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Terremoto - Edilizia, ora l’inchiesta

Mentre anche Fini lancia un appello sulle infiltrazioni mafiose, proseguono le indagini sui cedimenti che non dovevano verificarsi. A giorni i primi risultati dei periti.

su Terra.

foto di Marco D’Antonio.

«Se uno ha sbagliato, allora il reato è colposo, ma se uno ha rubato e non ha messo il ferro giusto nel pilastro, allora è doloso». Il procuratore Rossini dell’Aquila è categorico, il giorno successivo al sequestro di almeno 15 siti di edifici crollati in maniera anomala durante il terremoto del 6 aprile scorso. Il sequestro, avvenuto a seguito della segnalazione di asportazione di parte delle macerie che potevano costituire prove di eventuali reati, potrebbe essere esteso anche ad altri edifici. Rossini ha lanciato, infatti, anche un appello alla cittadinanza di segnalare eventuali anomalie e di documentare con video e filmati crolli di edifici pubblici o privati di recente costruzione. A fare da “spalla” al procuratore anche il capo della Protezione civile che ha dichiarato: «Il terremoto dovrebbe provocare solo un grande spavento. È impossibile escludere che ci siano delle responsabilità.

È l’uomo che uccide perché costruisce male. La normativa è abbastanza chiara, si tratta di capire se queste norme sono state rispettate o meno; o peggio, se ci sono state intenzioni anche malevole o superficiali nella costruzione». Nei prossimi giorni, dopo i primi risultati dei periti che si sono messi all’opera nelle ultime ore, verranno individuati i primi costruttori e direttori dei lavori da interrogare eventualmente sulle procedure adottate durante la costruzione degli edifici. Ma rimane il mistero di chi ha autorizzato lo smaltimento di macerie dai siti più discussi nei giorni di domenica e lunedì scorsi, caso segnalato e documentato anche fotograficamente dagli inviati sul posto. Si parla, ma è solo un’indiscrezione non verificata e ancora non verificabile viste le procedure di urgenza adottate nell’affidamento dei lavori, di “una grande azienda lombarda” che ha asportato tonnellate di macerie. Comunque, camion e trituratori di macerie sono tuttora fermi dopo il blocco di due giorni fa e i sequestri ordinati dalla Procura. E intanto rimane alto anche l’allarme relativo alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata nel grande affare della ricostruzione. Dopo le prime dichiarazioni rilasciate a Terra dal procuratore nazionale Antimafia Pietro Grasso sulla necessità di applicare il principio di “massima vigilanza” sulla penetrazione dei clan nella ricostruzione, anche il Presidente della Camera Fini ha accolto la sollecitazione della magistratura. «Credo che in qualsiasi parte d’Italia e, per certi aspetti - ha dichiarato Fini, infatti - in qualsiasi parte d’Europa e o del mondo, laddove ci sono enormi investimenti, c’è il rischio di infiltrazioni mafiose. Quindi è doveroso vigilare». Forse un monito verso la politica delle deroghe e delle procedure di urgenza annunciate dall’esecutivo e un appello a mettere in atto politiche più attente alla normativa antimafia.

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