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Terremoto. INGV: Pericolosità sismica e normative nelle zone colpite in Emilia

Ieri il Ministro dell’Ambiente Clini ha detto che per mettere in sicurezza il territorio ci vorrebbe un piano che avesse una durata di attuazione di almeno 15 anni. Ecco allora a questo proposito pubblichiamo il comunicato stampa diramato dall’Ufficio Stampa di INGV che interviene proprio sulle discussioni di questi ultimi giorni.

Con riferimento alle affermazioni circolate in questi giorni circa la necessità di aggiornare la mappa del rischio sismico o della pericolosità sismica dell’area colpita dai recenti terremoti o addirittura di tutta l’Italia, l’Istituto precisa quanto segue:

a) i terremoti sono avvenuti in una zona che non era stata classificata come sismica fino al 2003, a dispetto di molteplici evidenze fornite dagli studi scientifici;

b) la mappa di mappa di pericolosità sismica di riferimento per il territorio nazionale (Ordinanza PCM 3519/2006 *), considera la zona a pericolosità media;

c) i parametri dei terremoti avvenuti sono compatibili con le assunzioni che stanno alla base della mappa citata. In particolare, viene ipotizzata per questa zona una magnitudo massima pari a 6.2;

d) l’assegnazione dei comuni a una delle quattro zone sismiche, sulla base della suddetta mappa di riferimento, è assegnata dalla legge alla competenza delle Regioni, non degli istituti di ricerca;

e) l’applicazione delle norme sismiche del 2003 ha proceduto a rilento, anche perchè era rimasta in vigore la possibilità di applicazione delle normative precedenti;

f) le nuove Norme Tecniche per le Costruzioni, deliberate nel 2008, fanno riferimento ad azioni sismiche ottenute dalla sinergia fra INGV e Dipartimento della Protezione Civile. Tuttavia, queste norme sono entrate in vigore in tutta l’Italia solo all’indomani del terremoto dell’Aquilano del 2009.

g) a causa di questi ritardi, nelle zone colpite in questi giorni si è accumulato un notevole deficit di protezione sismica, che è in parte responsabile dei danni avvenuti;

h) una situazione analoga interessa un notevole numero di Comuni, localizzati principalmente nell’Italia settentrionale.

E’ opinione di questo Istituto che la mappa di pericolosità sismica di riferimento sia perfettibile, ma che l’eventuale aggiornamento che tenga conto solo degli ultimi terremoti non ne determini, complessivamente, variazioni significative.

Si ritiene più urgente che venga assicurato il suo pieno recepimento da parte delle Regioni e che vengano ulteriormente sviluppate le iniziative per la riduzione della vulnerabilità sismica, già avviate in alcune zone del Paese.

*Ordinanza PCM 3519 del 28/04/2006. Criteri generali per l’individuazione delle zone sismiche e per la formazione e l’aggiornamento degli elenchi delle medesime zone, G.U. n.108 del 11/05/2006.
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Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.199) 1 giugno 2012 11:41
    Damiano Mazzotti

    Il problema non è solo la politica...

    In Italia la gente è stata disabituata a pensare e manca completamente il buon senso...

    Come spiegare altrimenti delle costruzioni industriali dove le travi non sono nemmeno fissate? La fretta e i piccoli risparmi di spesa possono spiegare solo una minima parte della cosa perchè gli imprenditori non avrebbero avuto interesse a rischiare di perdere le loro produzioni... piuttosto in Italia tutti pensano di essere dei bravi lavoratori e perone più furbe delle altre e poi il tempo giudica impietosamente tutti quanti...

    • Di Sandro kensan (---.---.---.166) 1 giugno 2012 13:14
      Sandro kensan

      Se la zona non è sismica come prima del 2003 allora l’unica cosa a cui deve resistere il capannone è la forza del vento e questi stabilimenti resistevano a venti molto forti.

      Non si possono usare le stesse tecniche se si costruisce in California oppure nella pianura padana.

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.71) 1 giugno 2012 19:50
    Damiano Mazzotti

    Il problema è proprio quello: quasi tutta l’Italia è sempre stato considerata a rischio di forti terremoti e di terremoti più o meno forti e se andiamo a raccontare all’estero che i nostri capannoni dovevano resistere solo al vento ci facciamo compatire...

    Ciò significa che la nostra cultura politica e lavorativa della prevenzione è ridicola e primitiva.

    E di solito nelle cose in cui ci può scappare il morto o forti danni si fa sempre qualcosa di più di quello che andrebbe fatto in condizione di normalità o finta normalità.

    Dopo tutti i terremoti italiani da messina in poi la legge più seria è uscita nel 2003?
    Ma quand’è che impareremo a mandare in un altro paese quei fancazzisti dei nostri politici?

  • Di paolo (---.---.---.249) 7 giugno 2012 18:19

    Però qui i politici ad essere onesti non c’entrano nulla (almeno direttamente).La mappa sismica è fornita da un organo scientifico preposto ovverossia l’INGV . Poi il Ministero emana disposizioni in materia , le cosiddette prescrizioni NT di edilizia pubblica e privata . E’ chiaro che se l’Emilia è cat 4 (bassa sismicità) la progettazione agisce di conseguenza e se le travi sono ad appoggio semplice anziché incernierate , visto che la normativa lo consente (se lo consente) nessuno si accolla il maggior costo .

    Poi che siamo un popolo con una cultura della prevenzione ridicola è la pura verità e che ci siano responsabilità politiche dietro le scelte degli organi tecnici preposti è altrettanto vero , se non fosse cosi’ saremmo la Germania e non l’Italia.
    Tuttavia bisogna anche dire che da noi non è che difettano le norme sulla sicurezza ,anzi in molti casi le nostre norme sono ancora più restrittive e cogenti di altri paesi (Germania compresa) ,il problema è che nessuno controlla che vengano rispettate di conseguenza ,o quantomeno viene fatto in misura irrisoria.Poi ci sarebbe tutto il capitolo della corruzione ,per cui i tecnici e gli uffici che devono fare i controlli magari sono pagati per non farli e via dicendo .

  • Di (---.---.---.175) 9 giugno 2012 22:24

    fino a quando si continuera’a costruire su terreni alluvionali e a diluire il cemento tutte le nostre chiacchiere se le porta il vento.

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