Terremoto in Abruzzo. Racconto e foto di quello che rimane. Resoconto della prima giornata

Arriviamo a Civita di Bagno che sono le 3 e mezza del pomeriggio. Dodici ore dopo il terremoto. Ci siamo arrivati con numerose tappe e passando per strade secondarie di montagna. L’autostrada da Roma e la statale è chiusa. a Civita di Bagno non sono ancora arrivati i soccorsi, solo un passaggio veloce dei vigili del fuoco che hanno estratto due corpi da alcune case crollate nel centro storico. I corpi rimangono ore sotto al sole in attesa di un furgone delle pompe funebri che non arriva.
Non c’è acqua, non ci sono viveri. La popolazione si è riunita a gruppi di 30 40 persone. Ha dormito (e dormirà anche questa notte) in macchina. Solo verso le 4 passano alcuni volontari del Club alpino. Con la propria macchina hanno portato alcune confezioni di acqua minerale. Non siamo in un paesino isolato in mezzo alle montagne. Civita è periferia del capoluogo. Il centro dell’Aquila è a 5 chilometri.
A pochi chilometri, meno di tre, c’è Onna. Il paese è totalmente distrutto. Su un prato una fila di bare: i corpi di una ventina di persone uccise dal sisma. Solo un terzo del paese è stato “scavato”. Vigili del fuoco ci dicono che ci sono ancora parecchie persone sotto le macerie. Poche tende, molte in arrivo ma che nella notte non sono ancora arrivate. I soccorsi sono arrivati verso le 9 di mattina. Aquila è a 2 chilometri. I soccorsi sono arrivati da lì, almeno i primi. Il sospetto è che se ne siano accorti tardi del disastro che ha colpito questa piccola comunità. Ci vorranno forse giorni per sapere il vero bilancio. Si parla, alle 17 e 30, di ancora più di mille dispersi in tutto il territorio.
All’Aquila è un deserto. L’intero centro storico è stato evacuato. Macerie e crolli ovunque. La prefettura, un albergo, varie case, edifici pubblici e chiese a terra. Oltre ai rumori degli scavi l’unico suono che si sente è quello degli antifurti dei negozi che suonano dalle 3,35 di mattina.
Scavano e trovano corpi, perchè le macerie sono ovunque e i dispersi sono tanti. Poi una scossa improvvisa. Dura. E una ragazza colpita al volto da una scheggia. Poi ancora macerie a San Francesco, e due coniugi estratti, morti, dalla loro casa crollata. Iniziano i primi atti di sciacallaggio. Due arresti al crepuscolo.
Abbandoniamo, per oggi, un città deserta sotto la pioggia e andiamo a dormire ad Avezzano. Solo in periferia tante persone che passeranno la notte in macchina. Non solo qui. E si aspetta il bilancio di domani.
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