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Terremoto: ipotesi di reato

Una tragedia incommensurabile. Una regione, l’Abruzzo colpita al cuore, nel capoluogo di Regione, animato da 73.000 abitanti dove sono state demolite e danneggiate irreparabilmente molte costruzioni del centro storico e del resto della città. Abitazioni vecchie e nuove indistintamente sono crollate al suolo drammaticamente con i loro residenti.

Nei comuni e nelle frazioni attigue dove c’erano le abitazioni forse più vecchie e malandate, non si sono potuti ancora valutare i danni e raggiungere in molti casi i piccoli centri abitati, ma il panorama non cambierà.


Gli abitanti di questi piccoli centri intervistati dai media narrano addirittura di devastazione e morti come non immaginabile dalla nostra corta memoria. Un dramma di queste proporzioni ci fà ritornare con la mente ai terremoti delle Marche, Umbria, Molise, Irpinia e via dicendo la lunghissima sequela di eventi sismici degli ultimi 40 anni.

Tentiamo da casa di accomunarci e star vicini a coloro che si stanno accollando per loro sfortuna un nuovo dramma, per la perdita di figli, mamme, familiari ed amici, ma non possiamo riuscirci. Questa volta è stato il loro turno, non hanno potuto evitarlo, non sapevano cosa li aspettasse la notte del 06 Aprile 2009.

E così sarà per le prossime volte, perchè è certo che questo non sarà di certo l’ultimo fenomeno tettonico di rilievo che subiremo in Italia.

Viviamo in un paese ad alto rischio sismico pertanto dobbiamo predisporci ai rigurgiti di madre natura che ci piaccia o no, come gli uragani del Centro America ed i monsoni nell’Asia orientale.

A L’Aquila, un’altra bandierina da conficcare nel cartina dei terremoti storici dove decine, centinaia di persone hanno lasciato i loro cari per sempre.

E’ una triste rievocazione di un qualcosa che abbiamo più volte vissuto con profonda emotività, vicino ai nostri familiari di fronte allo schermo di una TV, esprimendo la nostra vera e profonda solidarietà che distingue noi italiani, ma che purtroppo spesso ci rende disarmati.

Dai più piccoli fino ai più anziani, a casa, a lavoro e nelle scuole un’espressione di cordoglio non è mai mancata in queste occasioni.

Ma ora voglio superare l’aspetto emotivo e mi chiedo se forse qualche vita potevamo salvarla.

Non credo che potevamo prevedere il terremoto ‘come voci riportano in queste ore’ ed evitare i danni del terremoto, il conteggio dei defunti.

Forse in un prossimo futuro potremo farlo, ma c’è molto ancora da sperimentare, la scienza è ancora molto indietro.

Il crollo delle costruzioni nuove o vecchie che fossero, forse poteva essere evitato parzialmente.

Ma non siamo in un paese dove le abitazioni per avere l’abitabilità devono sottostare ad una regolamentazione che deve rispondere a requisiti antisismici.

E’ in vigore in Italia da alcuni anni una regolamentazione che obbliga nelle costruzioni nuove e nelle ristrutturazioni, ad attenersi a requisiti tecnico costruttivi antisismici, che relativamente ad ogni zona sismica di appartenenza (zona con ischio sismico 1, 2, 3, etc.) ne dovrebbero garantire la resistenza totale o parziale ai fenomenici tellurici locali.

Sulla base di ciò dovrebbero essere rilasciate attestazioni tecnico-costruttive che garantiscano l’idonea realizzazione, garantendone la resistenza a questi eventi nel rispetto della legislazione nota, diversamente non verrebbe rilasciata l’abitabilità (certificato di idoneità) dagli organi competenti (Comuni, etc.).

Ora facciamo un paragone.

Questo evento sismico che ha coinvolto L’Aquila con oltre 150 morti (purtroppo una conta solo provvisoria), migliaia di feriti, 50.000 abitanti sfollati, ha sprigionato la sua forza con un grado di valutazione del sisma di 5,8 della scala Richter.

In altri terremoti molto più potenti, come quello di Niigata e Nagano in Giappone del 17/07/2007, si è sprigionata la forza di un terremoto di magnitudo 6,8 della scala Richter, quindi ben più forte di quello abruzzese, i danni alle persone sono stati di 9 morti e 900 feriti.

Ma allora qualcosa non torna ai nostri conti.

Quale ricetta hanno in Giappone?

Questo significa che qualcuno non ha rispettato le norme legislative oppure le norme sono sbagliate, da qui non si scappa.

La seconda ipotesi mi sembra molto improbabile, allora che vengano fuori coloro che non hanno fatto il proprio dovere. Qualcuno nella realizzazione di abitazioni civili ed ospedali di recente costruzione non ha rispettato la normativa vigente, utilizzando materiali non idonei, strutture sottodimensionate o quantaltro. Quanto è plausibile una ipotesi del genere? Non voglio fare alcuna allusione verso alcuno anticipando gli eventi ed aspettiamo che la magistratura si faccia strada nel qualcaso si accorga di quanto evidente all’occhio dei più.

La vita di uno o di centinaia di cittadini vale il perseguimento di ogni strada che porti alla giustizia definitiva.

Nel frattempo dovremo sopportare lunghi e noiosissimi discorsi triti e ritriti rigurgitati dai soliti noti politici che hanno iniziato a fare la fila di fronte alle telecamere di Rai-sat.

Chiudo con un pensiero per i nostri connazionali nella triste situazione di oggi, augurando loro che la politica si spogli del manto della demagogia, investendosi della forza di chi ha veramente la volontà di affrontare e risolvere i problemi di questo paese, onde evitare di ripetere un’altra volta il sacrificio di alcuni o molti innocenti.

Commenti all'articolo

  • Di alride (---.---.---.14) 7 aprile 2009 13:47

    Condivido integralmente.
    Altresì sono certo che, al momento opportuno, la magistratura si attiverà per accertare le responsabilità penali in ordine al mancato rispetto della normativa antisismica, ove applicabile.
    E se non lo farà "motu proprio" ci penseremo noi a denunciare, magari da Agoravox.
    Per salvare delle vite.

  • Di paolo praolini (---.---.---.74) 7 aprile 2009 23:43

    La magistratura ha già messo a fuoco questo argomento ed ha mosso i primi passi a far chiarezza verso l’evidenza di quanto accaduto.
    Le costruzioni di edifici pubblici sono crollate diversamente da quelle private.
    Credo che presto ne sapremo delle belle, e forse qualcuno comincerà a preoccuparsi.
    Se c’è giustizia ne vedremo presto i risultati.

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