del miracolo della ricerca scientifica. La cura di ogni tumore. Se così sarà, dimenticheremo facilmente inghippi, scandali e varie illegalità: la vita non ha prezzo, anche se a volte i prezzi da pagare sono altissimi.

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares